Subaru Impreza, la storia della regina dei rally

Smartworld
di Marco Coletto

Le quattro generazioni della compatta delle Pleiadi.

Sono bastati meno di vent’anni alla Subaru Impreza per diventare un’icona nel mondo del motorsport. Merito delle sue vittorie nei rally: tre Mondiali Piloti (1995, 2001 e 2003) e tre Costruttori (1995-1997).

Per quanto riguarda i modelli di serie la compatta delle Pleiadi ha una serie di clienti affezionati che la apprezzano per le sue doti tecniche: motore boxer longitudinale (che consente di abbassare il baricentro e non necessita di contralberi di bilanciamento), trazione integrale, sospensioni anteriori MacPherson e posteriori a quadrilatero.

La quarta generazione, che arriverà in listino entro la fine del 2012, è stata anticipata dalla SUV XV, identica nello stile (se non per qualche protezione in plastica in più sulla carrozzeria) e diversa nell’assetto (rialzato). Tre i motori al lancio – 1.6 da 114 CV, 2.0 da 150 CV e 2.0 turbodiesel da 147 CV – e prezzi compresi tra 22.990 e 31.990 euro.

Scopriamo insieme la storia di un’auto che ha impiegato pochissimo tempo ad entrare nel mito.

PRIMA GENERAZIONE

Nasce nel 1993 per sostituire la Leone e viene progettata già con lo scopo di affrontare le competizioni rallistiche. In Italia viene venduta in due varianti – berlina a quattro porte e station wagon – e con tre motori: 1.6 da 90 CV, 1.8 da 103 CV e 2.0 da 115 CV.

Nel 1994 arriva la versione più sportiva, dotata di un 2.0 sovralimentato da 211 CV, mentre nel 1997 è la volta di un restyling che coinvolge i propulsori (1.6 da 95 CV e 2.0 da 125 CV). Sulla stessa base tecnica viene realizzata la SUV Forester.

Nel 1998 vengono modificati gli interni e nel 1999 il più grintoso 2.0 da 211 CV viene portato a quota 218.

SECONDA GENERAZIONE

Nel 2001 arriva sul mercato una vettura più spaziosa (specialmente per la testa dei passeggeri posteriori) e con freni più potenti dell’antenata. Il pubblico non apprezza l’aumento del peso, dovuto all’incremento di 6 centimetri della lunghezza, e il design del frontale, caratterizzato da fari tondi.

Due i motori al debutto: un 1.6 da 95 CV e un 2.0 da 218 CV (WRX).

Nel 2002 viene lanciata la STi con un 2.0 da 265 CV mentre il restyling del 2003 porta un muso più “tradizionale”, un propulsore 2.0 da 125 CV e l’aumento di potenza della WRX a 224 CV. Nel 2004 sparisce invece il 1.6.

Il 2005 è l’anno in cui cambia l’unità sotto il cofano della STi: debutta infatti un 2.5 da 280 CV. Nel 2006, in occasione di un ulteriore restyling (frontale più aggressivo), il 2.0 “normale” passa da 125 a 160 CV e la WRX guadagna un 2.5 da 230 CV.

TERZA GENERAZIONE

Il modello attualmente in listino, presentato al Salone di Francoforte del 2007, rappresenta un taglio netto con il passato. Spariscono le versioni station wagon e le varianti non sportive con la coda, gli interni sono ispirati a quelli della grande SUV Tribeca e le portiere sono più “normali” con l’arrivo della cornice intorno ai finestrini laterali.

Più compatta di prima ma più spaziosa grazie al passo allungato, è disponibile nelle varianti “base” e XV, un modello SUVveggiante caratterizzato da vistose protezioni in plastica e un assetto (non troppo) rialzato. Due motori a benzina – disponibili anche a GPL e abbinati alle marce ridotte (1.5 da 107 CV e 2.0 da 150 CV) – e, per la prima volta nella storia di questo modello, un 2.0 turbodiesel da 150 CV.

Non manca la variante “cattiva” WRX STi, dotata di un 2.5 da 300 CV e disponibile a quattro o a cinque porte.

IL FUTURO

Le versioni a GPL della XV arriveranno verso l’estate. Per vedere l’alimentazione a gas anche sulla nuova Impreza bisognerà attendere qualche mese in più.