Mercedes classe M, la storia della SUV della Stella

Smartworld
di Marco Coletto

Le tre generazioni della 4x4 "premium" tedesca.

Da tredici anni la classe M è la SUV “premium” del marchio Mercedes. L’attuale generazione (la terza), presentata al Salone di Francoforte 2011, ha una gamma motori che comprende un 3.5 V6 a benzina (350) da 306 CV e due turbodiesel BlueTEC: 2.1 (250) da 204 CV e 3.0 (350) da 258 CV. Rispetto al passato è più spaziosa (specialmente per le gambe di chi si accomoda dietro) e più tecnologica (c’è anche il cruise control adattivo).

Scopriamo insieme la storia delle tre generazioni della Sport Utility della Stella: un mezzo nato per gli Stati Uniti d’America che ha saputo imporsi anche nel Vecchio Continente.

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Viene lanciata nel 1998, ha una gamma motori da 2,3 a 5,4 litri da 150 a 347 CV e compare immediatamente sul grande schermo nel film “Il mondo perduto – Jurassic Park“. Il successo di pubblico (dell’auto) è immediato, meno quello della critica, che riscontra diversi problemi negli assemblaggi: in una puntata della celebre trasmissione inglese “Top Gear” il presentatore Jeremy Clarkson riesce ad infilare un dito nello spazio tra il faro posteriore e il paraurti.

Nel 1999 inizia la produzione in Austria (terminerà nel 2002) mentre nel 2000 è la volta della sportiva 55 AMG con un propulsore 5.4 V8 da 347 CV e dell’addio della 230. Il restyling del 2001 – fari e paraurti rinnovati, motore 430 rimpiazzato dal 500 (5.0 V8) e propulsore inedito 400 CDI – migliora la qualità ma non ancora abbastanza.

Nel 2002 arriva la 350 con una nuova unità 3.7 e viene creata quella che ancora oggi viene usata come Papamobile, basata sulla 430.

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Più grande di prima, con la scocca portante, con una gamma motori da 3 a 6,2 litri da 190 a 510 CV e con un pianale condiviso con la sorella maggiore GL: queste le caratteristiche principali della seconda generazione della classe M, svelata al Salone di Detroit del 2005. Tra le innovazioni tecniche segnaliamo il cambio automatico a sette rapporti, i fari bixeno che si illuminano in curva e le sospensioni pneumatiche.

Nel 2006, sempre a Detroit, debuttano la 420 CDI (4.0 turbodiesel da 306 CV) e la 63 AMG, con un 6.2 V8 da 510 CV mentre nel 2007 tocca alla versione Edition 10 (cerchi in lega da 20″, fari allo xeno, vernicie grigio titanio e sedili in pelle bicolore) e alla V-Max, capace di raggiungere i 275 km/h di velocità massima.

Il restyling (fari, paraurti, specchietti retrovisori, mascherina, interni) viene presentato al Salone di New York del 2008: il 280 CDI diventa 300, il 300 350 e il 420 450.

Ultimo, ma non meno importante, l’esordio dei propulsori BlueTEC a gasolio.

Nel 2010 la 300 CDI passa da 190 a 204 CV e la 350 CDI da 224 a 231 CV mentre sparisce la V-Max.

IL FUTURO

Nei prossimi mesi vedremo la versione “cattiva” 63 AMG, dotata di un motore 5.5 V8 da 525 CV (557 per la versione Performance). Non mancherà inoltre una versione ibrida.