Dalla Ami 6 alla DS3: la storia delle piccole Citroën

Smartworld
di Marco Coletto

Originalità e sostanza da oltre mezzo secolo

Da oltre cinquant’anni le piccole Citroën conquistano gli automobilisti che non si accontentano di vetture di sostanza ma cercano anche un pizzico di originalità (tecnica e stilistica).

C3 seconda generazione (2009)

Attualmente la Casa del Double Chevron presenta due modelli in listino: la seconda generazione della C3 – svelata al Salone di Francoforte del 2009 e con un pianale condiviso con la Peugeot 207 e la C3 Picasso – è più elegante, trendy e spaziosa della serie precedente ma allo stesso tempo ha un frontale più aggressivo.

Tra le “chicche” estetiche segnaliamo il parabrezza panoramico Zenith (di serie sulle versioni più lussuose) che si estende fin sopra la testa dei passeggeri anteriori mentre la gamma motori è composta da tre unità a benzina (1.1 da 60 CV, 1.4 da 73 e 95 CV), due a GPL (1.1 da 60 CV e 1.4 da 75 CV) e tre turbodiesel HDi (1.4 da 68 CV, 1.6 da 92 e 111 CV).

DS3 (2010)

La DS3, presentata al Salone di Francoforte del 2009 e anticipata dalla concept DS Inside, richiama solo nel nome la mitica ammiraglia transalpina ma il suo stile moderno è tutt’altro che retrò. Realizzata sul pianale della C3 ma con tre porte, ha un design più aggressivo contraddistinto dalla pinna sulla fiancata.

La gamma motori comprende quattro unità a benzina (1.4 da 95 CV, 1.6 da 120, 156 e 207 CV), un 1.4 a GPL da 95 CV e tre turbodiesel HDi (1.4 da 68 CV, 1.6 da 92 e 111 CV). La variante più potente Racing – dotata di un 1.6 da 207 CV – è la variante che più si avvicina alla vettura capace di aggiudicarsi i Mondiali Rally Piloti (con Sébastien Loeb) e Costruttori nel 2011.

L’allestimento Ultra Prestige mostrato al Salone di Francoforte del 2011 presenta sedili e plancia rivestiti in pelle bianca, la strumentazione bianca, gli specchietti retrovisori cromati e il navigatore satellitare.

Scopriamo insieme le “segmento B” che hanno fatto la storia della Casa francese.

Ami 6 (1961)

Un successo in Francia, un flop in Italia: colpa del suo design – firmato Flaminio Bertoni – molto (troppo) originale, caratterizzato dal cofano motore concavo e, soprattutto, dal lunotto posteriore inclinato al contrario.

Posizionata in gamma tra la spartana 2CV e l’ammiraglia DS, condivide la base tecnica con la sorella minore e monta un motore 600 bicilindrico da 25 CV.

Nel 1963 la potenza aumenta a 29 CV e nel 1964, in risposta alla Renault 4, viene lanciata la versione station wagon Break. Nel 1967 tocca invece alla Super Comfort, con doppi fari tondi e un propulsore da 32 CV.

Dyane (1967)

Il pianale è lo stesso della 2CV ma il design più moderno consente a questa vettura di confrontarsi ad armi pari con la Renault 4. Un motore al lancio – un 400 da 21 CV – e fiancate concave che riducono la rumorosità all’interno dell’abitacolo.

Nel 1971 arriva il propulsore 600 da 35 CV abbinato ai freni a disco anteriori mentre il 400 sale a quota 26 CV.

Ami 8 (1969)

Una versione riveduta e corretta dalla Ami 6, contraddistinta da un’estetica rinnovata (frontale rivisto, interni ridisegnati e sparizione del controverso lunotto).

Nel 1973 arriva la versione Super, dotata del motore 1.0 a quattro ciindri da 56 CV della GS: il telaio rinforzato, le sospensioni più rigide e la dotazione di serie più ricca non sono garanzia di successo. Questa versione viene tolta di produzione già nel 1976.

LN (1976)

Nel 1968 la Fiat rileva il 49% delle azioni Michelin, all’epoca proprietaria della Citroën. Nello stesso momento la Casa francese è intenzionata a progettare una vettura più compatta della 2CV e per questa ragione pensa di adottare il pianale della 127.

Dopo che nel 1974 la Peugeot acquista il 38,2% delle azioni del Double Chevron vene deciso di utilizzare i lamierati e la base tecnica della 104 a tre porte ma di montare il propulsore bicilindrico della 2CV.

