Volkswagen Scirocco, la storia della Golf “coupé”

Smartworld
di Marco Coletto

Tre evoluzioni e quasi trent'anni di carriera.

La Volkswagen Scirocco non è altro che la variante coupé della Golf. La terza generazione della sportiva di Wolfsburg, la III attualmente in commercio, è arrivata nelle concessionarie nel 2008.

Pianale in comune con la compatta tedesca, quattro posti, tre porte e una gamma motori composta da sei unità, tutte sovralimentate ad iniezione diretta: quattro TSI a benzina (1.4 da 122 e 160 CV, 2.0 da 210 e 265 CV) e due 2.0 TDI a gasolio da 140 e 170 CV.

Scopriamo insieme l’evoluzione di questo modello, un’auto capace di unire il brio alla praticità.

SCIROCCO I (1974)

Pur essendo la variante sportiva della Golf arriva sul mercato prima del modello da cui deriva. Nasce per sostituire l’obsoleta Karmann Ghia e si distingue per lo schema tecnico più al passo con i tempi: trazione sulle ruote davanti e motore anteriore raffreddato a liquido (soluzioni già adottate su K70 e Passat).

Il design è firmato Giugiaro, la produzione è affidata alla Karmann e i motori al lancio sono tre: un 1.1 da 50 CV e un 1.5 da 70 o 80 CV.

Nel 1976 arriva il 1.6 da 110 CV già visto sulla Golf GTI mentre il restyling del 1978 porta i paraurti in plastica e la mascherina rivista. Senza dimenticare l’addio alle scene del 1.5, che lascia spazio ad un 1.3 da 60 CV e ad un 1.6 da 85 CV.

SCIROCCO II (1981)

Il pianale è lo stesso della prima serie mentre il design è completamente nuovo per offrire più spazio alle gambe dei passeggeri posteriori e alle valigie. La plancia si differenzia per la prima volta da quella della Golf.

La gamma motori al debutto comprende un 1.3 da 60 CV, un 1.6 da 75 CV e un 1.8 da 112 CV. Nel 1982 arriva un 1.8 da 90 CV mentre nel 1984 è la volta della GTX, una variante più sportiva (esteticamente parlando: alettone, minigonne e chi più ne ha più ne metta) della GTI.

Questa versione abbandona il listino nel 1986 per lasciare spazio alla GTI 16V con 136 CV.