Lotus Elise, la storia della spider britannica

Smartworld
di Marco Coletto

L'evoluzione di un mito, quasi maggiorenne, dell'automobilismo

La Lotus Elise è una delle spider più amate dagli appassionati della guida sportiva: merito del peso contenuto (che consente di ottenere prestazioni eccezionali senza bisogno di tanti cavalli sotto il cofano) e di una filosofia basata sull’essenzialità.

La seconda generazione (meglio conosciuta come Series 2), quella attualmente in commercio, viene presentata nel 2001. Tecnicamente è molto simile all’antenata mentre il design è più moderno e aggressivo: nella zona posteriore spiccano un vistoso estrattore e un voluminoso spoiler mentre il frontale è caratterizzato da gruppi ottici allungati e da prese d’aria maggiorate.

Gli interni della Lotus Elise Series 2 sono più curati rispetto a prima e l’assetto è tarato in modo da avere un comportamento stradale neutro meno tendente al sovrasterzo. Il motore al lancio è un 1.8 a benzina da 122 CV di origine Rover: nel 2002, anno in cui la potenza scende a 121 CV, questa unità viene affiancata da una variante potenziata a 158 CV dotata di un cambio con rapporti intermedi più corti e una quinta marcia più lunga.

Nel 2004 – in concomitanza con un leggero aumento di peso che porta ad una modifica dell’assetto – debutta un nuovo 1.8 di origine Toyota in grado di generare 192 CV mentre nel 2006 sparisce il propulsore da 158 CV e vengono introdotti un 1.8 da 136 CV giapponese che rimpiazza il Rover e  i gruppi ottici posteriori a LED. La gamma propulsori aumenta nel 2008 con il lancio di una variante sovralimentata da 222 CV.

La Lotus Elise Series 2 beneficia di un profondo restyling nel 2011 che coinvolge soprattutto il frontale e la coda. La gamma motori comprende due nuove unità Euro 5 sempre “made in Toyota”: un 1.6 da 136 CV e un 1.8 da 220 CV.

Scopriamo insieme la storia della sua antenata.

Lotus Elise Series 1 (1996)

La prima serie della Lotus Elise, denominata Series 1, prende forma all’inizio degli anni Novanta e più precisamente nel 1993 quando la Casa britannica viene acquistata dall’imprenditore lombardo Romano Artioli.

Al Salone di Francoforte del 1995 viene presentata una spider essenziale caratterizzata da un telaio in alluminio a vista, dalla carrozzeria in vetroresina e da un motore 1.8 a benzina da 120 CV montato in posizione centrale. Il nome è un omaggio alla nipote di Artioli (Elisa) nata un paio d’anni prima ma anche al passato del marchio “british”: la lettera “E” è infatti stata usata molto spesso per battezzare modelli di questo brand.

Nel 1999 si aggiunge un nuovo propulsore nella gamma della Lotus Elise Series 1: un 1.8 da 145 CV abbinato ad un cambio a rapporti ravvicinati.

Nel 2000 è invece la volta della 340R: priva di tetto e portiere, è simile ad un prototipo mostrato due anni prima al Salone di Birmingham e monta un motore 1.8, privo di fasatura variabile, da 177 CV. Viene prodotta e venduta in soli 340 esemplari.

Il futuro

La terza generazione della Lotus Elise è programmata per il 2015: il design dovrebbe essere simile a quello della concept omonima mostrata al Salone di Parigi 2010 mentre per quanto riguarda il motore si parla di un 2.0 sovralimentato da 320 CV.