Kia Optima, la storia dell’ammiraglia coreana

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L'evoluzione delle tre generazioni della berlinona asiatica

La Kia Optima è un’ammiraglia che vorremmo tanto vedere sulle strade italiane: la terza generazione di questa “berlinona”, in commercio (non da noi) dal 2011, ha un design seducente e contenuti tecnici di buon livello e rappresenta un’alternativa più economica alle più blasonate tedesche.

Realizzata sulla stesso pianale della Hyundai i40 e svelata al Salone di New York del 2010, può vantare una gamma motori completa che comprende (a seconda del Paese) unità a benzina da 2 a 2,4 litri di cilindrata, un 2.4 ibrido a benzina e propulsori a gasolio 1.7 e 2.0. Il leggero restyling mostrato al Salone di New York del 2013 porta un frontale più aggressivo.

Scopriamo insieme la storia della Kia Optima: una berlina “oversize” (lunga oltre 4,80 metri) capace di conquistare in poco tempo il mercato nordamericano, da sempre molto attento alla sostanza.

Kia Optima prima generazione (2000)

La prima generazione della Kia Optima  – presentata nel 2000 – non è altro che una versione rimarchiata della Hyundai Sonata dotata di tre motori a benzina (2.4, 2.5 V6 e 2.7 V6). Nel 2002 la vettura beneficia di un profondo restyling (che coinvolge soprattutto i gruppi ottici e la mascherina) e l’anno seguente sbarca in Italia con il nome Magentis e un motore 2.0 a benzina da 136 CV. Nel 2005 è la volta di un secondo lifting leggero incentrato principalmente sul frontale.

Kia Optima seconda generazione (2005)

La seconda generazione della Kia Optima arriva in Italia con il nome Magentis nel 2006: la gamma motori nel nostro Paese è composta da due 2.0 (benzina da 145 CV e CRDI turbodiesel da 140 CV).

La versione restyling mostrata al Salone di New York del 2008 e caratterizzata da un frontale più seducente non viene commercializzata da noi. Sette i motori disponibili: sei a benzina (2.0 da 143 CV, 2.4 da 138, 162 e 175 CV, 2.7 V6 da 185 e 194 CV) e il noto 2.0 a gasolio da 140 CV.