Ford Sierra RS500 Cosworth

Smartworld
di Marco Coletto

Alla scoperta della cattivissima berlina dell'Ovale Blu degli anni '80

La Ford Sierra RS500 Cosworth, nata nel 1987, è la versione più sportiva della prima generazione della berlina dell’Ovale Blu: un’auto che ha popolato i sogni dei ragazzi nati a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta.

Caratteristiche principali

Realizzata in soli 500 esemplari dall’Aston Martin, si distingue esteticamente dalle Sierra RS Cosworth “normali” a trazione posteriore per un secondo spoiler, per gli adesivi specifici e per il paraurti ridisegnato.

Il motore

Il motore della Ford Sierra RS500 Cosworth è un 2.0 sovralimentato da 224 CV che permette alla vettura di raggiungere una velocità massima di 248 km/h e di accelerare da 0 a 100 chilometri orari in 6,8 secondi. Questo propulsore può vantare un turbo maggiorato e un intercooler più grande di quello montato dalla Sierra RS Cosworth “classica”.

Ford Sierra RS500 Cosworth: violenta

Ford Sierra RS500 Cosworth
Smartworld
di Richard Meaden

Tra gli anni Ottanta e Novanta era una leggenda

SONO PASSATI TRENT’ANNI DA QUANDO la Cosworth ha lasciato il suo segno su strada e in pista: eppure il suo nome è ancora leggenda. Per chi è stato adolescente quando la Sierra spopolava nel campionato turismo inglese, europeo, australiano e mondiale, la Cosworth occupa un posto speciale nel cuore, lo stesso posto dove ci sono i ricordi delle valvole wastegate, delle gomme che pattinano, delle fiammate dagli scarichi e delle gare automobilistiche più belle ed estreme di sempre.

Non avete idea di quanto sia eccitato all’idea di guidare la RS500. L’unico problema quando hai a che fare con un mito del passato è che, con tutte le aspettative che hai, rischi di restare deluso, soprattutto quando l’auto in questione non è in tenuta da battaglia ma è una semplice versione standard stradale. Non aiuta neanche il fatto che l’ultima volta che sono stato sulla RS500 è stato alla fine degli anni Ottanta, quando un amico di mio padre mi ha dato un passaggio facendomi venire i capelli bianchi dalla paura. Me lo ricordo ancora come fosse ieri: a vederla sembrava una Sierra standard, ma sotto il cofano si nascondeva un motore con specifiche da BTCC che sviluppava 500 CV. La trasmissione cercava invano di scaricare a terra tutta quella potenza ma era impossibile non far pattinare le gomme. Non dimenticherò mai il sound di quel propulsore modificato, l’odore della frizione e delle gomme bruciate e la sua violenza esplosiva. E nemmeno l’espressione folle del guidatore. La frequenza con cui si passava le mani sudate sui jeans prima ancora di salire in macchina avrebbe dovuto farmi capire che non mi aspettava nulla di buono…

E invece, come un vero incosciente, ho accettato il passaggio che mi offriva e ho dovuto assistere alla lotta di un uomo dalle reazioni troppo lente per la Cosworth e seriamente in difficoltà quando il turbo entrava in azione.

Quelli sono a tutt’oggi dieci dei minuti più intensi e spaventosi che io abbia mai passato a bordo di un’auto. In quel momento ho avuto la conferma che quest’auto possedeva qualcosa di unico e di superiore, persino a certe esotiche italiane da rally. D’altronde, la Cosworth era la versione inglese della GT-R Skyline. Un’auto che sembrava fatta apposta per essere elaborata e infarcita di CV all’inverosimile, fino a diventare praticamente inguidabile.

La RS500 stradale era una vera omologata speciale, nata per rispettare il regolamento delle Gruppo A e prodotta in 500 esemplari stradali solo per permettere alla versione da corsa di prendere parte al campionato. Il compito di trasformare in pistaiole imbattibili le 500 Cosworth stradali fu affidato alla Aston Martin Tickford di Milton Keynes. Che per prima cosa ha stilato una lunga lista di modifiche che avrebbero trasformato la Sierra stradale nella leggenda del Touring Car.

Ovviamente, le modifiche riguardavano soprattutto il motore, il telaio e l’aerodinamica. Il propulsore migliorato della Cosworth aveva un blocco cilindri con le pareti più spesse per gestire l’enorme turbina Garrett T31/T04. C’era anche una nuova pompa carburante per alimentare il set di iniettori extra (la stradale ne aveva quattro, la versione sportiva otto) e un intercooler aria-aria più grosso per tenere sotto controllo la temperatura. A livello di telaio vennero aggiunti dei punti di attacco per i bracci semioscillanti delle sospensioni. Le modifiche visivamente più evidenti rispetto alla versione standard, invece, sono il paraurti anteriore con prese d’aria extra, l’alettone posteriore più efficiente con un bordo superiore più pronunciato e uno spoiler extra sul portellone posteriore.

