Il mistero Colin Chapman

Colin Chapman
Smartworld
di Marco Coletto

Storia del fondatore della Lotus, scomparso a soli 54 anni in circostanze particolari

Colin Chapman – l’uomo che ha creato la Lotus – ha avuto una vita breve ma intensa, terminata con una morte misteriosa. Scopriamo insieme la storia dell’ingegnere britannico che ha rivoluzionato il mondo delle corse e delle auto sportive.

Colin Chapman: la biografia

Colin Chapman nasce il 19 maggio 1928 a Richmond (Regno Unito). Alla fine degli anni Quaranta – mentre studia nel prestigioso University College di Londra – progetta la sua prima automobile: la Lotus (nome scelto, pare, in omaggio alla sua fidanzata dell’epoca, successivamente diventata moglie, Hazel) Mark I, basata sulla Austin 7 e creata esclusivamente per gareggiare nelle corse locali.

Grazie ai soldi ottenuti come premio per le vittorie nel 1949 – mentre si trova nella Royal Air Force – realizza la Mark II. Dopo la laurea in ingegneria strutturale conseguita nel 1950 inizia a lavorare presso la British Aluminium, ma abbandona la società poco dopo.

La creazione della Lotus

Colin Chapman fonda la Lotus nel 1952 e costruisce il suo primo modello di serie: la Mark VI, acquistabile anche come kit da montare e dotata di un leggerissimo telaio tubolare unito ad una carrozzeria in alluminio. Nel 1956 decide di chiudere la propria carriera di pilota – poco ricca di successi – in occasione della sua unica esperienza in F1: durante le prove del GP di Francia la sua Vanwall si schianta contro quella del compagno di scuderia Mike Hawthorn.

La svolta per la Lotus arriva nel 1957 con il lancio della Seven, la vettura che meglio sintetizza la filosofia di Chapman basata sull’ottenere le prestazioni riducendo il peso.

Il motorsport

Il 1958 è l’anno in cui Colin Chapman decide di far debuttare la Lotus in F1. Le sue vetture piccole e leggere dotate di motore centrale si rivelano più agili delle rivali e conquistano ben 13 titoli Mondiali (6 Piloti e 7 Costruttori) tra il 1963 e il 1978.

Il primo successo risale al GP di Monaco del 1960 con Stirling Moss.

Colin introduce numerose innovazioni in questo sport: il telaio monoscocca (nel 1962), gli sponsor (nel 1968), l’effetto suolo (nel 1978) e il doppio telaio del 1981, mai sperimentato in gara perché bandito. Senza dimenticare che al volante della Lotus hanno debuttato tantissimi campioni.

Nel 1965 arriva anche un’incredibile vittoria alla 500 Miglia di Indianapolis con la 38, che grazie al driver britannico Jim Clark diventa la prima vettura della storia con propulsore centrale a conquistare la mitica corsa statunitense.

Gli ultimi anni

Nel 1978 Colin Chapman entra in affari con l’imprenditore statunitense John DeLorean con l’obiettivo di realizzare una sportiva in uno stabilimento finanziato dal governo britannico. Buona parte dei soldi, però, finisce nelle tasche dei due.

Colin muore ufficialmente di arresto cardiaco il 16 dicembre 1982 – a soli 54 anni – a Wymondham (Regno Unito). Pochi giorni prima supera senza problemi una visita medica per conto dei Lloyd’s di Londra per l’assicurazione sulla vita e per il rinnovo della licenza di pilota e dopo la morte Emerson Fittipaldi e Mario Andretti chiedono di poter partecipare alle esequie ma viene loro risposto che il corpo è già stato tumulato.

La verità sulla fine di Colin Chapman non si saprà mai: c’è chi dice che sia scappato in Brasile e, dopo essersi sottoposto ad una plastica facciale, sia addirittura riuscito a partecipare come spettatore a qualche GP prima di scomparire davvero all’inizio del XXI secolo e girano voci su un versamento da 18 milioni di dollari su un conto bancario panamense effettuato poco prima della morte. Quello che è certo è che in un eventuale processo avrebbe ricevuto una condanna non inferiore a dieci anni.