Toyota Supra, la storia della sportiva giapponese

Smartworld
di Marco Coletto

Sempre più estrema

La Toyota Supra è la sportiva più divertente mai prodotta dalla Casa giapponese. Nel corso degli anni la coupé nipponica si è evoluta diventando verso la fine della sua carriera una vera e propria supercar. Scopriamo insieme la sua storia.

Celica Supra Mark I (1978)

La prima generazione non è altro che una Celica con motore a sei cilindri anziché a quattro creata per sfidare le Nissan Z. Rispetto alla sorella minore è più lunga: “colpa” del cofano più voluminoso.

In Giappone monta un propulsore 2.0 da 111 CV mentre nel 1979 viene lanciato negli USA un 2.6 di pari potenza. Nello stesso anno, grazie al turbo (al debutto assoluto su un motore Toyota), la potenza del due litri sale fino a quota 147 CV.

Nel 1980 viene utilizzata una sola unità per tutti i mercati: un 2.8 da 118 CV.

Celica Supra Mark II (1981)

Realizzata ancora una volta sul pianale della Celica, si differenzia per i propulsori a sei cilindri e per il frontale caratterizzato dai fari a scomparsa. Negli USA è disponibile in due varianti: P-Type (Performance Type, dai contenuti più sportivi) e L-Type (Luxury Type, più elegante).

Il motore al lancio per il mercato nordamericano è un 2.8 da 147 CV: in Europa ne ha invece 177 mentre in Giappone sono disponibili una variante da 162 CV e un 2.0 da 147 CV.

Nel 1983 la potenza dell’unità “yankee” arriva a quota 152 CV (162 per la variante nipponica) mentre nel 1984 (anno in cui i gruppi ottici beneficiano di una leggera modifica) i cavalli aumentano a 162 (181 in Europa). Nel 1985, in concomitanza con cambiamenti allo spoiler posteriore, il propulsore destinato al Nord America raggiunge i 163 CV.

Supra Mark III (1986)

Sparisce ogni legame con la Celica (nel frattempo convertitasi alla trazione anteriore) e diventa la sportiva di punta del brand nipponico, nonché la prima generazione ad essere venduta ufficialmente in Italia.

Il motore al lancio è un 3.0 da 203 e 233 CV mentre per il mercato giapponese è disponibile anche un 2.0 da 162 e 208 CV. Nel 1990 si aggiunge alla gamma (ma solo per i clienti nipponici) un 2.5 da 280 CV.

Supra Mark IV (1992)

Più sinuosa e ancora più “cattiva, ha un pianale con molti elementi in comune con quello utilizzato dalla prima generazione della Lexus SC e monta un motore 3.0 da 223 e 280 CV.

In Europa (Italia compresa) viene invece lanciata in una “mostruosa” variante da 330 CV che garantisce un incredibile piacere di guida. Il merito va anche a un impianto frenante da dieci e lode.

Il futuro

Da dieci anni i fan della Toyota Supra attendono con ansia la quinta generazione. Dovrebbe arrivare sul mercato intorno al 2015, montare un motore ibrido e avere un design simile alla FT-HS Concept vista al Salone di Detroit del 2007.