Nella seconda metà degli anni Ottanta la Venturi iniziò la propria attività di costruttore di supercar con l’obiettivo di rappresentare un’alternativa francese alla Ferrari. La Casa transalpina non riuscì a contrastare i marchi più blasonati ma i suoi primi due modelli – la 200 e la 260 – meritano attenzione: vivaci e confortevoli, hanno quotazioni inferiori a 10.000 euro. Peccato che siano molto difficili da trovare.
Venturi 200/260 (1986): le caratteristiche principali
La Venturi nasce ufficialmente nel 1984 grazie a quattro dipendenti della Heuliez che decidono di mettersi in proprio specializzandosi nella realizzazione di sportive. Il primo modello di serie – la 200 – viene presentato al Salone di Parigi del 1986: ha un design molto simile a quello delle Ferrari dell’epoca e può vantare un’eccellente aerodinamica. La carrozzeria in fibra di vetro serve a risparmiare peso.
La più potente versione 260 vede la luce nel 1989 e l’anno seguente viene rimpiazzata da una variante con marmitta catalitica. Tra i pregi delle coupé transalpine segnaliamo l’eccellente tenuta di strada, lo sterzo sensibile e preciso, la leva del cambio corta e maneggevole e le sospensioni confortevoli nell’uso quotidiano. Senza dimenticare l’abitacolo spazioso e ottimamente rifinito.
La tecnica
La Venturi 200 – lunga poco più di quattro metri (4,09, per la precisione) e dotata di trazione posteriore – monta un motore centrale longitudinale 2.5 PRV (Peugeot Renault Volvo) V6 turbo da 200 CV . Questa unità, la stessa adottata dalla Alpine GTA, è abbinata ad un cambio manuale a cinque marce e permette alla coupé francese di raggiungere una velocità massima di 245 km/h.
La 260 ospita invece sotto il cofano un 2.8 V6 sovralimentato da 261 CV derivato dal vecchio 2.5 (270 chilometri orari la velocità massima): entrambi i propulsori sono caratterizzati da parecchi ritardi di risposta del turbo.
Le quotazioni
Le Venturi degli anni Ottanta sono rarissime in Italia mentre è un po’ più semplice rintracciarle in Francia. Le quotazioni ufficiali – 9.000 euro – non sono destinate ad aumentare: questo marchio resta infatti un brand di nicchia che non è riuscito ad entrare nell’olimpo dei costruttori di supercar.