Volkswagen Caddy, la storia della multispazio tedesca

Smartworld
di Marco Coletto

L'evoluzione del furgoncino "made in Wolfsburg"

Da trent’anni la Volkswagen Caddy conquista gli automobilisti alla ricerca di un veicolo commerciale solido e affidabile. La terza generazione della multispazio tedesca, quella attualmente in commercio (meglio conosciuta con la sigla 2K) e presentata al Salone di Amsterdam del 2003, debutta nelle concessionarie nel 2004.

Disponibile inizialmente in numerose varianti – furgone, furgone vetrato, Kombi (una sette posti spartana) e trasporto passeggeri – e con un design più aerodinamico rispetto alla precedente serie, è basata sul pianale della Golf V e ha una gamma motori composta da unità da 1,4 a 2 litri con potenze comprese tra 69 e 109 CV.

Nel 2007 arriva la versione Maxi a passo lungo: offre più spazio e porta al debutto un 2.0 turbodiesel TDI da 140 CV. Al Salone di Lipsia del 2008 debutta la variante camper Tramper e nello stesso anno ad Hannover viene invece lanciata la 4Motion a trazione integrale.

Il restyling del 2010 consiste in un frontale ispirato a quello della Golf VI: la gamma propulsori attualmente in listino comprende due 1.2 TSI a benzina da 86 e 105 CV, un 1.6 BiFuel a GPL da 102 CV, un 2.0 Ecofuel a metano da 109 CV e cinque turbodiesel TDI (1.6 da 75 e 102 CV e 2.0 da 110, 140 e 170 CV).

Scopriamo insieme l’evoluzione del furgoncino “made in Wolfsburg”.

Caddy 14 (1980)

Non è altro che una variante commerciale della prima serie della Golf, disponibile nelle versioni pick-up e van. Debutta negli USA e bisogna attendere altri due anni prima di vedere in Europa i modelli destinati al Vecchio Continente prodotti a Sarajevo.

La gamma motori comprende unità benzina e diesel da 1,5 a 1,8 litri.

Caddy 9K (1996)

Basata sulla terza generazione della Polo e prodotta nello stabilimento Seat di Martorell, in Spagna, monta motori benzina e diesel da 1,4 a 1,9 litri da 56 a 90 CV. Nello stesso periodo viene commercializzata la gemella Seat Inca.