Ferrari 500 Mondial: la Sport derivata dalla F1

Ferrari 500 Mondial
Smartworld
di Marco Coletto

Storia della due litri da corsa del Cavallino, vincente (ma non troppo) negli anni Cinquanta

La 500 Mondial non è tra le Ferrari più vincenti: eppure quest’auto da corsa del Cavallino – protagonista, ma non troppo, tra le “due litri” degli anni Cinquanta – merita attenzione in quanto il suo motore deriva direttamente da quello della prima monoposto di Maranello iridata in F1. Scopriamo insieme la sua storia.

Ferrari 500 Mondial: la storia

La Ferrari 500 Mondial nasce nel 1953 per gareggiare nella categoria Sport: realizzata in 31 esemplari (15 con carrozzeria Pininfarina, 16 opera di Scaglietti), ha un telaio simile a quello della 250 MM con sospensioni anteriori a ruote indipendenti e ponte De Dion.

Il motore è un 2.0 a quattro cilindri (abbinato ad un cambio manuale a quattro marce) derivato da quello della monoposto 500 (reduce da due titoli iridati in F1 con Alberto Ascari nel 1952 e nel 1953, ecco spiegato il significato del nome Mondial): per adattare il propulsore alle benzine “normali” viene ridotto il rapporto di compressione e, conseguentemente, la potenza (da 190 a 155 CV).

In seguito il motore della Ferrari 500 Mondial viene modificato: grazie ad una nuova testata e a inediti carburatori Weber la potenza cresce fino a quota 170 CV. Anche il resto della vettura beneficia di numerosi interventi tecnici: cambio a cinque marce, frizione più robusta con il doppio disco a secco e ammortizzatori anteriori telescopici.

Il palmarès sportivo

La Mondial debutta nelle corse alla fine del 1953 quando Alberto Ascari e Gigi Villoresi conquistano il secondo posto alla 12 Ore di Casablanca. L’anno seguente Vittorio Marzotto ottiene la piazza d’onore alla Mille Miglia.

La Ferrari 500 Mondial non è un punto di riferimento tra le Sport 2000 in quanto costantemente più lenta delle Maserati A6GCS e 200 S. Tuttavia un esemplare della seconda serie – quella realizzata da Scaglietti – riesce ad ottenere un risultato importante con la vittoria di classe alla 12 Ore di Sebring del 1956 con Jim Pauley e Porfirio Rubirosa.