David Coulthard: un pilota sottovalutato?

Smartworld
di Marco Coletto

Storia del driver britannico, uno dei più veloci degli anni Duemila

Il nome di David Coulthard non è tra i più citati quando si parla dei piloti più forti dell’era moderna. Eppure il driver britannico è stato il settimo più vincente degli anni Duemila. Scopriamo insieme la sua storia, composta da tanti piazzamenti e pochi trionfi.

David Coulthard: la storia

David Coulthard nasce a Twynholm (Regno Unito) il 27 marzo 1971. Dopo una lunga gavetta con i kart debutta con le monoposto nel 1989 in Formula Ford. Si aggiudica immediatamente il campionato 1600, arriva terzo nel Festival e viene nominato miglior giovane pilota britannico.

La Formula 3

Dopo una stagione 1990 sfortunata a causa della rottura di una gomma in un incidente David esordisce in F3 sorprendendo ancora una volta il mondo: arriva secondo nel campionato britannico dietro a Rubens Barrichello e conquista il GP di Macao e i Masters in un’edizione, a dire il vero, povera di veri talenti.

Nel 1992 David Coulthard passa al campionato del mondo ma è nel 1993 – anno in cui viene nominato tester alla Williams in F1 – che tornano i risultati: arriva terzo nella serie iridata dietro a Olivier Panis e a Pedro Lamy.

Il debutto in F1

Non è facile il debutto di David Coulthard in F1 al GP di Spagna del 1994: guida la monoposto più veloce del Circus e deve prendere il posto di Ayrton Senna, scomparso un mese prima a Imola. Il primo anno “part-time” nel Mondiale è discreto: soffre la presenza del più esperto (e veloce) compagno di squadra Damon Hill ma riesce a portare a casa il primo podio (2°) in Portogallo.

Nel 1995 arrivano la prima vittoria – sempre in Portogallo – e il terzo posto in classifica generale ma i risultati sono sempre inferiori a quelli di Hill.

Il passaggio in McLaren

Nel 1996 David Coulthard viene chiamato in McLaren per affiancare il più talentuoso collega Mika Häkkinen: il miglior piazzamento con la monoposto britannica nella prima stagione è il secondo posto a Monte Carlo.

Le sorprese arrivano l’anno seguente: due vittorie (in Australia e in Italia), terzo posto in classifica generale e, soprattutto, una manifesta superiorità nei confronti del coéquipier finlandese. Le gerarchie si ristabiliscono nel 1998, nel 1999 e nel 2000: due volte terzo in classifica generale con Häkkinen due volte iridato.

Il terzo millennio

Il 2001 è senza dubbio il migliore anno nella carriera di David Coulthard: in una stagione dominata da Michael Schumacher il pilota scozzese risulta il primo dei “normali” conquistando il titolo di vicecampione del mondo e portando a casa due vittorie (Brasile e Austria), svariati podi e prestazioni migliori del compagno Häkkinen.

Nel 2002 ha a che fare con una McLaren poco competitiva ma riesce comunque a vincere a Monte Carlo e a risultare più veloce del giovane e talentuoso collega Kimi Räikkönen ma la situazione cambia nel 2003 (un successo in Australia), quando il finlandese matura al punto tale da diventare vicecampione iridato, e nel 2004 quando non riesce nemmeno ad ottenere un podio.

Il passaggio in Red Bull

Quando David Coulthard viene nominato primo pilota della Red Bull la scuderia austriaca non è quella vincente dell’attuale decennio ma solo un team al primo anno in F1. Nel 2005 si sbarazza agevolmente dei compagni Christian Klien e Vitantonio Liuzzi e nel 2006 si migliora: conquista il primo podio (3° a Monte Carlo) nella storia del team dei “bibitari” e risulta costantemente più veloce di Klien e di Robert Doornbos.

Il pilota scozzese è molto utile alla scuderia austriaca per fare esperienza nel Circus: nel 2007 è più rapido in pista del coéquipier Mark Webber mentre nel 2008 (anno in cui David conquista l’ultimo podio in carriera, in Canada, prima di abbandonare il magico mondo della F1) i ruoli si invertono.

Il DTM

Dopo un 2009 passato come tester alla Red Bull David Coulthard decide di intraprendere una nuova carriera nel campionato turismo tedesco DTM. Al volante di una Mercedes classe C gestita dal team Mücke il driver britannico combina però ben poco: la sua migliore stagione, l’ultima (nel 2012) prima del ritiro dal motorsport, coincide con un 15° posto in classifica generale condito da un 5° posto a Norisring.