Dalla 2-Litre Sports alla Virage, la storia delle classiche Aston Martin

Smartworld
di Marco Coletto

L'evoluzione delle supercar inglesi, sportive ed eleganti

In cento anni di vita (li festeggerà nel 2013) l’Aston Martin ha realizzato tantissime supercar tanto cattive quanto eleganti. Quelle “normali” (senza, per intenderci, le portiere posteriori come la Rapide o prive di esagerazioni stilistiche come la DBS)  attualmente in listino sono tre.

V8 Vantage (2003)

La più economica della gamma (se si esclude la citycar Cygnet derivata dalla Toyota iQ) è la V8 Vantage, anticipata dalla concept AMV8 Vantage del 2003 e presentata al Salone di Ginevra del 2005. Il motore al lancio è un 4.3 V8 da 385 CV, il propulsore ideale per sfidare la Porsche 911.

Al Salone di Londra del 2006 debutta la versione da corsa N24, realizzata per partecipare alla 24 Ore del Nürburgring, più leggera della versione standard e dotata di un propulsore da 410 CV. Nel 2007 è la volta della scoperta Roadster, mostrata al Salone di Los Angeles del 2006, mentre nello stesso anno a Francoforte viene lanciata la N400, 480 esemplari (240 Coupé e 240 Roadster) con una potenza di 405 CV creati per omaggiare la Nordschleife.

Nel 2008 tocca al motore 4.7 V8 da 436 CV (ancora oggi in commercio) mentre nel 2009 è la volta della mostruosa V12 Vantage: anticipata dalla concept V12 Vantage RS del 2007, monta un 5.9 V12 da 517 CV. Nel 2011 viene invece svelata la S, con il 4.7 V8 da 436 CV.

DB9 (2004)

La DB9 del 2004, nata per rimpiazzare la DB7, è la prima Aston della storia ad essere dotata di ESP e la prima ad essere costruita nei nuovi stabilimenti di Gaydon. Condivide il motore 5.9 V12 con la Vanquish (per evitare che si pensi che abbia un V8 viene deciso di non battezzarla DB8) ma ha 476 CV anziché 520.

Disponibile nelle varianti Coupé e Volante (cabriolet), amplia la propria gamma nel 2007 con l’arrivo della versione speciale LM (124 esemplari con carrozzeria chiusa verniciati in argento), nata per celebrare la vittoria in classe GT1 alla 24 Ore di Le Mans.

Il restyling del 2008 porta qualche modifica al motore, interni ridisegnati e una griglia frontale rivista. Nello stesso anno la variante da gara DBR9 si aggiudica un altro successo nella classe GT1 a Le Mans. Risale al 2011 l’ultimo lifting, che coinvolge i fari, i cerchi e il paraurti anteriore.

Virage (2011)

La Virage, presentata al Salone di Ginevra del 2011, si posiziona a metà tra la DB9 e la DBS. Disponibile nelle varianti Coupé o Volante a due posti secchi o 2+2, monta un motore 5.9 V12 da 496 CV.

Scopriamo insieme le antenate di questi modelli.

2-litre Sports (1948)

La prima Aston Martin realizzata sotto la gestione di David Brown (che durerà fino al 1971) viene presentata al Salone di Londra e venduta in soli 15 esemplari. Il sedicesimo si aggiudica nello stesso anno la 24 Ore di Spa.

La spider biposto britannica (che nel 1950, in occasione del lancio della DB2, viene ribattezzata DB1) ha la trazione posteriore, la ruota di scorta sistemata nel parafango anteriore e monta un motore 2.0 da 90 CV.

DB2 (1950)

Anticipata da un prototipo presentato alla 24 Ore di Le Mans del 1949, debutta al Salone di New York ed è disponibile coupé o scoperta. Ha la carrozzeria in alluminio e un motore 2.6 a sei cilindri da 125 CV.

DB2/4 (1953)

La prima serie, che rimpiazza la DB2, è disponibile in versione berlinetta 2+2 con portellone posteriore o cabriolet e si distingue dall’antenata per il parabrezza avvolgente, per i paraurti più ampi e per i gruppi ottici posteriori riposizionati. Due i motori al lancio, entrambi a sei cilindri: un 2.6 da 125 CV e un 2.9 da 140 CV.

La seconda serie, denominata Mark II, del 1955 porta in dote un motore da 165 CV e le pinne posteriori. Sparisce la versione berlinetta e arriva una coupé.

