Carroll Shelby: imprenditore, pilota, mito

Smartworld
di Marco Coletto

Storia di uno degli uomini più importanti dell'automobilismo americano

Senza Carroll Shelby le auto americane sarebbero molto diverse. L’imprenditore (nonché pilota) statunitense ha segnato in maniera indelebile l’automobilismo “yankee” diventando un mito per tutti gli appassionati d’oltreoceano (e non solo). Scopriamo insieme la sua storia.

Carroll Shelby: la biografia

Carroll Shelby nasce a Leesburg (USA) l’11 gennaio 1923. Fin da ragazzo ha una forte passione per le automobili e gli aerei e partecipa alla Seconda Guerra Mondiale in aeronautica lavorando come pilota e istruttore. Finito il conflitto inizia a correre con una MG ma deve fare i conti con problemi cardiaci che lo perseguiteranno per tutta la vita.

Il debutto in F1

Il debutto in F1 di Carroll avviene nella stagione 1958 con la Maserati. In quell’anno ottiene il suo miglior risultato nel Circus: un quarto posto in Italia in coppia con il connazionale Masten Gregory.

La 24 Ore di Le Mans

Nel 1959 Carroll Shelby passa alla Aston Martin ma i suoi risultati sono peggiori di quelli del compagno britannico Roy Salvadori. In compenso i due, insieme, ottengono la prima e finora unica vittoria della Casa inglese alla 24 Ore di Le Mans al volante di una DBR1.

Durante la celebre corsa di durata francese nota alcune spider inglesi molto veloci chiamate AC Bristol, si ritira dal mondo delle corse per problemi di salute e fonda la Shelby-American. Con questa società acquista i telai AC e installa sotto il cofano potentissimi motori Ford. Nascono così le Cobra.

La Cobra

Carroll Shelby impiega pochissimo tempo a far capire al mondo le potenzialità della Cobra. Questa vettura si aggiudica infatti svariate competizioni negli Stati Uniti e nel 1965 la Daytona Coupé, variante chiusa realizzata l’anno precedente, vince addirittura il Mondiale Marche.

Il rapporto con la Ford

Il rapporto tra Ford e Shelby si fa sempre più stretto: nel 1964 Carroll inizia a lavorare allo sviluppo della GT40, vettura che sotto la sua gestione conquista due 24 Ore di Le Mans nel 1966 (con alla guida Bruce McLaren e Chris Amon) e nel 1967 (Dan Gurney e A.J. Foyt).

Nel 1965 Carroll Shelby inizia invece l’attività che gli darà le maggiori soddisfazioni dal punto di vista finanziario: la preparazione delle Mustang.

La GT350 (con un 4.7 V8) e la GT500 (nata due anni dopo e dotata di un propulsore 7.0 V8) conquistano il pubblico giovane e sportivo.

La parentesi Eagle

Shelby è come Re Mida: tutto quello che tocca diventa oro. Nel 1966 si mette in società con il pilota Dan Gurney per creare la scuderia Eagle di F1: un team capace di conquistare due settimi posti nei Mondiali Costruttori 1966 e 1967 e un ottavo posto nel Mondiale Piloti 1967 proprio con Gurney, in grado quell’anno di vincere il GP del Belgio e di arrivare terzo in Canada.

Addio Ford, benvenuta Chrysler

Nel 1970 Carroll Shelby interrompe i contatti con la Ford e l’intero mondo delle automobili e torna in scena solo nel 1982 quando firma un accordo con la Chrysler per la progettazione di alcuni modelli basati su Dodge di serie. Tre di questi – le Charger del 1983 e del 1985 e la Omni GLH del 1984 – vengono supervisionati direttamente dalla società di Carroll mentre molti altri sfruttano semplicemente componenti specifiche.

Negli anni ’90 – periodo in cui viene sottoposto ad un trapianto di cuore – si occupa anche, nelle vesti di consulente, della progettazione della mitica Dodge Viper: un’auto che riprende molti elementi che hanno fatto la fortuna della Cobra.

La Series 1 e il ritorno di fiamma con Ford

Nel 1998 Carroll Shelby realizza la sua prima e unica auto: la Series 1, una spider mossa da un motore 4.0 V8 di origine Oldsmobile. Nel 2003 – anno in cui la sua azienda cambia nome in Shelby Automobiles – ricominciano invece i contatti con la Ford: collabora allo sviluppo della GT (l’erede della GT40), nel 2004 mostra a Detroit una concept che reinterpreta in chiave moderna la Shelby Cobra mentre nel 2005 mostra la GR-1, variante coupé del prototipo svelato l’anno prima.

Nel 2006 tornano a grande richiesta, dopo un’assenza di ben 36 anni, le Shelby Mustang: al Salone di New York del 2005 viene presentata la GT500 con un 5.4 V8 da 503 CV e l’anno seguente arriva la GT-H realizzata in collaborazione con la Hertz.

500 esemplari disponibili solo a noleggio e basati sulla GT dotati di un motore 4.6 V8 da 329 CV. Nel 2007 è la volta della versione di serie di questa variante e negli anni successivi arriveranno altri modelli sempre più cattivi.

Dopo una lunga malattia Carroll Shelby muore a Dallas (USA) il 10 maggio 2012.