Eicma 2014 e le moto da 200 CV…

Smartworld
di Francesco Irace

Tutte belle, superpotenti e con design da brivido. Ma a cosa servono e chi potrebbe comprarle?

L’apertura di Eicma 2014 al pubblico coincide con la chiusura dei giorni riservati alla stampa e agli operatori del settore (che a occhio sono 40% reali, 60% imbucati che riescono appena a distinguere una moto da una bici a pedalata assistita – ho sentito e visto cose da barzellette).

Detto questo, come la maggior parte degli appassionati avranno già potuto constatare, quest’anno le protagoniste di Eicma 2014 sono state decisamente le moto sportive.

Anzi supersportive. Tutte bellissime, potentissime, pronte a farsi fotografare e ammirare a bocca aperta e con un filo di bava che scende.

E non lo dico in tono polemico perché sono stato il primo a farlo (con tanto di fazzoletto per asciugare le labbra però). Perché faccio il giornalista ma sono ovviamente un appassionato (non fanatico).

Ma anche perché sognare non costa nulla: è facile, gratuito e non richiede molto tempo. La realtà, però, quando si decide di tornare con i piedi a terra, è un po’ diversa.

Basta chiedersi poche cose per capirlo. Chi potrà permettersi queste moto? Quanti sarebbero in grado di sfruttare una potenza di circa 200 CV in pista (perché sebbene le suddette supersportive abbiano targa e frecce non ipotizzo nemmeno il fatto di poterlo fare su strada)?

Beh, la risposta non è difficilissima: bisogna essere facoltosi e soprattutto piloti. Altrimenti si rischia di entrare a testa altissima (vuoi mettere?) nella già affollata categoria dei motociclisti da bar. Scelta di tutto rispetto, ovviamente. Ma in questo caso un filino costosa forse.

È abbastanza chiaro, dunque, che alcune operazioni vengono svolte dalle Case motociclistiche più per consolidare una certa immagine del marchio che per rilanciare una intera categoria o fare numeri in termini di vendite.

Per questi ultimi infatti ci vuole tutt’altro, e fortunatamente le proposte interessanti a Eicma 2014 non sono mancate.

Basta solo guardare anche al di là di ciò che è sotto i riflettori e pensare che per divertirsi non serve necessariamente una “affollata scuderia di cavalli”…