Dalla Frontera alla Antara, la storia delle SUV Opel

Smartworld
di Marco Coletto

I 20 anni di evoluzione delle 4x4 di Rüsselsheim

Le SUV Opel, da vent’anni presenti sul mercato italiano, non sono mai state prodotte in Germania pur appartenendo ad un marchio tedesco. Nel corso della loro storia le 4×4 di Rüsselsheim hanno inizialmente conquistato i clienti appassionati di fuoristrada e successivamente si sono adeguate alla maggiore domanda di veicoli trendy poco avvezzi agli sterrati. Attualmente la gamma è composta da due modelli.

Mokka (2012)

La Mokka, presentata al Salone di Ginevra 2012 e lunga meno di 4,30 metri, è disponibile a trazione anteriore o integrale e sarà realizzata sul pianale della Chevrolet Aveo, che servirà da base anche per la prossima Corsa.

La gamma motori comprenderà due unità a benzina (1.6 da 115 CV e 1.4 Turbo da 140 CV) e un 1.7 turbodiesel CDTI da 130 CV. Verrà venduta anche negli USA con il nome Buick Encore.

Antara (2006)

La sorella maggiore Antara, presentata nel 2006, ha un design ispirato alla concept Chevrolet SX3 del 2004 e viene anticipata dal prototipo Antara GTC a tre porte visto al Salone di Francoforte del 2005.

Condivide il pianale e molte altre componenti meccaniche con la Chevrolet Captiva (anche il luogo di produzione, la Corea del Sud, è lo stesso) ma si differenzia per le finiture più curate, per uno stile differente utilizzato per la carrozzeria e per la plancia, per le sospensioni più rigide e per l’assenza dei sette posti.

La gamma motori al lancio comprende due unità a benzina (2.4 da 136 CV e 3.2 V6 da 227 CV) e un 2.0 turbodiesel da 150 CV. Nel 2010 debuttano le prime versioni a trazione anteriore e il restyling (quello attualmente in listino), che porta un paraurti ridisegnato e una gamma propulsori composta da un 2.4 a benzina da 167 CV e da due 2.2 turbodiesel CDTI da 163 e 184 CV.

Scopriamo insieme la vettura che ha dato origine alla famiglia delle SUV Opel.

Frontera (1991)

Disponibile in due varianti – Sport (tre porte) e Wagon (cinque porte e passo lungo) – viene presentata al Salone di Ginevra (ma arriva sul mercato italiano solo l’anno dopo) e monta un telaio a longheroni che garantisce prestazioni entusiasmanti in fuoristrada.

Al lancio la Sport (versione rimarchiata della Isuzu MU) monta un motore 2.0 a benzina da 115 CV mentre la Wagon (una Isuzu Wizard ribrandizzata) risponde con un 2.4 a benzina da 125 CV e con un 2.3 turbodiesel da 100 CV.

I primi miglioramenti della gamma, svelati sempre a Ginevra, debuttano nel 1995: per le sospensioni si decide di adottare le molle al posto delle balestre, il 2.4 a benzina della Wagon viene rimpiazzato da un 2.2 da 136 CV e il 2.3 turbodiesel viene sostituito da un 2.8 da 113 CV. Quest’ultimo propulsore non viene apprezzato dal pubblico italiano a causa della cilindrata elevata (c’è un superbollo che penalizza tutte le vetture a gasolio da oltre 2,5 litri) e sparisce dopo solo un anno.

Al suo posto arriva un 2.5 da 115 CV.

La seconda serie del 1998, denominata B, ha un nuovo telaio e una carrozzeria inedita. Debuttano due motori – 3.2 V6 da 205 CV e 2.2 turbodiesel dti da 115 CV – mentre sulla Sport arriva il 2.2 da 136 CV già visto sulla Wagon che prende il posto del vecchio 2.0 da 115 CV.