Dalla 250 LM alla LaFerrari: la storia delle supercar Ferrari

Smartworld
di Marco Coletto

I 50 anni di evoluzione dei modelli più "cattivi" del Cavallino

Non tutte le Ferrari sono uguali: ci sono quelle “normali” e quelle che si meritano l’appellativo di supercar. Modelli in grado di raggiungere prestazioni superlative contraddistinti da un design originale.

L’auto del Cavallino che attualmente soddisfa queste caratteristiche è la LaFerrari, la vettura “made in Maranello” più estrema di sempre. Monta un motore 6.3 V12 che, grazie al KERS, genera una potenza complessiva di 963 CV.

Ma è solo l’ultima di una lunga serie: scopriamo insieme i 50 anni di storia delle Rosse mozzafiato.

Ferrari 250 LM (1963)

L’erede della 250 GTO viene presentata al Salone di Parigi. Derivata dal prototipo 250 P, la Ferrari 250 LM viene realizzata per partecipare alla 24 Ore di Le Mans (ecco spiegato il suo nome di battesimo), corsa che vincerà nel 1965 con Jochen Rindt e Masten Gregory in quello che sarà l’ultimo successo della Casa di Maranello nella mitica gara di durata francese.

Il motore 3.0 V12 (lo stesso della 250 GTO e della Testa Rossa) da 320 CV beneficia di un aumento di cilindrata a 3,3 litri e i soli 33 esemplari prodotti impediscono alla vettura di partecipare nella categoria Gran Turismo (che prevede un minimo di 100 veicoli costruiti).

Tra gli altri successi sportivi di questa Ferrari – tanto bella quanto vincente – segnaliamo la 12 Ore di Reims, la 500 km di Spa e la 1000 km di Parigi.

Al Salone di Ginevra del 1965 viene mostrata la versione Berlinetta Speciale destinata a un uso stradale: si distingue dalla variante da corsa per il lunotto in plexiglas, per le prese d’aria coperte da una griglia e per i parafanghi cromati. Molto elegante la vernice bianca impreziosita da una striscia blu.

Ferrari 288 GTO (1984)

Prodotta in 272 esemplari e presentata al Salone di Ginevra, la Ferrari 288 GTO viene progettata da Mauro Forghieri per partecipare alle gare destinate alle Gruppo B.

Il design somiglia molto a quello della 308 GTB (le uniche differenze riguardano i parafanghi allargati e gli spoiler “oversize”) ma sotto la pelle le modifiche sono tantissime, a cominciare dalla carrozzeria in kevlar e dal motore 2.9 V8 (usato anche per le Lancia LC2) sovralimentato con due turbocompressori in grado di generare una potenza di 400 CV e di far raggiungere alla coupé emiliana una velocità massima di 305 km/h.

Nel 1985 vengono costruiti cinque esemplari della variante Evoluzione, caratterizzati da un’aerodinamica più curata, da un peso ridotto a 940 kg e da un motore potenziato a 650 CV grazie a turbocompressori più ampi.

La 288 GTO raggiunge una velocità di 360 km/h e viene sviluppata per partecipare alle gare endurance ma l’abolizione del Gruppo B trasforma questi mezzi in vetture laboratorio utilizzate per lo sviluppo della F40.

Ferrari F40 (1987)

L’erede della 288 GTO Evoluzione viene presentata al Salone di Francoforte per festeggiare i 40 anni di vita della Casa di Maranello.

Al momento del lancio la Ferrari F40 è l’auto di serie più veloce (324 km/h) dell’epoca, facendo la storia, ma è anche una di quelle più tecnologiche: telaio in kevlar, carrozzeria in fibra di vetro e finestrini laterali in plexiglas.

La supercar di Maranello rispetta le normative del Gruppo B (anche se questa categoria non è più ammessa nel mondo del motorsport) e monta un motore meno potente di quello della 288 GTO Evoluzione (2.9 da 478 CV) più adatto alla guida di tutti i giorni e a rispettare le normative anti-inquinamento.

La Ferrari F40 viene prodotta inizialmente in 400 esemplari, che diventano successivamente 1.337 dopo che viene ottenuta l’omologazione per gli USA: un contratto stipulato con l’importatore nordamericano obbliga infatti la Casa emiliana a destinare oltreoceano il 22% del venduto.

Nel 1988 vendono costruiti 18 esemplari della versione LM (acronimo di Le Mans), realizzati per poter correre nel campionato IMSA GTO: il propulsore può raggiungere una potenza di 720 CV in gara e di ben 900 in prova.

L’ultima evoluzione della F40 – la GTE – viene creata per correre nella serie BPR Global GT Series e viene prodotta tra il 1994 e il 1996. Monta un motore 3.5 da 660 CV.

Ferrari F50 (1995)

Realizzata in 349 esemplari (pochi per soddisfare tutti i clienti del Cavallino) per celebrare il mezzo secolo di attività della Ferrari, la F50 è una spider con tetto rigido asportabile nonché l’auto stradale di quella fetta di storia che più si avvicina al mondo della F1.

Il telaio della supercar è in materiali compositi di carbonio mentre il motore 4.7 V12 da 520 CV deriva dal 3.5 montato nel 1989 dalla 640 guidata da Nigel Mansell e Gerhard Berger.

Nel 1996 arriva la Ferrari F50 GT destinata alle gare ma a causa dell’abbandono del programma sport la vettura viene prodotta e venduta in soli due esemplari con una clausola che vieta espressamente di schierarli nelle competizioni.

Ferrari Enzo (2002)

Nata per festeggiare i 55 anni della Rossa, laFerrari Enzoviene svelata al Salone di Parigi.

Inizialmente la produzione è limitata a 349 esemplari, cifra successivamente aumentata a 399 per scontentare meno persone. Per acquistarla nuova bisogna avere posseduto almeno cinque Ferrari.

Caratterizzata dal telaio e dalla carrozzeria in fibra di carbonio, è estremamente aerodinamica ed è priva di spoiler posteriore, rimpiazzato da un’appendice che si inclina quando si superano gli 80 km/h di velocità.

Motore 6.0 V12 da 660 CV e un abitacolo essenziale, privo di autoradio e di alzacristalli elettrici.

Supercar nel DNA.

Ferrari FXX (2005)

Un’evoluzione della Enzo, prodotta in 30 esemplari – di cui uno, nero, per Michael Schumacher – e destinata unicamente all’uso in pista.

La Ferrari FXX monta un motore 6.3 V12 da 800 CV e ha un abitacolo costruito intorno al pilota in cui spicca un sistema di telemetria.

La versione Evoluzione del 2008 ha un propulsore ancora più potente (860 CV) e un cambio ulteriormente più rapido nei passaggi marcia.