Dalla Ritmo alla Bravo, la storia delle compatte Fiat

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Oltre 35 anni di evoluzione per le "segmento C" torinesi

Da oltre 35 anni le compatte Fiat accompagnano gli automobilisti (soprattutto italiani) che cercano vetture più spaziose delle piccole tradizionali contraddistinte da un buon rapporto qualità/prezzo.

Il modello della Casa torinese attualmente in commercio – la seconda generazione della Fiat Bravo – vede la luce nel 2007: caratterizzata da un design aggressivo ma anche da un bagagliaio capiente, condivide il pianale con l’antenata Stilo e con la “cugina” Lancia Delta. La gamma motori al lancio comprende cinque unità: tre 1.4 a benzina da 90, 120 e 150 CV e due 1.9 turbodiesel Multijet da 120 e 150 CV.

Nel 2008 debuttano i più evoluti 1.6 a gasolio MJT da 105 e 120 CV mentre l’anno successivo – in concomitanza con l’addio alle scene dei 1.9 diesel (rimpiazzati da un 2.0 Multijet da 165 CV) arrivano due unità da 90 CV (1.4 a GPL e 1.6 MJT). Quest’ultimo propulsore sparisce temporaneamente – per tornare l’anno seguente – nel 2010, anno in cui il 1.4 T-Jet a benzina da 150 CV lascia spazio al meno potente (ma anche meno assetato) 1.4 MultiAir da 140 CV e in cui arriva un leggero restyling che coinvolge i gruppi ottici anteriori (bruniti) e alcuni dettagli della plancia. Nel 2012 la gamma motori perde il due litri a gasolio mentre ora è composta esclusivamente da unità turbodiesel.

Scopriamo insieme la storia delle “segmento C” piemontesi.

Fiat Ritmo (1978)

La Fiat Ritmo, nata per rimpiazzare la 128 e presentata al Salone di Torino del 1978, è considerata la prima compatta moderna della Casa torinese. Realizzata sulla stesso pianale (allungato) dell’antenata, ha un design originale caratterizzato da vistosi paraurti in plastica integrati nel corpo vettura (prima volta per un’automobile italiana) e da numerose componenti tonde (gruppi ottici anteriori e maniglie) ma non brilla alla voce “finiture”.

Disponibile a tre o a cinque porte, ha una gamma motori al lancio composta da tre unità a benzina: 1.1 da 60 CV, 1.3 da 65 CV e 1.5 da 75 CV.

L’anno seguente arriva un 1.0 (meglio noto come 1.050) da 60 CV mentre nel 1980 debutta un 1.7 diesel da 56 CV. Nel 1981 – in concomitanza con l’arrivo in listino della variante Cabrio – vedono la luce altre due unità a ciclo Otto: un 1.5 da 85 CV e un 1.6 da 105 CV.

In occasione del profondo restyling del 1982 la Fiat Ritmo cambia completamente, nel design (meno originale) e nei contenuti (telaio completamente riprogettato). Cinque i motori disponibili – quattro a benzina (1.1 da 55 CV, 1.3 da 68 CV, 1.5 da 82 CV e 1.6 da 105 CV) e un 1.7 diesel da 58 CV – affiancati l’anno successivo da un grintoso 2.0 a ciclo Otto da 130 CV.

Nel 1985 si assiste ad un altro – questa volta leggero – lifting: mascherina e paraurti rivisti e maniglie rettangolari: il 1.1 e il 1.3 si “sdoppiano” (rispettivamente 54 e 58 CV e 65 e 68 CV) e l’unità a gasolio beneficia di un incremento di potenza (da 58 a 60 CV). Il primo turbodiesel sbarca in listino nel 1986: un 1.9 da 80 CV.

Fiat Tipo (1988)

La Tipo, svelata nel 1988 e nominata Auto dell’Anno nel 1989, porta diverse innovazioni in casa Fiat: la carrozzeria completamente zincata e il portellone posteriore in vetroresina (soluzione adottata per risparmiare peso). Eccellente versatilità: pur essendo lunga meno di quattro metri offre tanto spazio ai passeggeri e alle valigie.