DB Mark III (1957)

L’erede della DB2/4 Mark II – disponibile berlinetta, coupè o drophead – ha una gamma motori che comprende un 2.9 da 162, 178, 180, 195 e 214 CV.

DB4 (1958)

Svelata al Salone di Londra e disponibile in tre varianti (coupé biposto, coupé 2+2 e drophead), è completamente nuova rispetto all’antenata DB Mark III e ha una carrozzeria superleggera realizzata dall’atelier milanese Touring.

Nel 1961 arrivano la Series IV e la versione sportiva Vantage che eroga 269 CV mentre nel 1962 è la volta della Convertible e della Series V, che si differenzia per l’abitacolo più lungo e le ruote più piccole per aumentare lo spazio interno.

DB5 (1963)

L’auto di James Bond per antonomasia, disegnata dalla carrozzeria Touring, ha dimensioni simili all’antenata DB4 ma è più pesante. Disponibile nelle varianti Coupé, Convertibile (Volante) e shooting brake, monta un motore 4.0 da 282 CV con tre carburatori e un cambio a cinque marce.

Nel 1964 tocca alla sportiva Vantage: 65 esemplari con una potenza di 314 CV.

DB6 (1965)

Mostrata al Salone di Londra, è la prima Aston Martin costruita a Newport Pagnell. Migliorata dal punto di vista aerodinamico rispetto alla DB5 grazie ad un alettone posteriore ispirato a quello della Ferrari 250, offre più spazio ai passeggeri posteriori ma dice addio alla carrozzeria Superleggera.

Il motore è un 4.0 da 286 CV, che diventano 330 nella variante aggressiva Vantage. Nel 1966 viene presentata, sempre a Londra, la convertibile Volante mentre in occasione del restyling del 1968 (denominato Mark II) arrivano il servosterzo optional e molti elementi in comune con la DBS come gli pneumatici più larghi.

DBS (1967)

L’ultima Aston Martin costruita sotto la direzione di David Brown ha un design squadrato, simile a quello della Maserati Ghibli, e quattro freni a disco. Il motore 4.0 da 282 CV è sottodimensionato rispetto alla vettura e pochi mesi più tardi debutta la Vantage da 325 CV.

Nel 1970 la Vantage viene sostituita dalla V8, dotata di un 5.3 da 345 CV.

V8 (1969)

Non è altro che un semplice restyling della DBS V8 che si differenzia per il frontale e gli interni completamente rivisti. Inizialmente viene lanciata con la sola carrozzeria coupé e con un motore da 320 CV abbinato ad un cambio automatico a tre rapporti creato per venire incontro al pubblico americano (la trasmissione manuale è offerta come optional solo in Europa).

Nel 1974 la Casa inglese – per rimediare alle prestazioni deludenti della vettura – presenta la Vantage, contraddistinta da un motore 5.3 V8 da 390 CV, da uno spoiler anteriore, dai parafanghi allargati e dai fari supplementari mentre nel 1976 tocca alla cabriolet Volante.

Nel 1980 l’iniezione elettronica porta ad un calo di potenza (306 CV) per le versioni normali e ad un incremento (400 CV) per le Vantage.

VIRAGE (1989)

Presentata al Salone di Birmingham del 1988, si distigue dall’antenata V8 per il motore 5.3 V8 da 335 CV e per un design più moderno, caratterizzato da molte componenti prese in prestito da altre vetture: i fari anteriori sono gli stessi dell’Audi 200 mentre i gruppi ottici posteriori sono condivisi con la Volkswagen Scirocco.

La scoperta Volante, presentata al Salone di Birmingham del 1990, ha due posti secchi e nel 1991 arrivano il propulsore 6.3 da 485 CV e la Volante 2+2 mostrata a Ginevra. Nel 1996 il nome viene cambiato in V8.

DB7 (1994)

L’Aston Martin più venduta di sempre (7.000 esemplari) debutta al Salone di Ginevra del 1993, monta un motore 3.2 a sei cilindri sovralimentato da 335 CV e un pianale derivato da quello della Jaguar XJ-S.

Al Salone di Detroit del 1996 debutta la scoperta Volante e a Ginevra 1999 tocca alla V12 Vantage, che monta un 5.9 V12 da 420 CV e fa sparire dal listino il vecchio sei cilindri.

Nel 2002 arrivano la GT e l’automatica GTA: montano lo stesso propulsore della Vantage portato a 441 CV e si distinguono per le prese d’aria maggiorate, per lo spoiler e per i cerchi ridisegnati.