Presentata al Salone di Parigi del 1976, si differenzia dalla sorella di Sochaux nel frontale (i fari anteriori sono quelli della Dyane) e nel motore 600 da 32 CV.

Il prezzo è basso ma il pubblico non apprezza particolarmente.

Nel 1977 debutta la versione commerciale Entreprise mentre nel 1978 è la volta della LNA, con un propulsore 650. Nel 1980 la LN sparisce dal listino e la LNA beneficia di modifiche agli indicatori di direzione.

Nel 1981 arrivano nuovi retrovisori e il lunotto termico e nel 1982 è la volta di un 1.0 da 45 CV e di un 1.1 da 50 CV. Gli ultimi cambiamenti rilevanti nel 1983: paraurti in plastica, fari posteriori più grandi e, per le varianti più lussuose, il divanetto posteriore sdoppiato.

Visa (1978)

Il progetto nasce alla fine degli anni Sessanta: come nel caso della LN si pensa inizialmente di utilizzare il pianale della 127. Nel 1969 viene realizzato un prototipo con forme simili a quelle di una monovolume mentre nel 1973, dopo la fine dei rapporti con Fiat, gli ingegneri del Double Chevron decidono di realizzare in proprio la base tecnica.

Il passaggio della Citroën alla Peugeot, però, cambia ancora le cose: La Casa di Sochaux impone la piattaforma della 104 e il pianale Y originariamente progettato viene proposto al governo rumeno ed utilizzato per la Axel.

Il modello di serie, presentato al Salone di Parigi 1978, offre una grande abitabiltà, il volante monorazza e un “satellite” posizionato di fianco al volante che comprende i comandi dei tergicristalli, delle luci e del clacson ma il pubblico non apprezza il frontale, sovraccarico di plastica. Due i motori al lancio: un 650 da 36 CV e un 1.1 da 50 CV.

Nel 1980 arrivano la Super E con un 1.1 da 57 CV e la Super X con un 1.2 da 64 CV e un assetto ribassato di 1,5 cm. Il restyling del 1981 – firmato Heuliez – porta un frontale più pulito, fari posteriori ridisegnati, paraurti rivisti e un propulsore 1.1 più parco nei consumi.

Nel 1982 è la volta della versione autocarro Entreprise e della GT, dotata di un 1.4 da 80 CV mentre nel 1983 tocca all’originale cabriolet a quattro porte Décapotable (svelata al Salone di Ginevra e con un 1.1 da 50 CV) e alla Chrono, con un 1.4 da 80 CV.

Nello stesso anno si segnala il debutto della sportivissima 1000 Pistes: 200 esemplari (necessari per ottenere l’omologazione Gruppo B) contraddistinti dalla trazione integrale e da un motore 1.4 da 112 CV.

Nel 1984 arrivano il 1.0 da 45 CV, il 1.7 diesel da 60 CV e la versione furgonata C15.

Nel 1985 (in concomitanza con numerose modifiche alla strumentazione) la GT viene rimpiazzata dalla GTi dotata di un 1.6 da 105 CV, debutta il 1.4 da 60 CV e sparisce la Décapotable. Nel 1986 la potenza della GTi sale fino a quota 115 CV.

Axel (1984)

La vettura, realizzata sul pianale Y bocciato dalla Peugeot ai tempi della Visa, nasce dall’accordo tra il governo rumeno e la Citroën, che porta alla creazione della Oltcit.

Nasce ufficialmente nel 1982 ma è nel 1984 che debutta nei nostri listini con il Double Chevron sul cofano. Il design è simile a quello della Visa però la carrozzeria presenta solo tre porte anziché cinque.

Molto affidabile a dispetto delle origini esteuropee, monta due motori: un 1.1 da 55 CV e un 1.3 da 65 CV.

AX (1986)

Il progetto dell’erede di Visa e LNA nasce nel 1981 mentre il modello di serie debutta al Salone di Parigi del 1986. Leggera e aerodinamica per aumentare le prestazioni e ridurre i consumi, ha un design simile a quello della Visa ma con qualche particolarità come i gruppi ottici posteriori a sviluppo verticale e lo spoiler.

Grande abitabilità e tre motori al lancio: 1.0 da 45 CV, 1.1 da 55 CV e 1,4 da 65 CV. Nel 1987 arrivano la versione a cinque porte e le varianti sportive Sport (1.3 da 95 CV) e GT (1.4 da 85 CV). Nel 1988 arriva il 1.4 diesel da 53 CV e il 1.4 a benzina non catalizzato passa da 65 a 70 CV mentre nel 1990 la Sport esce dal listino.

