Citroën DS, la storia della gamma

Smartworld
di Marco Coletto

L'evoluzione dei modelli esclusivi del Double Chevron

DS: due lettere che significano molto per Citroën. Negli anni ’50, ’60 e ’70 sono state usate per battezzare il modello più rappresentativo della Casa del Double Chevron mentre da quattro anni vengono utilizzate per una gamma di prodotti esclusivi. Attualmente il listino di questa famiglia è composto da quattro modelli.

DS3 (2010)

La DS3, svelata al Salone di Francoforte del 2009, entrata in commercio nel 2010 e con un design moderno anticipato dalla concept DS Inside, condivide il pianale con la piccola C3 ma si distingue per la presenza di tre porte anziché cinque e per lo stile originale caratterizzato da una vistosa pinna sulla fiancata.

Elegante e sportiva al tempo stesso, può vantare numerose vittorie nei rally, merito soprattutto di Sèbastien Loeb: dopo essersi aggiudicata quattro Mondiali WRC (due Piloti e due Costruttori) nel 2011 e nel 2012 punta ad un’altra doppietta in questa stagione.

La gamma motori attuale comprende tre unità a benzina (1.2 da 82 CV, 1.4 da 95 CV e 1.6 da 156 CV), un 1.4 a GPL da 95 CV e tre turbodiesel HDi: 1.4 da 68 CV e 1.6 da 92 e 114 CV. La sportiva versione Racing – variante stradale del modello leader in WRC e dotata di un 1.6 a benzina da 207 CV – non è più in commercio da qualche mese.

DS3 Cabrio (2012)

La DS3 Cabrio, erede della C3 Pluriel, debutta ufficialmente al Salone di Parigi del 2012, monta un tetto in tela apribile fino ad una velocità di 120 km/h ma, a differenza dell’antenata, ha uno stile più sportivo e non permette di rimuovere i montanti.

Rispetto alla variante “normale” è più pesante di 25 kg, più costosa di 3.500 euro a parità di motore e allestimento e ha un design leggermente diverso nella zona della coda, contraddistinta da gruppi ottici posteriori 3D a LED. La gamma motori comprende tre unità a benzina (1.2 da 82 CV e 1.6 da 120 e 156 CV) e un 1.6 turbodiesel e-HDi da 92 CV.

DS4 (2011)

La DS4, una C4 più raffinata, nasce nel 2011 ma il suo stile – un mix tra una compatta, una coupé (portiere posteriori mignon con maniglie integrate nei montanti) e una SUV (per via dell’elevata altezza da terra) ha molti elementi in comune con il prototipo DS High Rider a tre portte visto al Salone di Ginevra del 2010.

La gamma motori comprende tre 1.6 a benzina da 120, 163 e 200 CV e tre turbodiesel HDi: 1.6 da 114 CV e 2.0 da 136 e 163 CV.

DS5 (2011)

La DS5, ispirata alla concept C-Sportlounge vista a Francoforte nel 2005, viene svelata per la prima volta al Salone di Shanghai del 2011. Difficile stabilire a quale categoria appartiene: ufficialmente è una berlina a cinque porte realizzata sul pianale della C4 Picasso ma ricorda un mix tra una station wagon e una monovolume e le sue finiture hanno una qualità paragonabile a quella di un’ammiraglia.

Scelta dal presidente francese François Hollande per il giorno del suo insediamento all’Eliseo, ha una gamma motori molto ricca, composta da due 1.6 a benzina da 156 e 200 CV, da un 2.0 ibrido/diesel da 200 CV e da due turbodiesel HDi: 1.6 da 114 CV e 2.0 da 163 CV.

Scopriamo insieme l’antenata della gamma DS.

DS (1955)

Progettata da André Lefèbvre e disegnata dall’italiano Flaminio Bertoni, viene presentata al Salone di Parigi e conquista immediatamente il pubblico (80.000 ordini nonostante si tratti di un’ammiraglia molto costosa). La prima versione, la DS19, monta un motore 1.9 da 75 CV derivato da quello della berlina 11BL.

Nel 1958 viene lanciata l’apprezzatissima variante Cabriolet e al Salone di Parigi dello stesso anno debutta la rarissima (solo 29 esemplari) Prestige, con un divisorio tra le due file di sedili.

Nel 1959 il propulsore viene raffreddato meglio grazie alla presenza di prese d’aria all’altezza dei parafanghi anteriori, nel 1961 in concomitanza con un lifting alla plancia la potenza del propulsore viene portata fino a quota 83 CV mentre nel 1962 il frontale viene reso più aerodinamico.

Il 1963 è l’anno in cui il cambio manuale entra nel listino degli optional e nel 1964 è la volta dell’elegante versione Pallas: disponibile esclusivamente con una vernice grigia palladio abbinata al tetto grigio scuro, monta fari alogeni supplementari, montanti posteriori più lisci e sedili più imbottiti.

La DS21 (pneumatici maggiorati e motore 2.2 da 109 CV) debutta nel 1965 e nello stesso anno la DS19 dice addio al 1.9 e passa ad un 2.0 da 90 CV.

Nel 1966 arrivano invece i sedili regolabili su tre posizioni.

Nel 1967 è la volta di un profondo restyling. La novità più rilevante è senza dubbio quella dei gruppi ottici carenati per migliorare l’aerodinamica composti da due proiettori: l’abbagliante interno ruota insieme allo sterzo per seguire le curve e garantire una migliore illuminazione. Questo sistema, però, non viene lanciato in Italia.

Il 1968 è l’anno in cui il 2.0 viene portato a 103 CV e la potenza delle DS21 aumenta fino a 115 CV. Nello stesso periodo viene lanciata la station wagon Break: ha una carrozzeria identica alle sorelle minori ID Break ma monta un’unità 2.0 e il servofreno. Nel 1969 i fari orientabili diventano legali anche da noi, il cambio manuale non è più disponibile come optional sulla DS20 e debutta la 21 i.e. ad iniezione elettronica con 139 CV.

La 20 diventa disponible nell’allestimento Pallas (che prevede anche i fari anabbaglianti allo iodio) nel 1970 (anno in cui entra in scena la Break 21) mentre nel 1971, insieme all’addio della Cabriolet, debuttano il clacson a tromba e le maniglie esterne incassate.

Nel 1972 le 23 (motore 2.3 da 123 o, ad iniezione elettronica, 141 CV) sostituiscono le 21 e nel 1973 la 23 Break esce di produzione.