Tutte queste variazioni danno alla RS500 un’aura speciale, anche a trent’anni di distanza.

Quest’auto è così stupefacente che ti lascia di stucco anche solo a guardarla e ne ho la conferma quando, questa mattina, vado a ritirarla. È tesa e aggressiva e si capisce subito che quella che hai di fronte è una leggenda. Il marchio dell’Ovale Blu non avrà il fascino dell’Elica, ma se avete vissuto l’epoca delle Gruppo A non ve ne importa niente, perché per voi quest’auto è una regina.

Non ricordo l’ultima volta che ne ho vista una per strada, ma credo che quelle che non sono andate distrutte in un incidente siano a prendere polvere in qualche garage riscaldato, vedendo crescere il loro valore di anno in anno. Questa quindi è una rara opportunità di guidare una classica moderna.

QUANDO LE PORTE DELL’OFFICINA si aprono e la Sierra nera emerge dall’oscurità dell’interno rimango colpito: non me la ricordavo così piccola e snella. E non mi ricordavo nemmeno quanto fossero comicamente piccoli i suoi cerchi da 15 pollici. Gli interni sono quelli di una tipica Ford veloce degli anni Ottanta, ovvero un mix di plastiche terribili, linee squadrate e un paio di comodi e sostenitivi Recaro in velluto. Il volante è enorme e ha l’aria un po’ scadente, ma quando lo metti alla prova ti accorgi che è brillante. Anche la lunga leva del cambio, che sembra presa da un Transit, non è bella o elegante, ma non importa: la cosa fondamentale è che la trasmissione Borg-Warner T5 montata dalla Sierra sia agile e precisa.

Quando giro la chiave, il Cosworth YBD 2.0 16 valvole sembra esitare, poi lancia un urlo e si assesta a un minimo solido e borbottante. Per gli standard moderni, 224 CV (20 in più della Sierra Cosworth originale) sono pochi ma considerando che la Cosworth pesa poco più di 1.200 kg bastano e avanzano.

La frizione è molto incisiva e all’inizio è difficile da manovrare a bassa velocità, mentre lo sterzo e i freni ti danno subito tanta sicurezza.

I primi chilometri servono a ricordarti quanto le auto si siano evolute in termini di cura, qualità, rumore, vibrazioni, durezza, controllo e ammortizzazione, senza contare il senso di integrità che trasmettono le più rigide strutture di oggi. In questo la Cosworth dimostra tutti i suoi anni. All’inizio, mentre guidi rilassato per imparare a conoscerla non ti rendi conto di che motore hai a disposizione. Così rimani ancora più stupito quando, su un tratto di strada libero, apri deciso il gas e il turbo Garrett finalmente si risveglia prendendoti a calci nella schiena.

La nostra meta è lo Yorkshire del nord: vogliamo passare un po’ di tempo con la Sierra su strade con la S maiuscola, farle sgranchire le gambe e permettere a Dean Smith di scattare qualche foto degna di questo mito. Purtroppo l’assolata estate che il 2013 ci ha regalato è finita e al suo posto è arrivato il freddo inverno, fatto di asfalto bagnato e cielo grigio piombo. Ma nonostante le condizioni non proprio ideali, la Cosworth percorre in un lampo i km di strada statale e autostrada, con un’accoglienza di pollici alzati e altri gesti di chiaro apprezzamento ogni volta che ci fermiamo a fare benzina. A quanto pare, non sono l’unico ad apprezzare questa vecchia, rara Ford.

Quando finalmente arriviamo a Hutton-le-Hole e alle stupende strade dall’ottima visuale che attraversano le brughiere delle North York Moors, non sto nella pelle dalla voglia di lanciare la RS500 e vedere che cosa sa fare. Solo allora scoprirò se questa leggenda del motorsport sa farti vivere ancora forti emozioni alla guida o se gli anni trascorsi hanno cambiato inevitabilmente le cose.

Per fortuna non devo aspettare a lungo per scoprirlo.

Con la strada libera a disposizione, la Cosworth si risveglia. Le serve spazio per scatenare il turbo, ma quando finalmente ha a disposizione tutta la potenza garantita dal motore e dal Garrett nessuno la ferma più. È impressionante. Il motore Cosworth non è molto fluido, anzi è fin troppo brusco, ma sopra i 4.000 giri, quando il turbo si risveglia, l’ondata di potenza generata dal turbo-lag che ti travolge compensa la flemma dei bassi regimi. Anche il sound è fantastico, una specie di latrato a squarciagola con in sottofondo il fischio del turbo. Le marce sono lunghe, in modo da poter sfruttare al massimo la coppia e permettono di passare dalla terza alla quarta in un’unica spinta ininterrotta. Il boost è fantastico per garantire sorpassi lampo, ma serve un buon tempismo per sfruttarlo al meglio. L’erogazione del turbo non è improvvisa e brevissima, ma comunque il range di utilizzo è abbastanza ridotto e bisogna programmare bene le proprie mosse per sfruttarlo al meglio.

