Lotus 72, una rivoluzione in F1

Lotus 72
Smartworld

Storia di una delle monoposto più famose del Circus: ha corso per sei stagioni e ha permesso alla scuderia britannica di conquistare cinque Mondiali

La Lotus 72 è una delle monoposto più famose e vincenti della storia della F1: tra il 1970 e il 1975 le sei evoluzioni di questa vettura hanno permesso infatti alla scuderia britannica di conquistare ben cinque Mondiali. Scopriamo insieme la storia di questo mito del motorsport.

Lotus 72, la storia

La Lotus 72 viene progettata dai britannici Colin Chapman e Maurice Philippe alla fine degli anni Sessanta per prendere parte al Mondiale del 1970. Dotata di un telaio monoscocca in alluminio e di un motore 3.0 V8 Ford Cosworth, presenta due innovazioni destinate a cambiare la storia del Circus: il radiatore dell’acqua spostato dalla zona anteriore ai lati del pilota per ragioni aerodinamiche (ma anche per incrementare la sicurezza in caso di urto laterale) e i dischi dei freni entrobordo (all’interno del telaio) anziché sul portamozzo per ridurre le masse non sospese e per migliorare così il comportamento stradale.

1970

La Lotus 72A debutta in F1 il 19 aprile 1970 in occasione del GP di Spagna, seconda tappa del campionato: due esemplari vengono affidati all’austriaco Jochen Rindt (8° in griglia, ritirato in gara) e al britannico John Miles (non qualificato).

Rindt non ama molto questa vettura e decide quindi di correre a Monte Carlo e in Belgio con la vecchia 49C. Sul circuito di Spa-Francorchamps Miles porta in pista per la prima volta la 72B, priva del sistema anti-squat al retrotreno che riduceva il sollevamento del muso in accelerazione.

La situazione migliora nella gara seguente – in Olanda – con la 72C, caratterizzata da un nuovo cambio più compatto e dall’assenza tutti i sistemi anti-squat e anti-dive (che limita l’abbassamento del muso nelle fasi di decelerazione): Rindt conquista la pole position e la prima vittoria per la rivoluzionaria monoposto Lotus. La striscia di trionfi per il pilota austriaco continua in Francia, in Gran Bretagna e in Germania.

Il GP d’Italia 1970 è uno dei più tragici della storia della F1: durante le qualifiche sul circuito di Monza la vettura di Rindt si schianta in seguito alla rottura di un semiasse e Jochen perde la vita.

Due GP più tardi, negli USA, il primo successo in carriera del giovane e talentuoso pilota brasiliano Emerson Fittipaldi (sempre alla guida di una 72C) unito al sorprendente terzo posto al debutto dello svedese Reine Wisell permette al pilota austriaco di diventare l’unico campione del mondo postumo e alla scuderia inglese di conquistare il titolo iridato.

1971

Il 1971 si rivela un anno deludente per la Lotus: al terzo GP della stagione (Monte Carlo) debutta la 72D rivista nella zona posteriore (sospensioni e ala) in seguito all’introduzione degli pneumatici slick in F1 e arrivano solo tre podi grazie a Fittipaldi (terzo in Francia e in Gran Bretagna, 2° in Austria).

1972

Nel 1972 la Lotus 72 si presenta con la nuova livrea nera oro John Player Special, una tinta che rimpiazza quella bianca-rossa-oro del precedente sponsor Gold Leaf e che porta parecchia fortuna alla monoposto britannica. Fittipaldi ottiene cinque successi (Spagna, Belgio, Gran Bretagna, Austria e Italia) e altri tre podi, diventa campione del mondo e permette al suo team di conquistare il titolo Costruttori.

1973

Il 1973 si segnala per l’arrivo in Lotus di un secondo pilota talentuoso – lo svedese Ronnie Peterson – che soffre nella prima metà della stagione. Fittipaldi convince nei primi tre GP dell’anno (vincendo in Argentina e in Brasile e tagliando il traguardo in terza posizione in Sudafrica) con la “vecchia” 72D e inizia bene anche con l’evoluzione 72E (contraddistinta dalla struttura deformabile) trionfando in Spagna, arrivando terzo in Belgio e chiudendo al secondo posto a Monte Carlo (3° Peterson).

La gara nel Principato segna il riscatto del driver scandinavo che arriva 2° nella gara di casa e in Gran Bretagna, conquista il primo successo in carriera in Francia e si ripete in Austria. Il compagno brasiliano perde le ultime possibilità di portare a casa il titolo iridato in Italia quando la Lotus decide di non dare ordini di scuderia: primo Peterson, secondo Fittipaldi.

La stagione si chiude con la piazza d’onore di Emerson in Canada e con il dominio di Ronnie negli USA, che consente al team inglese di trionfare tra i Costruttori.

1974

La stagione 1974 della Lotus 72 si apre con l’addio di Fittipaldi, rimpiazzato dal belga Jacky Ickx (due volte terzo con questa vettura in Brasile e in Gran Bretagna). Nonostante rivali più competitive Peterson riesce a portare la monoposto britannica sul gradino più alto del podio in tre occasioni (Monte Carlo, Francia e Italia, l’ultimo trionfo di una vettura entrata nella storia del Circus) e chiude la stagione con un terzo posto in Canada.

1975

Il 1975, ultima stagione della Lotus 72, vede la vettura da corsa “british” indietro rispetto alla concorrenza: l’ultimo podio arriva in Spagna grazie al secondo posto di Ickx (che abbandona la scuderia inglese a metà stagione) e in Gran Bretagna debutta l’ultima evoluzione 72F, con il passo allungato e una distribuzione dei pesi maggiormente orientata verso la zona posteriore. L’ultima apparizione di questo modello risale al GP degli USA.