Volkswagen Maggiolino, l’evoluzione del design

Smartworld

Stile e funzionalità

La Volkswagen Maggiolino non è una vettura come tutte le altre: la prima generazione è ancora oggi l’auto più venduta di sempre e il suo mito è stato portato avanti dalla seconda serie del 2011 (senza dimenticare l’intermezzo chiamato New Beetle del 1997).

Di seguito vi racconteremo l’evoluzione del design della compatta tedesca e di come molte linee create negli anni ’30 siano ancora presenti oggi.

Volkswagen Maggiolino prima generazione (1938)

Il progetto della prima generazione della Volkswagen Maggiolino inizia nel 1934 quando Adolf Hitler contatta Ferdinand Porsche per commissionargli il progetto di un’auto dal prezzo accessibile in grado di trasportare cinque persone (o tre soldati e un mitragliatore).

Il modello di serie – svelato nel 1938 – ha un design molto aerodinamico per l’epoca (“ispirato” alla cecoslovacca Tatra V570 del 1931): la scelta di adottare il motore posteriore consente di avere maggiore libertà di manovra sul frontale e di renderlo più corto.

La prima modifica importante di design apportata alla prima generazione della Volkswagen Maggiolino arriva nel 1953 quando l’originale lunotto posteriore in due parti viene rimpiazzato da un vetro in pezzo unico.

Cinque anni più tardi i vertici della Casa di Wolfsburg chiedono ad uno stilista d’eccezione – Sergio Pininfarina – consigli su come migliorare l’auto: il designer torinese risponde «È perfetta così, perché volete cambiarla?» e suggerisce solo di allargare il lunotto per incrementare la visibilità.

Le superfici vetrate della prima generazione della Volkswagen Maggiolino vengono aumentate ulteriormente nel 1964 mentre tre anni dopo – con l’introduzione di fari anteriori quasi verticali e di paraurti più grandi – l’aerodinamica peggiora.

La Maggiolone del 1970 ha un frontale più voluminoso e, di conseguenza, un bagagliaio più ampio. Nel 1972 è la volta della 1303, del volante a quattro razze, del parabrezza più grande e del cruscotto in plastica.

Il 1973 è l’anno in cui la prima generazione della Volkswagen Maggiolino si presenta con i fari posteriori più grandi e il parabrezza bombato.

Due anni dopo gli indicatori di direzione anteriori vengono spostati sul paraurti.

Volkswagen New Beetle (1997)

La Volkswagen New Beetle è una reinterpretazione in chiave futuristica della Maggiolino che deriva dalla Concept One mostrata al Salone di Detroit del 1994. Il prototipo piace talmente tanto che la dirigenza del brand tedesco decide di realizzare una versione di serie sfruttando il pianale e i motori della Golf.

La compatta teutonica smette di essere l’auto del popolo (ruolo ricoperto proprio dalla Golf) e si trasforma in una vettura modaiola che conserva alcuni elementi stilistici del vecchio Käfer. Due su tutti: i parafanghi sporgenti e, all’interno, il vaso portafiori.

Nel 2003 – in concomitanza con il lancio della Volkswagen New Beetle Cabriolet – arrivano le frecce integrate negli specchietti retrovisori mentre il restyling del 2005 porta leggeri cambiamenti ai paraurti e ai gruppi ottici.

Volkswagen Maggiolino seconda generazione (2011)

La seconda generazione della Volkswagen Maggiolino – disegnata dal nostro Walter de Silva e da Marc Lichte – conserva le proporzioni della storica prima serie, specialmente nella zona posteriore.

Rispetto alla New Beetle ha un design più sportivo: merito della riduzione dell’altezza, dell’allungamento del cofano, del parabrezza più arretrato e più verticale e della linea del tetto più piatta e più larga come sulla concept Ragster mostrata al Salone di Detroit 2005.

Molti sono gli elementi stilistici della seconda generazione della Volkswagen Maggiolino ispirati al modello originale: fuori spiccano i parafanghi sporgenti, i sottoporta e i proiettori di forma circolare.

Dentro troviamo invece il cassetto portaoggetti “a filo” con la plancia situato di fronte al passeggero anteriore e nascosto da uno sportello che si apre verso l’alto tramite una leva argentata, gli strumenti supplementari (optional) posti sopra l’autoradio e il navigatore (indicatore della temperatura dell’olio, cronometro e indicatore della pressione di sovralimentazione), i braccioli sui pannelli porta verniciati in tinta con la carrozzeria e le maniglie sui montanti centrali che facilitano l’uscita dai posti posteriori.

Sulla Volkswagen Maggiolino Cabrio seconda generazione – caratterizzata dalla cornice del parabrezza avanzata che non intralcia il guidatore – troviamo invece un omaggio alla New Beetle Cabrio: il roll-bar estraibile composto da due elementi integrati dietro il divano posteriore che fuoriescono quando si supera una determinata accelerazione trasversale o inclinazione.