Ferdinando Innocenti: tubi, scooter e auto

Ferdinando Innocenti
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La storia di uno degli imprenditori italiani più importanti del XX secolo

Ferdinando Innocenti è stato uno degli imprenditori italiani più importanti del XX secolo: il sistema di raccordo tubi che porta il suo nome è ancora oggi usato sulle impalcature e la sua azienda ha commercializzato due mezzi molto amati nel nostro Paese (lo scooter Lambretta e la Mini inglese prodotta su licenza). Scopriamo insieme la storia di quest’uomo.

Ferdinando Innocenti: la biografia

Ferdinando Innocenti nasce l’1 settembre 1891 a Pescia (Pistoia) e all’inizio del XX secolo si trasferisce con la famiglia a Grosseto per seguire il padre fabbro che decide di avviare un negozio di ferramenta.

A 18 anni Ferdinando prende in mano le redini dell’azienda e impiega pochissimo tempo ad ampliarla: acquista rottami di ferro e li scambia con olio lubrificante, più facile da rivendere.

Il trasferimento a Roma

All’inizio degli anni ’20 Ferdinando Innocenti si ritrova con parecchi soldi, li deposita nella Banca Italiana di sconto e li perde quasi tutti in seguito al fallimento dell’istituto di credito. Due anni più tardi decide di spostarsi a Roma e nella Capitale apre un magazzino per la vendita di tubi senza saldatura prodotti dalla Dalmine.

Nel 1926 apre un’officina per la lavorazione dei tubi e per tutta la seconda metà del decennio (e per la prima metà degli anni ’30) stipula numerosi accordi commerciali con la Dalmine e studia nuove applicazioni per queste parti metalliche.

Grazie ai contatti con il Vaticano Ferdinando Innocenti realizza numerosi lavori per il Papa: un impianto di irrigazione a pioggia per i giardini della villa di Castel Gandolfo (1931) e per i Giardini Vaticani (1932) e – nel 1934 – una centrale termoelettrica e gli impianti antiincendio della Cappella Sistina. Non sono da sottovalutare, inoltre, i contratti stipulati in quel periodo per l’ampliamento della capienza degli stadi in vista dei Mondiali di calcio del 1934.

Lo spostamento a Milano

Innocenti si trasferisce a Milano già nel 1931 e nel 1933 – anno in cui crea il ponteggio tubolare (nato per rimpiazzare le poco sicure impalcature in legno usate fino ad allora) che porta il suo nome e che ancora oggi è utilizzato nell’edilizia – apre uno stabilimento nel capoluogo lombardo (più precisamente nel quartiere di Lambrate) per la realizzazione di queste componenti.

È solo nel 1934, tuttavia, che inizia a concentrare la propria attività nel Nord Italia. Grazie alle forniture militari (tubi per le carpenterie per capannoni, proiettili e corpi di granate) e a due eventi bellici come l’invasione dell’Etiopia (1935) e l’intervento in Spagna (1936) la società di Ferdinando Innocenti (che nel frattempo è diventata grande azionista della Dalmine e assorbe il 35% della produzione di questa società) cresce esponenzialmente.

La Seconda Guerra Mondiale

Nel 1939 Ferdinando viene nominato Cavaliere del Lavoro e nello stesso anno prende il via l’attività della SAFTA (Società anonima fabbricazione tubolari acciaio) con capitale di maggioranza alla Innocenti e di minoranza alla Dalmine e inizia la realizzazione dello stabilimento di Apuania (l’attuale zona di Massa e Carrara).

Due anni più tardi Ferdinando Innocenti prende la decisione di costruire tubi in proprio e non più per la Dalmine e nel 1942 lo stabilimento toscano viene completato ma smantellato e portato all’estero dopo pochi mesi dai tedeschi. Dopo l’8 settembre 1943, intuendo la fine del fascismo, Innocenti inizia a collaborare con gli Alleati e a finanziare la Resistenza ed è per questa ragione che una volta terminato il conflitto riesce a tornare in possesso delle sue fabbriche.

Il dopoguerra

Alla fine della Seconda Guerra Mondiale Ferdinando decide di diversificare la produzione e nel 1947 mette in commercio lo scooter Lambretta. L’anno seguente cede alla Dalmine il pacchetto azionario della SAFTA e in cambio ottiene numerosi titoli dell’azienda lombarda e viene nominato amministratore delegato della società.

L’esperienza di Ferdinando Innocenti ai vertici di questa impresa dura pochi mesi: viene accusato di aver fatto fortuna a spese proprio della Dalmine e cerca, senza successo, di trasferire la società a Milano e di concentrare la produzione sui tubi saldati più grandi (destinati ai pozzi petroliferi).

Gli anni ’50 e ’60

Nel 1950 Innocenti si dimette dalla Dalmine e ristruttura lo stabilimento di Lambrate, tre anni più tardi riceve la laurea honoris causa in ingegneria e nel 1955 gli viene commissionata la costruzione di una fabbrica in Venezuela.

Il boom economico nel nostro Paese porta gli italiani a passare dalle due alle quattro ruote e nel 1960 Ferdinando Innocenti – pur non essendo molto convinto di entrare nel mondo delle auto e fare concorrenza alla Fiat – viene spinto dal figlio Luigi ad impegnarsi in questo settore. La prima vettura costruita – la A40 – non è altro che la britannica Austin A40 prodotta su licenza nel nostro Paese.

Poco dopo vede la luce la Innocenti 950 Spider – meccanica Austin-Healey Sprite e carrozzeria Ghia disegnata da Tom Tjaarda – mentre risale al 1965 l’inizio dell’assemblaggio su licenza delle Mini britanniche.

Quelle “made in Lambrate” sono meglio rifinite, presentano alcune componenti realizzate in Italia e montano il servofreno di serie (a differenza delle sorelle inglesi) su tutte le versioni Cooper.

Ferdinando Innocenti scompare il 21 giugno 1966 a Varese.