Mitsubishi Pajero Pinin 1.8 3p. (2002)

Smartworld
di Marco Coletto

La versione 1.8 a tre porte della baby SUV giapponese (assemblata in Piemonte) non ha saputo conquistare il pubblico.

La Mitsubishi Pajero Pinin non ha mai fatto strage di cuori tra il pubblico, specialmente nella versione a tre porte abbinata al motore 1.8 ad iniezione indiretta di benzina. Un esemplare del 2002, privo delle marce ridotte e particolarmente assetato di carburante, oggi si trova a poco più di 5.000 euro. Scopriamo i pregi e i difetti della piccola SUV giapponese (assemblata in Piemonte).

ABITABILITÀ – Difficile pretendere spazio da un’auto lunga solo 3,74 metri. Chi si accomoda dietro non ha molti centimetri a disposizione della testa mentre per quanto riguarda le gambe esistono altre piccole 4×4 che se la cavano peggio.

FINITURA – I materiali sono di buon livello ma soprattutto ottimamente assemblati.

DOTAZIONE DI SERIE – Abbastanza completa: cerchi in lega e climatizzatore.

CAPACITÀ BAGAGLIAIO – 210 litri (tanti per la categoria) che diventano 930 (pochi) in configurazione a due posti.

POSTO GUIDA – Il sedile è completamente regolabile mentre il volante, purtroppo, è fisso.

CLIMATIZZAZIONE – I passeggeri anteriori hanno a disposizione un getto potente, quelli posteriori possono lamentarsi durante le giornate particolarmente calde.

SOSPENSIONI – Eccellenti su asfalto, tendono a sobbalzare nella guida in off-road.

RUMOROSITÀ – Il motore è particolarmente silenzioso ad ogni regime.

MOTORE – Il propulsore 1.8 a benzina da 114 CV e 160 Nm di coppia offre un discreto brio a partire dai 4.000 giri.

CAMBIO – La trasmissione manuale a cinque marce è caratterizzata da una buona rapportatura ma anche da una leva contrastata. Peccato che non abbia le ridotte, a differenza della più potente 2.0 GDI.

STERZO – In città è leggero quanto quello di un’utilitaria, fuori si rivela esageratamente lento.

PRESTAZIONI – 155 km/h di velocità massima e 11,9 secondi per accelerare da 0 a 100 km/h. Davvero niente male.

DOTAZIONE DI SICUREZZA – ABS e airbag frontali. Il minimo indispensabile.

VISIBILITÀ – Da dieci e lode: merito delle ampie superfici vetrate e, in modo particolare, delle dimensioni esterne mignon.

FRENI – L’elemento peggiore della vettura.

Poco rassicuranti e con spazi di arresto troppo lunghi.

TENUTA DI STRADA – Stabile grazie alla trazione integrale permanente e priva di rollio nonostante il baricentro alto. In fuoristrada delude nel superamento delle salite.

PREZZO – Da nuova costava 18.941 euro, oggi si trova con facilità a 5.300 euro.

TENUTA DEL VALORE – Interessa a pochi: non ha le ridotte, ha solo tre porte e ha un motore parecchio assetato.

CONSUMO – 10,5 km/l dichiarati, intorno agli 8 rilevati. La versione 2.0 GDI, grazie all’iniezione diretta, se la cava (leggermente) meglio.

GARANZIE – La copertura globale e quella sulla verniciatura sono terminate nel 2005., quella sulla corrosione nel 2008.