Wifredo Ricart: dalla Spagna all’Alfa Romeo e ritorno

Wilfredo Ricart
Smartworld
di Marco Coletto

Storia dell'ingegnere iberico, nemico numero 1 di Enzo Ferrari e fondatore della Pegaso

Wifredo Ricart non è un nome conosciuto da molti: eppure questo ingegnere spagnolo – che può essere considerato il nemico numero 1 di Enzo Ferrari – ha progettato per l’Alfa Romeo numerose vetture da corsa durante la Seconda Guerra Mondiale e ha motorizzato il proprio Paese contribuendo alla fondazione della Pegaso. Scopriamo insieme la sua storia.

Wifredo Ricart: la biografia

Wifredo Ricart nasce a Barcellona (Spagna) il 15 maggio 1897, si laurea in ingegneria nel 1918 e trova lavoro in una società che distribuisce le Hispano-Suiza prima di mettersi in proprio creando la Motores Ricart-Perez.

Progetta la sua prima auto da corsa nel 1922, una vettura dotata di un motore 1.5 a quattro cilindri, e nel 1926 fonda la Motores y Automóviles Ricart. Dopo pochi mesi dall’apertura dell’azienda presenta due prototipi al Salone di Parigi ma a causa della carenza di soldi e costretto a chiedere aiuto all’industriale Felipe Batlló. La società viene ribattezzata Ricart-España ma ha vita breve.

L’avventura in Alfa Romeo

Wifredo Ricart impiega poco tempo a farsi apprezzare come uno degli ingegneri dell’automobile più talentuosi in circolazione: un uomo dalle mille risorse (ex militare, matematico e pilota) in grado di parlare cinque lingue.

Nel 1936 viene assunto in Alfa Romeo come consulente (e come sostituto di Vittorio Jano) dall’ammistratore delegato Ugo Gobbato. Si trasferisce in Italia con tutta la famiglia (padre, madre, sorella, moglie e tre figli) lasciando una Spagna da pochi mesi alle prese con una guerra civile.

Nel 1937 viene trasferito al reparto corse, dove sarà protagonista di un evento che cambierà per sempre il mondo del motorsport: l’Alfa Romeo acquista l’80% della Scuderia Ferrari (che all’epoca si occupava di gestire l’attività sportiva delle vetture del Biscione), crea l’Alfa Corse con sede a Milano e nomina direttore Enzo Ferrari. A causa di contrasti con Ricart il “Drake” decide di mettersi in proprio e di creare la Casa che ancora oggi porta il suo nome: immaginate cosa sarebbe successo se i rapporti tra i due fossero stati ottimi…

Wifredo Ricart ama circondarsi di ingegneri di talento e lo dimostra assumendo nel 1939 Orazio Satta Puliga (colui che svilupperà tanti modelli Alfa tra cui la Giulia).

Nel 1940 viene invece nominato direttore del Servizio studi speciali. Nello stesso anno progetta la Tipo 512 Gran Premio per competere ad armi pari con le auto da corsa tedesche: monta un motore posteriore centrale longitudinale che consente di percorrere le curve a velocità più elevate. La cilindrata contenuta (1.5 boxer 12 cilindri, per la prima volta nella storia viene realizzata un’automobile con questa particolare architettura) permette invece di ridurre il peso.

Questo modello – come altri progettati da Wifredo in quegli anni – non vede la luce per via della Seconda Guerra Mondiale e nel 1945 Ricart lascia l’Alfa Romeo dopo aver visto Gobbato assassinato da partigiani che lo accusavano (senza prove) di collaborazionismo con il fascismo.

Il ritorno in Spagna

Wifredo Ricart torna a Barcellona, trova un lavoro negli USA alla Studebaker ma prima di partire viene coinvolto nel processo che porterà alla motorizzazione della Spagna. Grazie ai suoi rapporti (documentati, a differenza di Gobbato) con Francisco Franco crea l’ Enasa, società che si insedia nei vecchi stabilimenti Hispano-Suiza, e il marchio Pegaso, specializzato nella produzione di veicoli industriali.

Nel 1951 – per creare interesse intorno al nuovo marchio – realizza la sportiva Z-102, dotata di un motore V8 (2.5, 2.8 o 3.2 con una potenza massima di 195 CV). La vettura è un gioiello di tecnica ma non è priva di difetti: il propulsore è infatti particolarmente rumoroso e la trasmissione collegata al differenziale e situata dietro l’asse posteriore si rivela parecchio delicata.

Criticato per le sua scelta di privilegiare l’innovazione tecnica al profitto Wifredo Ricart lascia nel 1959 il posto da amministratore delegato dell’Enasa e torna a lavorare come freelance prima di perdere la vita – nella sua città natale – il 19 agosto 1974.