Fiat Panda, la storia della citycar torinese

Smartworld
di Marco Coletto

La storia della Fiat Panda: le tre generazioni dell'auto più amata dagli italiani

La Fiat Panda ha attraversato quasi 40 anni di carriera e la terza generazione – quella attualmente in commercio – è da sette anni l’auto più venduta in Italia.

La terza evoluzione della citycar torinese – disponibile a trazione anteriore o integrale (4×4) – vede la luce nel 2012 e ha una gamma motori al lancio che comprende cinque unità: due a benzina (1.2 da 69 CV e 0.9 TwinAir Turbo bicilindrico da 85 CV), un 1.2 a GPL da 69 CV, uno 0.9 TwinAir Turbo a metano da 85 CV e un 1.3 turbodiesel Mjt da 75 CV.

La gamma della Fiat Panda si arricchisce nel 2014 con il lancio della variante Cross (una 4×4 con un look più aggressivo e ancora più adatta all’off-road dotata di motori più potenti: 0.9 TwinAir Turbo da 90 CV e 1.3 Mjt da 80 CV) mentre l’anno dopo i due diesel lasciano spazio a un’unità – sempre a gasolio – da 95 CV.

Nel 2016 debutta in listino un 1.3 diesel da 80 CV ma due anni più tardi tutte le varianti a gasolio (insieme al bicilindrico meno potente) abbandonano la scena. L’ultima novità rilevante risale al 2019 con il depotenziamento (da 85 a 70 CV) del TwinAir a metano.

Scopriamo insieme la storia della Fiat Panda, l’auto più amata dagli italiani.

Fiat Panda prima generazione (1980-2004)

La prima Fiat Panda, disegnata da Giorgetto Giugiaro e presentata al Salone di Ginevra del 1980, è un’auto economica e razionale. Ha un innovativo divano posteriore che può essere rimosso o configurato in sette posizioni diverse e vetri piatti per risparmiare sui costi di produzione.

Due le versioni al lancio: la Fiat Panda 30 (con il motore bicilindrico 650 da 30 CV raffreddato ad aria derivato da quello della 126) e la Fiat Panda 45 (con il quattro cilindri 900 raffreddato ad acqua da 45 CV derivato da quello della 127).

Nel 1983 arriva la mitica 4×4: ha un propulsore 950 da 48 CV derivato dall’unità montata dall’Autobianchi A112 e un sistema di trazione integrale realizzato dall’azienda austriaca Steyr-Puch.

Nel 1986 è la volta del primo restyling per la Fiat Panda: sparisce il bicilindrico (rimpiazzato da un 750 a quattro cilindri da 34 CV), il 900 lascia spazio a un 1.0 da 45 CV (50 per la 4×4) e debutta un 1.3 diesel da 37 CV. Le sospensioni posteriori diventano ad assale rigido anziché a balestre e vengono risolti alcuni problemi di ruggine attraverso alcuni interventi sulla carrozzeria. Nel 1987 tocca alla 4×4 Sisley, caratterizzata da una dotazione di serie completissima: vernice metallizzata, inclinometro, tetto apribile, barre sul tetto e cerchi bianchi.

Il 1989 vede il ritorno del 903 mentre l’anno seguente è la volta dell’elettrica Elettra con le batterie sistemate al posto dei sedili posteriori e della versione Mondiali/Italia ’90 (bianca con paraurti, tergicristallo e tergilunotto in tinta con la carozzeria e copricerchi a forma di pallone da calcio).

Il secondo restyling del 1991 porta alla Fiat Panda una nuova mascherina frontale simile a quella della Tipo e un motore 1.1. Nel 1993 sparisce dalle scene il 750, sei anni più tardi la Elettra abbandona i listini e nel 2001 se ne va anche il 900.

Fiat Panda seconda generazione (2003-2012)

La seconda generazione della Fiat Panda viene presentata nel 2003 al Salone di Ginevra: il nome inizialmente previsto, Gingo, viene sostituito dopo le proteste della Renault, che lo considera troppo simile a Twingo.

L’unica versione della citycar piemontese prodotta dall’estero (in Polonia, per la precisione) monta al lancio due motori a benzina – 1.1 da 54 CV e 1.2 da 60 CV – affiancati nel 2004 (anno nel quale arrivano la versione 4×4 e il premio di Auto dell’Anno) da un 1.3 turbodiesel da 69 CV.

Il 2006 è un anno particolarmente ricco di novità per la Fiat Panda: entrano in listino la Cross (variante più raffinata della 4×4), la versione trendy Alessi e la sportiva 100 HP (propulsore 1.4 da 101 CV, quattro freni a disco, stile più sportivo e sospensioni riviste). Senza dimenticare il 1.3 diesel da 75 CV. Nel 2007 – anno di debutto del logo Fiat rosso – è invece la volta della Natural Power a metano, dotata di un motore 1.2 da 60 CV e di bombole posizionate nel sottoscocca.

Nel 2009 – in concomitanza con la mascherina rivista – arriva la variante a GPL (1.2 da 60 CV) e un 1.2 da 69 CV, che dall’anno seguente resta l’unica proposta a benzina disponibile in listino. Il 2010 è anche l’anno dell’addio alle scene del 1.3 a gasolio da 69 CV mentre nel 2011 il 1.2 a metano viene rimpiazzato da un più potente 1.4 da 77 CV.