Studebaker Coupé (1953): puro design

Studebaker Coupé
Smartworld
di Marco Coletto

Sportiva e sexy nelle forme, meno nelle prestazioni

I cultori del design automobilistico non possono non apprezzare la Studebaker Coupé del 1953. Lo stile della sportiva americana – opera di Robert Bourke dello studio di Raymond Loewy – è caratterizzato da un lunotto posteriore avvolgente, da un originale montante posteriore e da un frontale estremamente basso.

Studebaker Coupé: le caratteristiche principali

Prodotta dal 1953 al 1955, ottiene un grande successo di pubblico: il numero di esemplari immatricolati (unito a quello della variante hard-top) supera di quattro volte quello della meno originale versione berlina a quattro porte.

La Studebaker Coupé – conosciuta anche con il nome di Champion Starlight – è molto spaziosa: il merito va al passo lunghissimo (oltre tre metri, 3,05, per la precisione). Un altro pregio è il peso contenuto, che consente di ottenere una grande agilità nelle curve e di avere consumi non troppo elevati. Tra i difetti segnaliamo la ruggine, i freni poco potenti e una qualità costruttiva scarsa.

La tecnica

Il motore al lancio della Studebaker Coupé è un 2.8 a sei cilindri da 86 CV – tutt’altro che brioso – con molti elementi in comune con quello utilizzato dal cingolato M29 Weasel utilizzato durante la Seconda Guerra Mondiale. Nel 1955 viene rimpiazzato da un 3.0 – sempre a sei cilindri – da 102 CV: la situazione migliora ma non molto.

Le quotazioni

Dopo la mitica Avanti la Coupé è la Studebaker più apprezzata tra le auto d’epoca. Eppure i prezzi sono alla portata di molte tasche: per un esemplare ben conservato bastano meno di 10.000 euro, 8.000 per l’esattezza. Non lasciatevela scappare se in un’auto ammirate soprattutto lo stile.