Il restyling del 1991 porta paraurti più tondeggianti, indicatori di direzione bianchi, un cruscotto più ricco di comandi e la plancia più imbottita. Il 1.4 a benzina passa da 70 a 75 CV e arrivano la 4×4 con un 1.4 a benzina da 75 CV e la GTi, con un 1.4 da 98 CV.

Nel 1992 tutte le AX diventano ad iniezione elettronica: il 1.0 passa da 45 a 50 CV, il 1.1 da 55 a 60 CV, la GT adotta un 1.4 da 75 CV e la potenza della GTi scende da 98 a 95 CV.

L’ultima modifica rilevante risale al 1994 con il lancio del 1.5 turbodiesel da 58 CV.

Saxo (1996)

Gli ingegneri transalpini iniziano a lavorare sul progetto dell’erede della AX nel 1992 e il modello standard viene presentato al Salone di Ginevra 1996. Il pianale è lo stesso dell’antenata mentre il design è simile a quello della Peugeot 106.

Due i motori al lancio: un 1.1 da 60 CV e un 1.4 da 75 CV. Pochi mesi più tardi arrivano un 1.6 da 88 e 118 CV e un 1.5 diesel da 57 CV. Un leggero restyling nel 1997 porta leggere modifiche alla griglia frontale e nel 1998 debutta in listino un 1.0 da 50 CV.

Un altro restyling, questa volta più importante, nel 1999 consiste in una mascherina più grande, in fari anteriori maggiorati e nel debutto dei cerchi da 15″ sulla sportiva VTS. Nel 2003 è invece la volta della Sport, con un 1.6 a benzina da 98 CV.

C3 prima generazione (2002)

Presentata al Salone di Francoforte del 2001, ha una linea tondeggiante ispirata alla 2CV e un pianale condiviso con la Peugeot 206. Dedicata principalmente al pubblico femminile, ha un cruscotto originale dotato di strumentazione digitale e un bagagliaio molto capiente.

I motori al lancio sono quattro: tre a benzina (1.1 da 60 CV, 1.4 da 73 CV e 1.6 da 109 CV) e un 1.4 turbodiesel HDi da 68 CV. Pochi mesi più tardi tocca al 1.4 HDi da 90 CV.

Nel 2003 arriva la scoperta Pluriel, con tetto in tela e montanti asportabili mentre nel 2004 è la volta del sistema Stop&Start abbinato al nuovo 1.4 da 88 CV, al 1.6 da 109 CV e al 1.4 HDi da 68 CV. Nello stesso anno viene presentata la “finta SUV” XTR, caratterizzata dal differenziale anteriore, dai paraurti in plastica non verniciata e dall’assetto rialzato.

Il restyling del 2005 porta una mascherina con listelli più grandi e indicatori di direzione posteriori bianchi. Il 1.4 HDi da 90 CV viene rimpiazzato da un 1.6 HDi di pari potenza e arriva una variante a GPL con un 1.4 da 72 CV.

Nel 2006 debuttano il 1.6 HDi da 109 CV e il 1.4 a metano e nel 2009 l’arrivo della seconda generazione della C3 porta ad una rivisitazione della gamma: rimangono solo il 1.1 a benzina e il 1.4 HDi.

C2 (2003)

L’erede della Saxo a tre porte, anticipata dalla concept C2 Sport svelata al Salone di Ginevra, ha forme da monovolume ma presenta passaruota sporgenti e un originale profilo contraddistinto dalla linea dei finestrini posteriori staccata da quelli anteriori.

Pianale condiviso con la C3, scarsa abitabilità e una gamma motori al lancio che comprende tre unità a benzina (1.1 da 60 CV, 1.4 da 73 CV, 1.6 da 109 CV) e un 1.4 turbodiesel HDi da 68 CV.

Nel 2004 tocca alla VTS con un 1.6 da 122 CV mentre nel 2005 è la volta di un leggerissimo restyling. Nel 2006 per celebrare la terza vittoria nel Mondiale Rally WRC di Sébastien Loeb viene realizzata la versione by Loeb, dotata di un 1.6 da 125 CV.

Nello stesso anno arriva la 1.4 da 88 CV.

Nel 2007 è la volta della 1.6 HDi da 109 CV e nel 2008 c’è un secondo restyling, più sostanzioso, con una mascherina leggermente modificata.

Il futuro

Al Salone di Parigi dovremmo vedere la DS3 Cabriolet, erede della C3 Pluriel, mentre all’inizio del 2013 dovrebbe debuttare la C3 restyling.