Prima della meticolosa fisica di F1 2012, prima della grafica mozzafiato di Gran Turismo 5, e prima della velocità di Need for Speed, ci sono videogiochi che hanno costruito le fondamenta per il divertimento casalingo dei driving-games come lo conosciamo oggi.
Erano gli anni Ottanta, e la console più venduta e più conosciuta era la bicolor marrone della Nintendo, il NES 8-bit.
Circuiti, auto, motori e i nomi dei piloti più famosi hanno iniziato a popolare le cartucce del Nintendo con titoli che son rimasti nella storia e che ancora oggi regalano incredibilmente le stesse emozioni.
Per chi li ha giocati e per chi dovrebbe fare almeno un giro nei circuiti a otto colori, questi sono i dieci titoli che abbiamo decretato come irrinunciabili.
La classifica
10° posto: Danny Sullivan’s Indy Heat (Rare, 1992)
Super Off-Road stava impazzando nelle sale giochi quando la Nintendo commissionò alla Rare un gioco dalle stesse suggestioni e gameplay.
Il pluricampione di Indianapolis, Daniel John “Danny” Sullivan III, firmò un titolo dalla vista isometrica a tutto schermo e dalla giocabilità estrema e soprattutto da condividere con gli amici.
Un piccolo gioiello per l’epoca e che proponeva tantissime piste diverse: dal West Canada, al New Jersey, dalla South California al Michigan e ancora Illinois, Ohio, East Canda, Colorado e Tradwest.
9° posto: BreakThru (Data East, 1986)
Prima variante a scorrimento orizzontale di una corsa di automobili equipaggiate a cannoni e bazooka, per distruggere i nemici che ostacolavano la nostra corsa e togliersi dagli impicci che slavine e massi cadenti creavano lungo la pista.
Cinque erano le aree da esplorare: “Mountain”, “Bridge”, “Prairie” ,“City”, e “Recover the Aircraft”.
Pochi anni dopo avremmo avuto Road Blasters dell’Atari e infine l’odierno Need for Speed.
8° posto: Bill Elliott’s NASCAR Challenge (Distinctive Software, 1990)
La Konami riuscì ad aggiudicarsi per prima l’utilizzo del marchio del circuito NASCAR Winston Cup, per un gioco con visuale in soggettiva.
Quattro le piste opzionabili: Daytona, Talladega, Watkins Glen, e Sears Point, da percorrere con tre auto differenti, la Chevrolet Lumina (#5 Mobil 1), la Ford Thunderbird (#11 Ford), o la Pontiac Grand Prix (#25 Melling Racing).
Era possibile potenziare alcune parti della vettura e gareggiare col campione Bill Elliot. Decenni prima dell’Unreal Engine, lo scorrere della pista aveva il sapore di un miracolo, ripetitivo, ma pur sempre un miracolo.
7° posto: F-1 Race (Nintendo, 1984)
Anche se sottovaluto, uno dei primi giochi di F-1 per la piccola di casa Nintendo mostrava come una moderna Cassandra inascoltata, il futuro dei giochi da corsa.
Le funzioni ridotte all’osso, i circuiti prestabiliti e la fisica era al quanto surreale (se si colpiva qualche ostacolo si esplodeva come una carica di dinamite).
L’unica scelta era quella della difficoltà che aumentava l’intelligenza artificiale dei nemici. Basico ma essenziale.
6° posto: Ferrari Grand Prix Challenge (System 3, 1992)
Uscito originariamente in 16-bit per SEGA MegaDrive con il nome di F1 Hero MD, il titolo mutò nome omaggiando le vincite della Ferrari che in quegli anni costruiva la sua leggenda.
Ottima la grafica, anche se il titolo non prevedeva nessuna modifica alle vetture; in più, l’assenza generale degli avversari in pista metteva una solitudine che non aiutava di certo lo spirito agonistico della gara.
Un gradino più in alto del primo F-1 Race, una decina più in basso di F-1 Sansation che sarebbe uscito solo l’anno successivo, spazzando via il titolo della System 3 da ogni memoria videoludica.
5° posto: Championship Rally (Human Entertainment , 1991)
Anche se il titolo ebbe più successo in Giappone con la versione per PC-Engine, Championship Rally offriva una visuale dall’alto, mostrando una grafica eccellente con ambientazioni dei percorsi in condizioni atmosferiche mutevoli: dalla neve, alla sabbia e ai prati verdi.
Purtroppo i comandi e la fisica (la retromarcia aveva qualcosa di comico) inficiavano una giocabilità piuttosto semplice e piatta.
4° posto: Mach Rider (Nintendo R&D2, 1985)
Questa corsa futuristica in moto, fu inserita tra i diciotto giochi disponibili al lancio della console NES.
Lo storymode prevedeva tre opzioni importanti: la Fighting Course, in cui il protagonista doveva evitare pozze d’olio e nemici agguerriti, arrivando alla fine del percorso prestabilito; l’Endurance Course, in cui il tempo era il nostro peggior nemico; e infine la Solo Course, in cui bisognava evitare gli ostacoli sulla strada ma liberi dagli scorrettissimi avversari. C’era anche un Design Mode per costruirsi la propria pista.
Se state pensando a Road Rush, questo Mach Rider è sicuramente da considerare come suo diretto genitore.
Medaglia di bronzo: Rad Racer (Square ,1987)
Programmato dal game designer Nasir Gebelli, che poco dopo avrebbe partorito il mitologico RPG Final Fantasy, Rad Racer oltre a esser un ottimo gioco dalla grafica eccellente (che tanto ricordava Outrun in quegli anni nelle sale giochi), migliorava di molto l’esperienza di gioco aggiungendo alle curve anche le salite e le discese.
Grande novità fu la possibilità di scegliere una visuale 3D in anaglifo premendo semplicemente il tasto “select” e inforcando gli occhiali con le lenti rosso e blu, allegate alla confezione.
Medaglia d’argento: Formula One: Built to Win (Winkysoft, 1990)
Seppur per pochi centesimi di secondo rispetto al vincitore, il secondo posto lo guadagna l’incredibile Mini Cooper da truccare, modificare e rendere imbattibile.
Si iniziava così la veloce avventura di Formula One: Built to Win, per poi passare a una Vector W2, una Ferrari F40 e infine a un’auto di Formula Uno.
Otto circuiti mettevano alla prova la nostra abilità nella guida: dal Giappone alla Francia, dal Canada al Messico, dalla Spagna all’immancabile Monaco, in condizioni atmosferiche differenti e visuali notturne e diurne.
Una colonna sonora indimenticabile incorniciò questo che fu il titolo su quattro ruote più avvincente che il joypad rettangolare abbia mai calcolato tra i suoi chip.
Medaglia d’oro: F-1 Sensation (1993, Konami)
Il migliore, a nostro umile parere, dei videogiochi di Formula 1 proposti per il NES 8-bit.
Dopo quasi dieci anni dai primi giochi di corsa, la Konami sfornò la pietra di paragone di tutti i videogame di Formula 1 di quegli anni.
La grafica regalava, oltre agli undici paesaggi differenti, un pit-stop dove riorganizzare i danni, condizioni atmosferiche variabili e nomi di avversari quali Ayrton Senna, Nigel Mansell e Michael Shumacher.
Il gameplay aggiungeva finalmente un cambio di marce manuale e una fisica su strada realistica, rendendo F-1 Sensation un mito davvero “sensazionale”.