Fulvia Coupé: la mamma delle Lancia da rally

Lancia Fulvia Coupé
Smartworld
di Marco Coletto

Prima di Stratos, 037 e Delta c'era lei

La Lancia Fulvia Coupé non può vantare il palmarès degli altri modelli da rally della Casa torinese (Stratos, 037 e Delta) ma ha il merito di aver inaugurato una ricca stagione di successi che ha permesso al marchio piemontese di conquistare quindici Mondiali (cinque Piloti e dieci Marche) in meno di vent’anni. Scopriamo insieme la sua storia.

Lancia Fulvia Coupé: la storia

La Lancia Fulvia Coupé debutta nei rally nel 1965, due anni dopo la creazione della Squadra Corse del brand torinese. Derivata dalla berlina ma più leggera e con un passo più corto, è una trazione anteriore agile che va guidata mantenendo il gas aperto in curva e usando il piede sinistro per comandare il freno e la frizione.

In Italia è praticamente imbattibile: sette titoli nazionali tra il 1966 e il 1973 (due con Sandro Munari e Sergio Barbasio, uno con Leo Cella, Arnaldo Cavallari e Amilcare Ballestrieri). Una striscia interrotta solo nel 1970 da Alcide Paganelli e dalla sua Fiat 124 Spider.

Lancia Fulvia Coupé 1.2

Il debutto ufficiale della Lancia Fulvia Coupé nei rally risale al Tour de Corse 1965: Cella termina ottavo dopo aver affrontato gran parte della corsa senza la terza marcia. Il motore – un 1.2 da 105 CV abbinato ad un cambio a quattro marce – è troppo piccolo per poter competere ad armi pari con la concorrenza.

Lancia Fulvia Coupé 1.3 HF

La versione 1.3 HF – con 101 CV in configurazione “standard” – viene presentata nel gennaio 1966. Più leggera – merito di materiali come l’alluminio (portiere e cofano) e plexiglas (tutti i vetri eccetto il parabrezza) – e più cattiva, è caratterizzata esteticamente dalla vernice rossa scura (omaggio alle sportive Lancia degli anni Cinquanta) e da una striscia longitudinale giallablu (i colori di Torino).

La prima vittoria importante di questa versione della Lancia Fulvia Coupé arriva al Sanremo del 1966 con Leo Cella mentre l’anno seguente viene svelata al Salone di Ginevra una variante leggermente più pesante ma più potente (122 CV) e dotata di differenziale autobloccante.

Sempre nel 1967 Ove Andersson porta al successo una variante dotata di un propulsore dalla cubatura maggiorata (1.340 cc anziché 1.298) e Sandro Munari conquista la prima vittoria importante all’estero – al Tour de Corse – con un motore 1.4 da 128 CV.

Nel 1968 le concorrenti della Lancia Fulvia Coupé sono troppo forti: arrivano vittorie in Portogallo (con Tony Fall), a Sanremo (Harry Källström) e al Sestriere con Munari, che a Skopje (nell’attuale Macedonia) durante una tappa di trasferimento del Rally di Monte Carlo è vittima di un gravissimo incidente in cui perde la vita il suo copilota Luciano Lombardini.

Lancia Fulvia Coupé 1.6 HF

Un netto passo avanti rispetto alle varianti precedenti: merito del motore da 130 CV e del cambio a cinque marce. Per ritardi di omologazione non riesce ad essere pronta per il Monte Carlo del 1969 e per questo motivo debutta nello stesso anno al Rally dell’Elba.

Nel 1969 (anno in cui la Fiat acquista la Lancia) Källström diventa campione europeo – alternandosi al volante di una Fulvia Coupé 1.3 – grazie alle vittorie in Spagna, al RAC e al Sanremo.

Nel 1970 – con una variante da 148 CV – il driver svedese si aggiudica nuovamente il RAC mentre Lampinen domina in Portogallo e l’anno successivo Munari (con una vettura da 152 CV) porta a casa il Semperit Rally in Austria.

Gli anni d’oro

Nel 1972 la Lancia si aggiudica il Campionato Internazionale Costruttori (che l’anno successivo cambierà denominazione diventando Campionato del Mondo Rally). Munari vince a Monte Carlo a 18 anni dal primo (e fino a quel momento unico) successo della Casa torinese in questa corsa con Louis Chiron al volante di un’Aurelia B20 e diventa il primo pilota italiano a conquistare il rally più prestigioso del mondo su una vettura tricolore. Da non sottovalutare, inoltre, il Sanremo firmato Ballestrieri.

La Lancia Fulvia Coupé assume una livrea bianca-rossa (per via del nuovo sponsor Marlboro) nell’ultimo anno da “ufficiale” prima del debutto della Stratos. Munari diventa campione europeo vincendo in Costa Brava (ultimo successo importante per questa vettura), a San Martino di Castrozza e in Sicilia.