Maserati Quattroporte, la storia della prima ammiraglia sportiva

Smartworld
di Marco Coletto

Dagli anni Sessanta la lussuosa berlina del Tridente rappresenta il giusto compromesso tra eleganza e prestazioni.

Da quasi cinquant’anni la Maserati Quattroporte è la vettura ideale per chi cerca le prestazioni ma non vuole rinunciare all’eleganza e al comfort. L’ultima generazione dell’ammiraglia modenese, svelata durante il Salone di Francoforte del 2003 e disegnata da Pininfarina, nasce nel 2004 e ha una gamma motori V8 a benzina composta da un 4.2 da 400 CV e da un 4.7 da 430 e 440 CV.

Nel 2005 arriva la Sport GT, caratterizzata da cerchi da 20″, scarichi più aggressivi, sospensioni modificate ed interni rivisti, nel 2006 tocca alla lussuosa Executive GT (cerchi da 19″, rivestimenti in alcantara, sedili massaggianti, tavolini e tendine per i passeggeri posteriori) mentre nel 2007 è la volta della Sport GT S con pneumatici maggiorati.

Il restyling del 2008, svelato a Ginevra insieme alla versione S e attualmente in listino, presenta poche modifiche estetiche (una su tutte i gruppi ottici a LED). Degna erede di una serie di “berlinone” del Tridente, antesignane delle moderne ed aggressive “segmento E” tedesche pepate.

PRIMA GENERAZIONE

La mamma di tutte le Quattroporte nasce nel 1963, è disegnata da Pietro Frua e permette al guidatore di viaggiare ad oltre 200 km/h nel massimo comfort. Il motore è un 4.1 V8 da 260 CV – che consente alla vettura di raggiungere i 230 km/h – rimpiazzato successivamente da un 4.7 V8 da 299 CV (235 km/h di velocità massima).

SECONDA GENERAZIONE

La serie nata nel 1974 è la più sfortunata. Basata sul pianale allungato della Citroën SM (il brand modenese e quello transalpino sono in affari insieme) e disegnata da Bertone, ha un design originale (tre tergicristalli anteriori e fari direzionali come sulla DS) ma viene prodotta in soli 13 esemplari. I motivi sono numerosi: la trazione anteriore, le sospensioni idropneumatiche poco adatte alla guida sportiva e un motore 3.0 V6 da 209 CV poco vivace. Senza dimenticare la crisi petrolifera, che penalizza le auto “assetate”.

TERZA GENERAZIONE

Alla guida della Casa del Tridente nel 1979 c’è Alejandro de Tomaso, che vuole realizzare una vettura capace di dare del filo da torcere alle ammiraglie tedesche.

Il design firmato Giorgetto Giugiaro convince, così come i motori4.1 V8 da 256 CV e 4.9 V8 da 280 CV. Nel 1986 debuttano la variante Limousine (lunga 5,56 metri, con mini bar, televisore e climatizzatore automatico bizona) e, soprattutto, la Royale. Questa versione al top di gamma, realizzata in 53 esemplari, si distingue per l’assetto più morbido, per gli interni più raffinati e per il propulsore portato a 300 CV.

QUARTA GENERAZIONE

La penultima serie della Quattroporte, disegnata da Marcello Gandini (autore delle Lamborghini più affascinanti dello scorso secolo), è estremamente compatta: è lunga solo 4,55 metri e monta due motori V6 (2.4 da 284 CV e 3.2 V8 da 334 CV). La Evoluzione del 1997 non è altro che la stessa vettura riveduta e corretta dai tecnici Ferrari (Casa che ancora oggi appartiene allo stesso gruppo del brand modenese): sospensioni più rigide e dotazione di serie più ricca.