Dalla PV 36 Carioca alla S80, la storia delle ammiraglie Volvo

Smartworld
di Marco Coletto

Quando lusso e sicurezza convivono

Le ammiraglie Volvo sono le preferite dagli amanti dell’understatement: vetture eleganti, sicure, raffinate ma anche meno appariscenti delle più blasonate rivali tedesche.

Il modello attualmente in commercio, la seconda generazione della S80, debutta al Salone di Ginevra del 2006 e ha un pianale con molti elementi in comune con quello adottato dalle Ford Mondeo, S-Max e Galaxy. Cinque i motori al lancio: tre a benzina (2.5 da 200 CV, 3.2 da 238 CV e 4.4 V8 da 315 CV) e un 2.4 turbodiesel da 163 e 185 CV.

Nel 2008 arrivano un 3.0 a benzina da 286 CV, due propulsori che possono viaggiare anche a etanolo (2.0 da 145 CV e 2.5 da 200 CV) e un 2.0 turbodiesel da 136 CV. Nel 2009 il 2.0 a benzina/etanolo beneficia di un aumento di coppia e il 2.5 benzina/etanolo passa da 200 a 231 CV mentre per quanto riguarda le unità a gasolio segnaliamo l’ingresso di un 1.6 da 109 CV e di un incremento di potenza per i 2.4 (da 163 a 175 CV e da 185 a 205 CV).

Il restyling del 2009 è concentrato sui paraurti e sui gruppi ottici e nel 2011 arrivano altre modifiche riguardanti la plancia (ora simile a quella della sorellina S60) e gli indicatori di direzione a LED. La gamma motori attuale comprende tre unità a benzina (1.6 da 180 CV, 2.0 da 240 CV e 3.0 da 304 CV) e tre turbodiesel (1.6 da 115 CV, 2.0 da 163 CV e 2.4 da 215 CV).

Scopriamo insieme l’evoluzione delle “berlinone” della Casa svedese.

PV 36 Carioca (1935)

La prima Volvo con sospensioni anteriori a ruote indipendenti monta un motore 3.7 a sei cilindri da 87 CV e ha uno stile aerodinamico ispirato alle auto americane, in particolare alla Chrysler Airflow presentata l’anno prima.

PV 60 (1948)

La prima Volvo prodotta nel dopoguerra adotta lo stesso motore 3.7 della PV 36 Carioca potenziato a 91 CV.

164 (1968)

Presentata al Salone di Parigi, non è altro che la berlina 144 con un passo più lungo di 10 centimetri ed un frontale rivisto. Gli interni sono gli stessi della sorella minore mentre il motore è un 3.0 da 140 CV.

Il restyling del 1972 interessa soprattutto il frontale, la coda e i paraurti.

Il propulsore ad iniezione beneficia di un aumento di potenza a 170 CV.

Il pubblico non la apprezza particolarmente: colpa della zona posteriore troppo simile alla 144 e del motore poco brioso.

264 (1974)

Non è altro che la variante a sei cilindri della serie 200, dotata di un motore 2.7 da 140 CV, affiancato nel 1975 da una versione meno potente (e meno accessoriata) da 125 CV.

La TE del 1976, prodotta da Bertone in numeri limitati, è una limousine a passo lungo destinata ai capi di stato mentre la nuova versione “base” GLE aggiunge alla dotazione di serie i cerchi in lega e il condizionatore.

Il restyling del 1980 porta modifiche alla calandra, ai fari, alla coda, ai paraurti e agli interni. Senza contare il motore 2.8 da 155 CV.

760 (1982)

Si distingue dalla concorrenza per le forme squadrate e il lunotto quasi verticale. Conquista immediatamente il pubblico americano mentre impiega più tempo per sedurre gli europei.

Due i motori al lancio, entrambi a sei cilindri: un 2.8 a benzina da 155 CV e un 2.4 turbodiesel di origine Volkswagen da 107 CV. Nel 1985 arriva la 2.3 Turbo da 179 CV. Il restyling del 1987 coinvolge principalmente la mascherina e i gruppi ottici.

740 (1984)

Una variante meno elegante della 760 contraddistinta dai paraurti privi di profili cromati e da altri dettagli meno curati. La gamma motori comprende sei unità: quattro 2.0 a benzina da 112, 139, 155 e 200 CV e un 2.4 a gasolio da 82 e 107 CV. Il restyling del 1987 consiste in modifiche simili a quelle apportate alla 760.

960 (1990)

L’ultima Volvo a trazione posteriore non è altro che un profondo restyling della 760. Il pianale ha molti elementi in comune con quello della serie 700 ma si distingue per la nuova sospensione posteriore a ruote indipendenti. La gamma motori comprende tre unità: due a benzina (2.0 da 190 CV e 3.0 da 204 CV) e un 2.4 turbodiesel.

Il restyling del 1995 porta un frontale ridisegnato, paraurti in tinta integrati con la carrozzeria e interni rivisti.

La gamma dei propulsori si arricchisce con l’arrivo di un 2.5 da 170 CV e di un 2.9 abbinato al cambio automatico. Nel 1997 la vettura viene ribattezzata S90 pur senza mostrare modifiche rilevanti: solo l’impianto di climatizzazione viene reso più efficace.

940 (1990)

La variante più economica della 960 monta quattro motori: un 2.0 a benzina da 112, 155 e 200 CV e un 2.4 turbodiesel di origine Volkswagen da 122 CV.

Nel 1995, a causa del debutto della 850, rimangono disponibili in listino esclusivamente le varianti station wagon.

S80 prima generazione (1998)

L’erede della serie 900 abbandona lo stile squadrato per delle forme sinuose ancora oggi adottate dall’intera gamma della Casa svedese. Il pianale è lo stesso della S60 e della V70 mentre i motori al lancio sono sei: cinque a benzina (2.4 da 140, 170 e 200 CV, 2.9 da 204 CV e 2.8 da 272 CV) e un 2.5 turbodiesel da 140 CV.

Nel 2000 arriva un 2.0 da 179 CV mentre nel 2001 la potenza del 2.0 scende da 204 a 196 CV, il 2.8 da 272 CV diventa un 2.9 e il 2.5 a gasolio lascia spazio ad un 2.4 da 131 e 163 CV.

In occasione del restyling del 2003 (che riguarda soprattutto la griglia frontale) il 2.4 da 200 CV viene rimpazzato da un 2.5 da 211 CV.