Mini Challenge Edition: la John Cooper Works da 43.000 euro

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35 esemplari per la versione più esclusiva della piccola britannica

Si chiama Challenge Edition la Mini più costosa in listino: questa versione limitata (35 esemplari numerati, con un numero progressivo bianco con cornice nera sulla portiera lato guidatore) della piccola britannica, basata sulla John Cooper Works, costa 43.000 euro.

Esteticamente si distingue dalle JCW “normali” per la colorazione esterna Rebel Green con tetto rosso a contrasto Union Jack in negativo, per la calandra anteriore black, per le cornici decorative per i gruppi ottici di colore nero lucido e per i paraurti impreziositi da dettagli rossi.

Dentro la Mini Challenge Edition troviamo invece gli interni in Pelle Dinamica Black/Red con sedili sportivi John Cooper Works, una targhetta in alluminio posizionata sulla plancia lato passeggero che riporta la numerazione della serie limitata (numeri da 01/37 a 37/37 saltando 13/37 e 17/37, la 00 rimane di proprietà di Mini Italia) e la Union Jack in rilievo in colore Chili Red.

Per quanto riguarda la tecnica il motore è rimasto invariato: un 2.0 sovralimentato da 231 CV e 320 Nm di coppia che consente alla cattivissima “segmento B” inglese di raggiungere una velocità massima di 246 km/h e di accelerare da 0 a 100 chilometri orari in 6,1 secondi (con il cambio automatico sportivo).

Tra le novità di sostanza presenti sull’esclusiva Mini Challenge Edition segnaliamo l’impianto frenante Brembo dedicato, l’assetto racing, la presa d’aria del cofano in carbonio JCW Pro, il sistema di scarico e terminali in carbonio, lo spoiler paraurti anteriore con Black Band anteriori stampate a iniezione e il diffusore posteriore in poliuretano.

Ma non è tutto: questa versione limitata della “baby british” offre anche il sistema di scarico con valvola a farfalla John Cooper Works Pro con comando Bluetooth 4.0 che enfatizza il carattere sportivo dal punto di vista acustico con le modalità Sport e Track.

La prima è omologata per l’uso su strada mentre la seconda regolazione è stata pensata per l’impiego in circuito.