Honda, la storia a quattro ruote

Smartworld
di Marco Coletto

I cinquant'anni di carriera delle automobili della Casa giapponese

Non tutti sanno che la Honda – nata ufficialmente come costruttore di moto nel 1948 – ha iniziato a produrre automobili solo cinquant’anni fa. Scopriamo insieme la storia degli innovativi prodotti a quattro ruote della Casa nipponica.

Honda: la storia a quattro ruote

L’avventura Honda nel mondo delle automobili inizia all’inizio degli anni Sessanta quando il brand giapponese – già diventato il più grande produttore mondiale di moto – decide di espandere il proprio business.

Il governo giapponese non vuole avere troppi costruttori di veicoli a quattro ruote nel Paese e nel 1961 introduce una legge che ne favorisce solo un paio già attivi da tempo. Il fondatore Soichiro Honda non ci sta e reagisce rapidamente svelando già al Salone di Tokyo del 1962 due modelli nuovi di zecca: il piccolo furgone T360 e la sportiva S360. E non è tutto: in un’intervista annuncia infatti la voglia di debuttare in F1.

Il debutto in F1

La Honda debutta in F1 già nel 1964 in occasione del GP di Germania con il pilota statunitense Ronnie Bucknum ma i risultati iniziano a diventare interessanti gli anni successivi: nel 1965 arriva la prima vittoria – in Messico con lo “yankee” Richie Ginther – mentre nel 1967 il britannico John Surtees sale sul gradino più alto del podio in Italia. La prima avventura della Casa giapponese nel Circus termina nel 1968, anno in cui al volante di una vettura nipponica perde la vita in Francia il driver transalpino Jo Schlesser.

La produzione di serie

I successi sportivi permettono al marchio nipponico di farsi un nome anche nel panorama automobilistico: nel 1967 viene lanciata la citycar N360 e nel 1970 – anno in cui la piccola di Casa raggiunge il milione di esemplari prodotti – Honda inizia ad esportare i suoi veicoli anche in Italia.

Alla conquista degli USA

La Honda conquista il mercato degli USA grazie soprattutto alla tecnologia CVCC, introdotta sulla Civic nel 1972 e creata per rispettare le severe normative antiinquinamento statunitensi in vigore dal 1975. Oltretutto questo sistema viene ceduto su licenza ad altre Case come Chrysler, Ford e Isuzu.

Gli accordi internazionali e il ritorno allo sport

Il primo accordo di collaborazione firmato dalla Casa giapponese risale al 1979 quando Honda sigla una partnership con il colosso britannico British Leyland (a cui appartengono i marchi Austin, Rover e Triumph). Il primo frutto di questa “amicizia” è la berlina Ballade – cugina della Acclaim – presentata nel 1986, anno in cui debuttano i primi modelli dotati di quattro ruote sterzanti.

Nel 1983 Honda torna invece in F1, ma solo come fornitore di motori per la Spirit e la Williams (con la quale ottiene il primo successo già l’anno seguente negli USA grazie al pilota finlandese Keke Rosberg).

Il palmarès del brand nipponico come motorista dal 1983 al 1992 è incredibile: undici Mondiali – cinque Piloti (tre con il brasiliano Ayrton Senna e uno con il brasiliano Nelson Piquet e il francese Alain Prost) e sei Costruttori (quattro con la McLaren e due con la Williams) – e 69 vittorie.

Gli anni Novanta

All’inizio degli anni Novanta la Honda presenta i suoi modelli più iconici: nel 1990 è la volta della supercar NSX, nel 1991 tocca alla quinta generazione (la più bella) della compatta Civic mentre nel 1992 viene svelata la terza serie della sportiva CRX, caratterizzata dalla possibilità di asportare il tettuccio in metallo.

Tra il 1996 e il 2001 i propulsori del marchio giapponese conquistano cinque titoli nella serie americana Champ Car (due con il nostro Alex Zanardi) mentre nel 1998 – per celebrare il mezzo secolo di vita del brand – viene presentata la spider S2000, dotata di un motore 2.000 aspirato in grado di generare una potenza di 240 CV.

Il presente

Nel XXI secolo Honda si concentra sull’ambiente e lancia numerosi modelli ibridi: due generazioni della Civic e della Insight (la prima, a dire il vero, nata nel 1999) e la coupé CR-Z. Senza dimenticare la piccola Jazz, creata per rendere le vetture a doppia alimentazione accessibili anche al grande pubblico.

Il mondo dello sport non viene però dimenticato: nel 2000 la Casa nipponica torna come fornitore di motori in F1 per la BAR ma i migliori risultati arrivano quando nel 2006 – anno del ritorno come costruttore – il britannico Jenson Button vince in Ungheria.

Nelle corse americane la Honda se la cava ancora meglio – dal 2004 al 2013 i suoi motori conquistano nove titoli IndyCar e nove 500 Miglia di Indianapolis – mentre quest’anno si segnala per il Mondiale Costruttori WTCC conquistato dalla Civic.