Rolls-Royce Phantom (2003): la regina non è priva di difetti

Smartworld
di Marco Coletto

Lussuosa, estremamente esclusiva ma non completamente affidabile

Fino a qualche anno fa gli acquirenti di Rolls-Royce potevano dormire sonni tranquilli vista l’elevata affidabilità dei modelli del brand inglese. Il modello più pregiato attualmente in listino, la Phantom (presentata nel 2003 e già analizzata lo scorso anno in una guida all’usato), ha invece deluso alcuni suoi proprietari.

Fin dal momento del lancio sul mercato l’ammiraglia british – lunga quasi sei metri (5,83 per la precisione) e dotata di un motore 6.7 V12 da 460 CV – non ha convinto in pieno i clienti più tradizionalisti per via della stretta parentela con BMW (proprietaria del brand) e molti altri a causa della scarsa potenza dell’impianto frenante (soprattutto in considerazione dell’elevato peso della vettura, due tonnellate e mezzo).

La spiegazione a questo problema è arrivata nel 2010 quando quasi 6.000 esemplari (5.800 per l’esattezza) sono stati richiamati per una perdita di liquido alla pompa del servofreno che riduceva la potenza di arresto. Per di più lo stesso componente è stato utilizzato dalle meno blasonate bavaresi serie 5, serie 6 e serie 7 (anch’esse richiamate, 345.000 vetture coinvolte): una notizia che ha fatto gridare allo scandalo i “rollsisti” più duri e puri.

In un panorama automobilistico sempre più globalizzato è difficile, anche per i brand più attenti ai dettagli, controllare interamente la filiera dei fornitori. Per questa ragione oggi è praticamente impossibile avere vetture indistruttibili come potevano essere le Rolls-Royce (e le Mercedes) degli anni Ottanta…