Dinamicamente, la RS500 è un’auto da vecchia scuola: il grip è modesto ma è sensibilissima e ha un handling trasparente. Lo sterzo è servoassistito ma è anche sostanzioso quanto basta e agile senza essere nervoso. Sai sempre esattamente quanto grip c’è all’anteriore e questo ti permette di entrare in curva a velocità molto alta. In qualsiasi genere di curva, il telaio sottoposto ad accelerazione laterale rimane neutrale e per mandarlo in sovrasterzo devi darci dentro parecchio.

In compenso la Sierra adora derapare. Si può controsterzare a volontà, ed è un bene, perché il passaggio dalla trazione al pattinamento è molto rapido sul bagnato. Per gestire il traverso bisogna essere molto delicati con l’acceleratore, per evitare di chiedere troppo al turbo.

Se però si esagera nell’altro senso, la spinta cala e con lei il sovrasterzo. È impegnativo ma ne vale la pena perché la Cosworth è coinvolgente da matti quando sai come usarla.

La Sierra non perdona facilmente gli errori, sul bagnato spesso il retrotreno non riesce a gestire l’improvvisa botta di potenza generata dal turbo, nemmeno in rettilineo e in terza (e neanche in quarta se il rettilineo in questione ha qualche dosso o avvallamento, per quanto minuscoli). Con lei devi essere molto sensibile e imparare a capire quando il turbo si attiva: devi ascoltare la nota del motore che ti permette di capire quando i giri salgono e quando il motore sta per esplodere facendo pattinare le gomme. Sembra rischioso, e lo è, ma così la Cosworth è sicura di avere tutta la tua attenzione. E poi, diciamocelo, è parte integrante del suo fascino.

A bassa velocità gli ammortizzatori sono un po’ saltellanti ma quando si alza il ritmo le cose vanno meglio. La Cosworth affronta i dossi e le compressioni con sicurezza e disegna traiettorie precise e pulite nelle curve lunghe e veloci. I freni sono impressionanti, potentissimi e progressivi. Il pedale è solido e ti permette di attaccare la strada in totale sicurezza, avendo piena fiducia nella sua forza frenante.

Al di là delle sue ottime prestazioni nelle gare dell’epoca, oggi quanto è veloce la Cosworth? Dean Smith mi sta davanti con la nuova Focus ST station wagon e mi fa da apripista lungo queste strade tortuose e zuppe dello Yorkshire. È affascinante paragonare queste due veloci Ford. La Focus è avvantaggiata a livello di erogazione e quando Dean apre il gas lascia indietro la Cosworth, che deve aspettare che il turbo si risvegli e che perde terreno agitandosi di qua e di là con l’anteriore che fatica a trovare trazione.

Quando il boost si scatena, la RS500 però si lancia all’inseguimento e recupera in fretta, ha più trazione e frena meglio. Quando riapre il gas, la ST sobbalza e si agita mentre la Sierra fa pattinare le gomme e derapa. Al volante della Cosworth sto facendo del mio meglio ma non riesco a raggiungere Dean che, ne sono sicuro, potrebbe andare ancora più forte di così. Ma tra i due scommetto che quello che si diverte di più sono io.

Ed è proprio questo il fascino della RS500. Per certi versi è un po’ rozza e ha un abitacolo terribile. Il turbo-lag è esagerato e con la facilità e la velocità con cui perde trazione rischi sempre di finire fuori strada. Eppure è favolosa. Quei momenti in cui sei alla ricerca del grip, apri il gas per scatenare il turbo gestendo l’enorme accelerazione in una serie di curve sono spettacolari. Senza contare il fatto che questa stradale ha permesso alla Ford di dominare la scena in una delle epoche più eccitanti dell’automobilismo sportivo. Questo la rende ancora più speciale e, anche se le manca l’esoticità dell’altra icona delle Gruppo A, la Lancia Delta Integrale, sono convinto che sia una classica moderna insuperabile. Ecco perché, dopo tanti anni, è ancora una leggenda.

Scheda Tecnica

Motore4 cilindri in linea, 1.993 cc, turbo
Potenza224 CV @ 6.000 giri
Coppia280 Nm @ 4.500 giri
Trasmissionecambio manuale a 5 marce, trazione posteriore, differenziale a slittamento limitato
Sospensioni ant.schema MacPherson, molle elicoidali, ammortizzatori, barra antirollio
Sospensioni post.bracci semioscillanti, molle elicoidali, ammortizzatori, barra antirollio
Frenidischi autoventilati da 283 mm ant. e solidi da 273 mm post., ABS
Cerchi7x15" ant. e post.
Pneumatici205/50 YR15 ant. e post.
Peso1.240 kg
Potenza-peso189 CV/tonnellata
0-100 km/h6,1 secondi (dichiarati)
Velocità248 km/h (dichiarata)
Prezzo24.100 euro (1987 - non era importata in Italia)
Valore attuale30-50.000 euro