La gamma motori al lancio comprende cinque unità – tre a benzina (1.1 da 56 CV, 1.4 da 71 CV e 1,6 da 82 CV) e due diesel (1.7 da 57 CV e 1.9 turbo da 90 CV) – affiancate l’anno seguente da altri due propulsori a ciclo Otto (1.6 da 90 CV e 1.8 da 136 CV). Nel 1990 cala la potenza dei due 1.6 a benzina (che passano rispettivamente a 77 e a 84 CV) mentre arrivano in listino due 1.4 da 69 e 76 CV, un 1.8 da 109 CV, un 2.0 da 113 CV e un 1.9 diesel da 65 CV.

Il 1991 è l’anno in cui spariscono dalla gamma della Fiat Tipo il 1.1 da 56 CV e il 1.4 da 71 CV (arriva, in compenso, un grintoso 2.0 da 145 CV).

L’anno successivo il 1.4 da 76 CV viene rimpiazzato da un 1.6 da 75 CV, la potenza del 1.8 da 109 CV scende a quota 105 e se ne vanno anche il 1.6 da 84 CV e il 1.8 da 136 CV.

Il restyling del 1993 porta una versione a tre porte, finiture più curate, una nuova mascherina e più sicurezza (merito dell’adozione all’interno delle portiere di barre anti-intrusione più robuste). Il 1.6 da 77 CV dice addio al listino e si registra un calo della potenza del 1.8 da 105 CV (diventati 103) e del 2.0 da 145 CV (139). Nel 1995 la gamma propulsori si snellisce con l’addio dei 1.8, dei 2.0 e del 1.9 aspirato a gasolio.

Fiat Bravo/Brava (1995)

La prima generazione della Fiat Bravo (a tre porte) e la Brava (a cinque porte) nascono nel 1995 e conquistano il prestigioso riconoscimento di Auto dell’Anno nel 1996. Molto originale lo stile, specialmente quello dei gruppi ottici posteriori (composti da tre strisce) della Brava.

Sei i motori al debutto: quattro a benzina (1.4 da 80 CV, 1.6 da 103 CV, 1.8 da 113 CV e 2.0 da 147 CV) e due 1.9 a gasolio (aspirato da 65 CV e sovralimentato da 75 CV). L’anno successivo è la volta di un più potente 1.9 turbodiesel da 101 CV mentre nel 1997 abbandona le scene il 1.9 diesel meno “cavallato”.

In occasione del leggero restyling del 1998 la gamma propulsori delle Fiat Bravo e Brava si arricchisce con l’arrivo di altre tre unità: due a benzina (1.2 da 82 CV e 2.0 da 154 CV) e un 1.9 turbodiesel JTD da 105 CV. L’anno seguente se ne vanno il 1.4 da 80 CV e il 2.0 da 147 CV mentre la potenza del 1.9 TD scende da 101 a 100 CV (unità che sparisce definitivamente nel 2000). La gamma motori nel 2001 – ultimo anno di commercializzazione – è composta solo da due unità a benzina (1.2 da 80 CV e 1.6 da 103 CV) e dal 1.9 JTD con potenza calata a 100 CV.

Fiat Stilo (2001)

La Fiat Stilo – presentata al Salone di Ginevra del 2001 e disponibile in tre varianti di carrozzeria (tre porte, cinque porte e – per la prima volta – station wagon) – rappresenta un passo indietro, sotto molti aspetti, rispetto alle antenate Bravo e Brava: nello stile (poco riuscito, specialmente quello della 5 porte) e nei contenuti tecnici (sospensioni posteriori a ponte torcente anziché a ruote indipendenti).

Da dieci e lode – invece – lo spazio interno e la gamma motori, composta al lancio da tre unità a benzina (1.6 da 103 CV, 1.8 da 133 CV e 2.4 cinque cilindri da 170 CV) e da un 1.9 turbodiesel JTD da 116 CV. Nel 2002 arrivano due propulsori da 80 CV: un 1.2 a benzina e un 1.9 sovralimentato a gasolio.

Il leggero lifting del 2004 porta diverse novità sotto il cofano della Fiat Stilo: il 1.2 a benzina viene rimpiazzato da un più potente 1.4 da 95 CV, la potenza del 1.9 JTD passa da 80 a 101 CV e arriva un nuovo 1.9 turbodiesel MJ da 140 CV.

Un anno più tardi viene rivista l’intera gamma dei motori a gasolio, composta da un 1.9 MJT da 120 e 150 CV. Il secondo restyling del 2006 (griglia cromata) toglie dalla circolazione i propulsori 1.8 e 2.4 mentre nel 2007 l’unica unità rimasta è il 1.9 a gasolio meno potente.