Beta Montecarlo Turbo: la Lancia che vinceva in pista

Lancia Beta Montecarlo Turbo
Smartworld
di Marco Coletto

Storia della coupé torinese, regina del Mondiale Marche negli anni '80

Chi pensa che la Lancia abbia vinto solo nei rally probabilmente non conosce la Beta Montecarlo Turbo. Tra gli anni Settanta e Ottanta la coupé torinese ha infatti brillato in pista conquistando diversi Mondiali Marche (o Endurance). Scopriamo insieme la sua storia.

Lancia Beta Montecarlo Turbo: la storia

La Beta Montecarlo Turbo nasce in seguito alla decisione del Gruppo Fiat di togliere la Lancia dal Mondiale Rally per non fare concorrenza alla 131. Nel 1978 si pensa quindi di realizzare una vettura da pista in grado di gareggiare nel Mondiale Marche nella categoria Gruppo 5 “silhouette” (con design e altre componenti vincolate alla produzione di serie).

Come base viene presa la Beta Montecarlo a motore posteriore/centrale, un modello poco apprezzato dal pubblico progettato dalla Fiat e successivamente “girato” alla Lancia: restano alcune parti come la cellula centrale della scocca, i telaietti di supporto e lo schema delle sospensioni e tutto il resto viene modificato, a cominciare dalla carrozzeria in fibra di carbonio.

La Lancia Beta Montecarlo Turbo, realizzata dallo stesso team che ha progettato la Stratos da gara, monta un propulsore 1.4 a quattro valvole per cilindro sovralimentato con un turbocompressore KKK in grado di generare potenze fino a 490 CV. Il blocco motore è lo stesso della Beta 1800 destinata al mercato americano mentre la testata deriva da quella della Fiat 131 Abarth da rally.

1979

La Beta debutta in gara alla 6 Ore di Silverstone (quarta prova del Mondiale Marche) con un equipaggio di altissimo livello composto dal pilota di F1 Riccardo Patrese e dal rallista tedesco Walter Röhrl. Dopo soli quattro giri la vettura si ferma per via della mancanza di un tappo nel circuito di raffreddamento.

Il primo successo nel Gruppo 5 della Beta Montecarlo Turbo – dotata di un propulsore da 370 CV successivamente portato a 360 per migliorare l’affidabilità (i problemi più gravi riguardano il cambio ruvido e la scarsa tenuta dell’aria compressa nella turbina) – arriva alla 6 Ore di Pergusa con Patrese e Carlo Facetti.

Al termine della stagione la Lancia conquista il titolo iridato nella categoria sotto i 2 litri.

1980

Il Mondiale Marche è formato da due categorie (sotto i due litri di cilindrata e sopra i due litri): le bizzarre regole assegnano il titolo assoluto alla Casa capace di ottenere il maggior numero di punti nelle rispettive fasce. La Beta Turbo ha una cilindrata di 1.425,9 cc (equivalente a 1.996,26 cc aspirati in base ad un coefficiente prestabilito) e Cesare Fiorio, responsabile del reparto corse Lancia, decide di iscrivere alcuni modelli con l’alesaggio (il diametro dei cilindri) aumentato di 0,1 mm in modo da far salire la cilindrata a 1.429,44 cc (2.001,1 aspirati) e di far correre queste vetture nei tracciati ricchi di curve in modo da prendere punti in classifica anche nella serie maggiore.

La Lancia Beta Montecarlo Turbo beneficia di numerose modifiche rispetto al modello dell’anno prima: viene ottimizzata la resa del turbo abbassando i tempi di risposta, viene aumentata la potenza a 400 CV e arrivano nuovi pneumatici che rendono la vettura più docile da guidare.

La prima vittoria stagionale arriva alla 6 Ore di Brands Hatch con Riccardo Patrese e Walter Röhrl. Il driver italiano sale sul gradino più alto del podio anche alla 6 Ore del Mugello (con Eddie Cheever) e alla 6 Ore di Watkins Glen (con Hans Heyer, pilota che nello stesso anno si aggiudica il campionato tedesco Gruppo 4 e Gruppo 5).

La Lancia Beta Montecarlo vince il Mondiale Marche nella classe “under 2 litri” e anche il titolo assoluto interrompendo il dominio Porsche che durava dal 1976.

1981

Il Mondiale Marche cambia nome in Mondiale Endurance ma la formula rimane la stessa. La Beta beneficia di freni migliori, di un motore più potente (440 CV) e di una nuova sospensione anteriore e la livrea viene modificata per accogliere il nuovo sponsor Martini.

La Lancia Beta Montecarlo Turbo conquista solo una vittoria assoluta – alla 6 Ore di Watkins Glen con Riccardo Patrese e Michele Alboreto – ma ottiene grazie ai piazzamenti il secondo titolo iridato consecutivo (nella categoria “under 2 litri” e in quella “open”).

Nel corso della stagione viene utilizzato un nuovo propulsore 1.8 a doppia sovralimentazione da 490 CV, non privo di difetti.