Giuseppe Busso: il più amato dagli alfisti

Giuseppe Busso
Smartworld
di Marco Coletto

Storia del progettista dei motori più importanti del Biscione

Per gli alfisti Giuseppe Busso non è un uomo come tutti gli altri: questo progettista torinese ha infatti realizzato i motori migliori della Casa del Biscione e si sa quanto i propulsori siano importanti sulle vetture del marchio lombardo. Scopriamo insieme la sua storia.

Giuseppe Busso: la biografia

Giuseppe Busso nasce il 27 aprile 1913 a Torino. Dopo aver conseguito il diploma di perito industriale viene assunto dalla Fiat, dove si occupa di aerei e ferrovie, e nel 1939 si trasferisce all’Alfa Romeo.

Sotto la direzione di Orazio Satta Puliga si occupa di realizzare particolari destinati alle vetture da corsa mentre durante la Seconda Guerra Mondiale passa al reparto studi speciali diretto da Wifredo Ricart.

L’avventura in Ferrari

Terminata la guerra Giuseppe Busso viene chiamato alla Ferrari: nel 1946 diventa direttore dell’ufficio tecnico, collabora al progetto della prima vettura da corsa del Cavallino – la 125 S – e lavora in prima persona sull’erede, la 159.

Nel 1948 abbandona la Casa di Maranello, in seguito ad alcune divergenze con i colleghi.

Ritorno in Alfa

Dagli anni Cinquanta agli anni Settanta Giuseppe Busso si occupa della progettazione di tantissime Alfa Romeo come le prime due generazioni della Giulietta e la Giulia. Il suo capolavoro – il motore V6 ancora oggi conosciuto come “Busso” – vede la luce nel 1979 e rimane in listino, con diverse modifiche, fino al 2005.

Questo propulsore – disponibile con cilindrate comprese tra 2 e 3,2 litri e con potenze fino a 250 CV – equipaggia numerose auto del Biscione (e non solo, visto che finisce anche sotto il cofano della Fiat Croma e delle ammiraglie Lancia Thema, k e Thesis) stradali e da corsa. La vittoria più rilevante ottenuta da una vettura dotata di questa unità è la 155 che nel 1993 si aggiudica il campionato turismo tedesco DTM con Nicola Larini.

La pensione e la morte

Giuseppe Busso va in pensione nel 1977 e scompare il 3 gennaio 2006 ad Arese (Milano), tre giorni dopo la fine della produzione del motore più importante da lui creato.