La storia della Renault in F1

Smartworld

Quattro Mondiali (due Piloti e due Costruttori), 35 vittorie e tanto altro

La Renault – tornata quest’anno in F1 dopo cinque anni di assenza – sta disputando la sua 20° stagione nel Circus ma già da tempo è entrata nella storia di questo sport. Merito dei numerosi successi (quattro Mondiali e 35 vittorie) e di alcune innovazioni tecniche introdotte. Scopriamo insieme l’evoluzione della Casa francese nella massima categoria del motorsport.

Renault F1: la storia

La Renault debutta in F1 nella seconda parte del Mondiale 1977 con un’auto rivoluzionaria: la RS01. La prima monoposto turbo di sempre (motore 1.5 V6), è anche la prima a montare pneumatici radiali (forniti da Michelin).

La vettura da corsa transalpina – affidata al francese Jean-Pierre Jabouille – si rivela poco affidabile e bisogna aspettare il GP di Monaco dell’anno successivo per vederla tagliare per la prima volta al traguardo. I primi punti arrivano invece nel GP degli USA Est del 1979 grazie ad un quarto posto.

La prima vittoria

La Renault inizia a diventare competitiva in F1 nel 1979: Jabouille ottiene la prima pole position per la scuderia francese in Sudafrica e il primo successo nel GP di Casa (una gara diventata famosa anche per lo storico duello tra Gilles Villeneuve e René Arnoux) mentre il più continuo compagno di squadra Arnoux porta a casa tre podi (secondo in Gran Bretagna e negli USA Est e terzo in Francia).

Gli anni ’80

Nella prima metà degli anni ’80 il team transalpino diventa sempre più protagonista del Mondiale F1: nel 1980 arrivano tre vittorie (Arnoux primo in Brasile e in Sudafrica e Jabouille davanti a tutti in Austria) e la situazione migliora ulteriormente l’anno seguente con l’arrivo del giovane talento d’oltralpe Alain Prost.

Il pilota francese ottiene tre successi nel 1981 (Francia, Olanda e Italia) e altri due nel 1982 (Sudafrica e Brasile), anno in cui Arnoux riesce a salire sul gradino più alto del podio in Francia e in Italia. L’anno migliore per la scuderia transalpina è però il 1983: secondo posto assoluto tra i Costruttori e Prost (quattro trionfi: Francia, Belgio, Gran Bretagna e Austria) che perde il titolo Piloti all’ultima gara e  viene licenziato due giorni dopo per aver criticato pubblicamente il team.

Dopo Prost

L’addio di Prost coincide con un biennio di crisi per la Renault in F1: nel 1984 arrivano cinque podi grazie al britannico Derek Warwick (2° in Belgio e in Gran Bretagna e 3° in Sudafrica e in Germania) e al francese Patrick Tambay (2° in Francia) mentre nel 1985 solo Tambay riesce – in due occasioni (3° in Portogallo e a San Marino) – a terminare una gara in “top 3”.

Al termine della stagione 1985 la Régie, in seguito a problemi finanziari, decide di ritirarsi dalla F1 come costruttore e si limita a fornire motori ad altre scuderie.

Il primo ritorno in F1

Nel 2000 la Renault acquista il team Benetton ma è solo nel 2002 – quando il team cambia nome – che si può parlare del ritorno ufficiale come scuderia della Casa transalpina.

Nonostante l’assenza di podi nella prima stagione del rientro arrivano tanti piazzamenti interessanti grazie al britannico Jenson Button (4° in Malesia e Brasile) e al nostro Jarno Trulli (4° a Monaco e in Italia).

L’era Alonso

Il periodo migliore della Renault in F1 coincide con l’arrivo nella scuderia transalpina di un giovane e talentuoso pilota spagnolo: Fernando Alonso. Il driver iberico sorprende tutti con una vittoria in Ungheria condita da altri tre podi (2° in Spagna e 3° in Malesia e in Brasile) mentre il coéquipier Trulli si deve accontentare di una terza piazza in Germania.

Nel 2004 Alonso ottiene altri piazzamenti interessanti (2° in Francia e 3° in Australia, in Germania e in Ungheria) ma Jarno trionfa a sorpresa a Monte Carlo e arriva terzo in Spagna.

I due Mondiali

La Renault conquista i primi due Mondiali F1 della sua storia nel 2005: Fernando Alonso diventa iridato grazie a sette vittorie (Malesia, Bahrein, San Marino, Europa, Francia, Germania e Cina) e il titolo Costruttori arriva anche per merito del nostro Giancarlo Fisichella (primo in Australia).

Nel 2006 la Régie bissa il doppio trionfo grazie ai sei successi del due volte campione del mondo Alonso (Australia, Spagna, Monaco, Gran Bretagna, Canada e Giappone) e al successo di Fisichella in Malesia.

Alonso: andata e ritorno

Il passaggio di Alonso alla McLaren nel 2007 coincide con una stagione povera di soddisfazioni per la Renault in F1: l’unico podio dell’anno arriva in Giappone con il finlandese Heikki Kovalainen.

Fernando torna nella scuderia francese l’anno successivo ma gli ultimi due campionati del decennio vedono una monoposto decisamente meno competitiva: i successi del pilota spagnolo a Singapore (in una corsa molto controversa) e in Giappone sono – per il momento – gli ultimi per il team transalpino mentre nel 2009 arriva un misero terzo posto, sempre a Singapore.

Gli anni ’10

Nel 2010 la maggioranza della scuderia Renault viene venduta al fondo di investimento lussemburghese Genii Capital e le uniche soddisfazioni per il team arrivano grazie al terzo posto del polacco Robert Kubica, capace di ottenere tre podi (2° in Australia e 3° a Monte Carlo e in Belgio).

L’anno seguente si assiste ad una vera e propria rivoluzione: la livrea diventa nera-oro e in seguito alla partnership con Lotus la licenza diventa britannica. Prima dell’inizio del Mondiale il team deve oltretutto rinunciare a Kubica (vittima di un incidente pauroso durante un rally) e nel corso della stagione riesce a portare a casa solo due terzi posti: in Australia con il russo Vitaly Petrov e in Malesia con il tedesco Nick Heidfeld).

Per vedere una vera Renault nuovamente in F1 bisogna attendere il 2016 quando la Régie acquista il team Lotus e si affida a due giovani piloti: il britannico Jolyon Palmer e il danese Kevin Magnussen.