Seat Toledo, la storia della berlina spagnola

Smartworld
di Marco Coletto

La carriera ultraventennale della "segmento D" iberica.

La Seat Toledo è una delle poche berline medie (forse l’unica) a non avere mai avuto una variante station wagon. Dopo un’assenza dal mercato lunga tre anni la “segmento D” spagnola tornerà nelle concessionarie: il design sarà praticamente identico alla Concept vista all’ultimo Salone di Ginevra mentre il pianale sarà condiviso con la Skoda Rapid.

Lunga meno di quattro metri e mezzo e con una carrozzeria a quattro porte, si posizionerà nella gamma tra la piccola Ibiza e la compatta Leon e avrà un bagagliaio immenso: 500 litri.

Scopriamo insieme la carriera ultraventennale di questo modello.

TOLEDO MK1 (1991)

Disegnata da Giorgetto Giugiaro e con lo stesso pianale della Volkswagen Golf II, si distingue dalle rivali per il portellone abbinato alla coda sporgente (un po’ come la prima generazione della Fiat Croma). La gamma motori comprende unità da 1,6 a 2 litri da 68 a 150 CV.

Il restyling del 1996 porta modifiche ai paraurti e alla calandra e nuovi propulsori diesel ad iniezione diretta.

TOLEDO MK2 (1998)

Basata sul pianale della Volkswagen Golf IV, disegnata ancora una volta da Giugiaro e presentata al Salone di Parigi, perde il portellone posteriore (riservato alla più economica cugina Leon) ma guadagna un carattere più sportivo.

Il design aggressivo convince, così come i contenuti: la gamma motori – da 1,6 a 2,3 litri da 75 a 180 CV – comprende anche unità sovralimentate a benzina.

TOLEDO MK3 (2004)

L’auto più brutta tra tutte quelle disegnate da Walter de’Silva: alla carrozzeria della monovolume Altea viene aggiunta una coda sporgente poco aggraziata che consente di aumentare il già notevole spazio a disposizione dei bagagli. Pianale condiviso con la Volkswagen Golf V e motori da 1,4 a 2 litri da 86 a 200 CV.

Nel 2006 arrivano il 2.0 TDI da 170 CV e il cambio Tiptronic per la 2.0 FSI mentre nel 2007 tocca ad un 1.8 TSI (turbo ad iniezione diretta di benzina) da 160 CV.

Il pubblico non apprezza e dopo soli cinque anni di carriera la vettura abbandona le scene.