Dalla Type 13 alla Veyron, la storia delle supercar Bugatti

Smartworld
di Marco Coletto

Prestigio e prestazioni da oltre un secolo

Da oltre un secolo le supercar Bugatti seducono gli automobilisti che cercano prestigio e prestazioni. La vettura attualmente presente nei listini della Casa francese – la Veyron – è addirittura considerata la migliore del terzo millennio.

Lo sviluppo di questo veicolo inizia nel 1998 quando il Gruppo Volkswagen acquista i diritti del marchio transalpino. Tre anni più tardi inizia il progetto, che viene presentato nel 2005. Il nome è un omaggio a Pierre Veyron (vincitore della 24 Ore di Le Mans 1939 su Bugatti) mentre il motore è un possente 8.0 W16 quadriturbo da ben 1.001 CV (anche se quelli ufficiali dovrebbero essere una cinquantina di più) ricavato dall’unione tra due 4.0 V8.

La Bugatti Veyron inizia a farsi un nome tra gli appassionati di sportive quando diventa la prima auto di serie della storia a superare i 400 km/h di velocità massima (408,47, per la precisione). Il prezzo – un milione di euro – è alla portata di ben poche tasche.

Disponibile esclusivamente a trazione integrale e con un cambio automatico a doppia frizione a sette rapporti, monta pneumatici Michelin specifici che vanno cambiati spesso e uno spoiler posteriore che aiuta a frenare la vettura quando la velocità è superiore a 200 km/h.

Nonostante le caratteristiche tecniche di altissimo livello la Bugatti Veyron non riesce a conquistare gli automobilisti facoltosi: per il momento è stata venduta in poco più di 350 esemplari e ognuno di questi causa una perdita di circa 5 milioni di euro al Gruppo Volkswagen.

Nel 2007 iniziano ad essere presentate numerose versioni speciali, realizzate per suscitare interesse nei confronti del modello: si comincia con la Pur Sang (cinque esemplari con alluminio e fibra di carbonio a vista) e la Pegaso (esemplare unico granata e panna con 200 CV in più).

L’anno seguente tocca alle Bugatti Veyron Fbg Par Hermès (realizzata in collaborazione con la celebre casa di moda) e Sang Noir (15 esemplari verniciati interamente di nero) mentre nel 2009 è la volta della Bleu Centenaire (tutta blu per festeggiare il centenario della Casa francese) e dei quattro esemplari L’Edition Centenaire, che omaggiano quattro piloti degli anni Venti.

La versione “targa” Grand Sport arriva nel 2009: quando è scoperta può raggiungere i 369 km/h mentre con il tetto in tela provvisorio è meglio non superare quota 130 km/h.

Il 2010 è un anno importante per la Bugatti Veyron: viene presentata la Super Sport da 1.200 CV (che realizza il nuovo record del mondo di velocità raggiungendo i 415 km/h, autolimitati per proteggere gli pneumatici) e debuttano una miriade di versioni speciali.

Per quanto riguarda la Veyron “base” arrivano la Sang d’Argent (argento opaco) e la Nocturne (nera con elementi in alluminio lucidato) e vengono lanciate le Grand Sport Sang Bleu (blu e alluminio), Soleil de Nuit (blu/nera e alluminio), Grey Carbon (fibra di carbonio e alluminio a vista) e Royal Dark Blue (una Grey Carbon con elementi blu e bianchi).

Nel 2011 la Veyron “base” abbandona le scene e continuano le presentazioni delle edizioni “limitate”. Cinque per la Grand Sport – Bijan Pakzad (gialla-nera), Matte White (bianca opaca), L’Or Blanc (con elementi in porcellana), Red Edition (totalmente rossa) e Middle East (la prima gialla con interni neri, la seconda blu/alliuminio con interni arancioni) – e tre per la Super Sport: la Sang Noir (interamente nera), la Black Carbon (nera con fibra di carbonio a vista) e la Edition Merveilleux (realizzata per i 40 anni di un miliardario cinese).

La Vitesse del 2012 non è altro che una Bugatti Veyron Grand Sport con il motore della Super Sport: su questa base nascono le versioni SE (bianca sopra e azzurra sotto) e – nel 2013 – WRC (nera e arancione, creata per celebrare il record di velocità). Tra le altre edizioni presentate in quell’anno segnaliamo la Wei Long (un omaggio all’anno cinese del drago, caratterizzata da elementi in porcellana) e la Bernar Venet (con equazioni sulla fiancata). Su base Super Sport debuttano invece la Le Saphir Bleu (simile alla L’Or Blanc) e la Pur Blanc totalmente bianca.

Scopriamo insieme le antenate della supercar francese.

Bugatti Type 13 (1910)

La Type 13 – la prima automobile realizzata dalla Bugatti – viene presentata nel 1910. Il motore al lancio è un 1.4 da 15 CV, portato a 30 nel 1914. Dopo la Prima Guerra Mondiale si opta per due unità 1.5 caratterizzate per la prima volta nella storia dalle quattro valvole per cilindro.

Bugatti Type 18 (1912)

La Bugatti Type 18 – conosciuta anche con il nome Garros (come l’aviatore Roland, amico di Ettore Bugatti nonché uno dei proprietari di questa vettura) – viene prodotta in meno di dieci esemplari e monta un motore 5.0 a quattro cilindri da 102 CV.

Bugatti Type 252 (1957)

Il ritorno della Bugatti nel segmento delle supercar (dopo un periodo in cui la Casa francese si concentra sulle Gran Turismo, sulle scoperte “tranquille” e sulle ammiraglie) avviene con la Type 252 nel 1957: una spider con un motore 1.5 da 120 CV.

Dalla morte del fondatore Ettore nel 1947 la Casa francese è però in crisi e per questo motivo la vettura non supera lo stadio di prototipo.

Bugatti EB110 (1991)

Il progetto della Bugatti EB110 nasce alla fine degli anni ’80 quando l’imprenditore lombardo Romano Artioli acquisisce i diritti del brand francese e realizza una fabbrica a Campogalliano, in provincia di Modena.

Presentata in occasione dei 110 anni dalla nascita di Ettore Bugatti (ecco spiegato il nome della vettura) e sviluppata da Paolo Stanzani, ha un design firmato da Marcello Gandini e monta la trazione integrale e un motore 3.5 V12 in grado di generare una potenza di 560 CV.

Sono due le versioni della Bugatti EB110: la GT (che all’epoca è l’auto più veloce del mondo con i suoi 336 km/h rilevati) e la Super Sport. Quest’ultima, svelata al Salone di Ginevra 1992, si distingue per cinque piccole prese d’aria ovali posizionate sul montante posteriore, per l’alettone fisso, per i cerchi a sette razze e per la trazione posteriore.

Il propulsore genera 610 CV e permette alla vettura di raggungere i 351 km/h.