Luigi Bazzi, l’anima della Ferrari

Luigi Bazzi
Smartworld
di Marco Coletto

93 anni di vita, di cui 63 a stretto contatto con il Drake

Luigi Bazzi non è mai stato un personaggio noto nel mondo dell’automobilismo. Eppure questo tecnico novarese è stato un protagonista assoluto della Ferrari, fin dalla nascita della Casa di Maranello. Scopriamo insieme la storia di un uomo che ha vissuto 93 anni, di cui 63 a stretto contatto con Enzo Ferrari.

Luigi Bazzi: la biografia

Luigi Bazzi nasce il 13 ottobre 1892 a Novara. Dopo essersi diplomato come perito industriale, a 16 anni si trasferisce a Torino per lavorare nella Casa automobilitica Rapid e, successivamente, nelle Officine Savigliano.

Dopo un breve periodo a Parigi, nel 1910 torna nel capoluogo piemontese: viene assunto dalla Michelin, nel 1911 passa alla Fiat e l’anno seguente passa alla Spa, prima di essere nuovamente chiamato alla Fiat come caporeparto della sala prove motori.

All’estero e ritorno

Nel 1913 Luigi Bazzi si allontana dall’Italia: prima in Libia e successivamente in Argentina, dove due anni più tardi progetta un motore automobilistico a quattro cilindri.

Durante la Prima Guerra Mondiale torna nel Bel Paese: lavora per l’Aviazione come meccanico delle squadriglie da combattimento e in seguito si occupa di un’officina meccanica nella sua città natale.

Le corse

Luigi Bazzi debutta nel motorsport a cavallo tra gli anni Dieci e Venti in Fiat. Nel 1923 si trasferisce all’Alfa Romeo, dove conosce Enzo Ferrari (all’epoca pilota del Biscione), e vi rimane per dieci anni.

La Scuderia Ferrari

Nel 1933 Luigi – ancora dipendente della Casa lombarda – si sposta a Modena dopo essere stato nominato dal Drake direttore sportivo della neonata Scuderia Ferrari. In questo periodo si occupa della realizzazione dell’Alfa Bimotore. Questa vettura da gara, mostrata nel 1935, monta due motori a otto cilindri (uno anteriore e uno posteriore) con una cilindrata complessiva di 5,8 litri (successivamente salita a quota 6,4) capaci di generare una potenza di 540 CV.

I risultati nelle corse del veicolo progettato da Luigi Bazzi deludono – per via della scarsa stabilità e dell’eccessiva usura degli pneumatici – e gli unici eventi rilevanti sono i record sul chilometro lanciato (media 321,420 km/h) e sul miglio lanciato (323,125 km/h) ottenuti il 15 giugno 1935 sull’autostrada Firenze-Mare da Tazio Nuvolari.

La Seconda Guerra Mondiale

Durante la Seconda Guerra Mondiale Bazzi torna a Milano per lavorare sui motori Alfa Romeo destinati all’aviazione e ai carri armati.

La Ferrari

Nel 1946 Luigi Bazzi prende una decisione importante che rappresenterà una svolta nel mondo del’automobilismo: abbandona l’Alfa Romeo e si trasferisce a Maranello per diventare direttore tecnico della Ferrari, che l’anno successivo diventa un costruttore a tutti gli effetti.

Dopo trentasette anni di lavoro con la Casa del Cavallino a stretto contatto con Enzo Ferrari e con tutti i tecnici e i piloti che hanno segnato la storia della Rossa Luigi va in pensione nel 1973 ma per alcuni anni continua a fornire consulenze al Drake, che lo considera un suo uomo di fiducia. La morte lo coglie a Modena il 5 febbraio 1986.