Perché si contestano le multe prese con lo Scout Speed?

Scout Speed, che cosa bisogna sapere
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Che cosa sono e come funzionano gli Scout Speed: quali sono le motivazioni valide per poter fare ricorso ad una multa per eccesso di velocità

Apriamo questo articolo spiegando che cosa sono gli Scout Speed, per tutti coloro che ancora non li conoscono oppure non sanno il nome esatto di tali strumenti che servono alle Forze dell’Ordine per rilevare la velocità di percorrenza dei veicoli. Si tratta di dispositivi che si trovano nello specifico nelle auto delle Polizia, che in genere vengono installati all’altezza dello specchietto retrovisore dell’auto e quindi sul parabrezza della stessa.

Come funziona lo Scout Speed?

Tale dispositivo è una sorta di autovelox piccolo e portatile, per spiegarla in parole povere. Si tratta infatti dello strumento che, comodamente installato all’interno delle vetture della Polizia in servizio, è in grado di rilevare la velocità di tutti i veicoli che circolano su quel tratto di strada, sia nello stesso senso di marcia che in quello opposto. Lo Scout Speed è in grado di funzionare durante il giorno e anche nelle ore notturne, essendo dotato della tecnologia di raggi infrarossi.

Uno strumento molto utile per gli agenti preposti al controllo del rispetto dei limiti da velocità da parte degli utenti che circolano su strada. Ma cosa sappiamo circa l’obbligatorietà di segnalazione preventiva di questa tipologia di strumenti, prevista dalla legge in Italia? (Lo abbiamo visto infatti in maniera molto approfondita per quanto riguarda gli autovelox e i tutor autostradali).

Segnalazione preventiva dello Scout Speed: che cosa sappiamo

Per quanto riguarda il funzionamento dello Scout Speed, in passato sappiamo che la legge non obbligava in alcun modo la Polizia a segnalare preventivamente agli automobilisti della presenza dello strumento a bordo del veicolo delle Forze dell’Ordine. Il cartello di avviso di controllo elettronico della velocità che conosciamo bene quindi poteva esserci o non esserci. Oggi però le cose sono cambiate, grazie ad una sentenza che è stata emessa dal Giudice di Pace del Tribunale di Teramo.

La serie di ricorsi per questa motivazione è stata praticamente infinita, e questo è il motivo per il Giudice di Pace ha deciso di annullare ben 27 verbali (su oltre 300), motivando la scelta con l’omissione di utilizzo di adeguati cartelli di presegnalazione del rilevamento della velocità con apparecchiature elettroniche (come lo Scout Speed). E non è tutto, l’altra motivazione valida segnalata è la mancata indicazione nel verbale della distanza tra il segnale di avviso e i dispositivi di controllo della velocità.

La motivazione ben argomentata dal Giudice di Pace è stata la seguente: “Dalle riproduzioni fotografiche prodotte in atti dall’amministrazione si rivelano segnali stradali generici di controllo della velocità, comunque privi di certezza sia in riferimento al luogo dell’accertamento effettuato, sia in riferimento alla distanza dall’apparecchiatura di controllo. Anzi le foto che riproducono il veicolo oggetto di accertamento dimostrano senza dubbio che il medesimo transitava a brevissima distanza dall’apparecchiatura di controllo”.

La Cassazione ha stabilito che è obbligatorio dare “idonea informazione dell’installazione e conseguente utilizzazione dei dispositivi di rilevamento elettronico della velocità”. Secondo quanto viene indicato invece nel Codice della Strada, le postazioni di controllo della velocità, come noi già sappiamo (perché argomentate in passato) devono essere segnalate con giusto anticipo, oltre che essere ben visibili da parte di tutti coloro che circolano su quel tratto di strada. La questione degli Scout Speed risulta ancora spinosa, verrà chiarita probabilmente nel tempo.