Audi 20quattro, ventiquattro ore tra le Alpi in compagnia della Nuova Audi A4 Avant

Smartworld
di Francesco Neri

Abbiamo partecipato alla prima edizione della 20quattro ore delle Alpi in compagnia della Audi A4 Avant 3.0 TDI, portando pure a casa la vittoria

Ventiquattro ore, non di meno. Quattro auto, quattro tappe, e trazione Audi Quattro: questa è la ricetta della 20quattro ore delle Alpi, gara di regolarità che ha toccato 4 “Home of Quattro”, partendo da Sestriere, fino a raggiungere Cortina D’Ampezzo. Sedici equipaggi in una gara di regolarità, con tanto di regolamento certificato ACI, lungo un percorso di oltre 1.400 Km, non stop.

La partenza

La nostra compagna di viaggio è la Nuova Audi A4 3.0 TDI, attrezzata con Pirelli Winter Sottozero 3 e pronta ad affrontare le condizioni climatiche più estreme. La partenza è lunedì mattina alle 12.30, ma non per noi, a noi tocca la tappa notturna. La nostra gara comincia alle 23.30 di lunedì sera ad Ascona, do il cambio al mio collega e mi metto alla guida della nuova Audi A4 con Angelo, pilota istruttore che mi farà da navigatore, e partiamo in direzione Madonna di Campiglio. Ci aspettano 5 passi montani, strade coperte di neve e ghiaccio, con l’ansia di non timbrare in tempo ai checkpoint e la preoccupazione di una lunga notte davanti. 340 km non sono poi tanti, ma sulla neve il discorso cambia. Armati di caffè, Redbull, GoPro e barrette varie, partiamo ancora belli freschi. Ora d’arrivo prevista a Madonna di Campiglio: 5.50 del mattino.

L’Audi A4 3.0 TDI

La nuova Audi A4 è un bel posto in cui stare: la posizione di guida è bassa e avvolgente, con un volante sportivo dal diametro ridotto bello da impugnare. Il cruscotto digitale all’inizio vi bombarda di così tante informazioni che non sapete dove guardare, ma dopo un’ora al volante ci si fa l’abitudine. Il primo tratto di strada dritto e asciutto mette subito in luce la potenza del motore 3.0 litri TDI. Non tanto per i 272 CV, quanto per la mastodontica coppia di 600 Nm.

C’è un leggero punto morto sotto i 1.500 giri, dopodiché una mano invisibile spinge la A4 con tale forza e progressione da lasciarci a bocca aperta. Potete tenere la quarta marcia per il 70% delle curve e avere comunque abbastanza potenza a disposizione per tenere andature poco ortodosse.

Il cambio DSG a otto rapporti è rapido e puntuale, ma questo non è una novità. Il vero punto forte di questa nuova generazione di A4 sono le doti dinamiche. Lo sterzo è diretto, preciso e ricco di feedback, anni luce avanti rispetto al “vecchio” sterzo della A4. L’intera auto sembra più agile e cucita addosso, i 120 kg in meno sull’ago della bilancia si sentono, ma la maggior incisività del telaio non è dovuta solo alla perdita di peso.

Finalmente inzia un tratto guidato caratterizzato da tornanti stretti e curve in rapida successione da terza marcia: le ruote anteriori si aggrappano con tenacia all’asfalto e il sottosterzo è ridotto al minimo, mentre il posteriore è fermo, ma anche pronto a entrare in gioco con un colpo di sterzo in fase di inserimento di curva.  L’auto è molto più propensa a giocare che in passato, e trasmette un senso di fiducia maggiore: si finisce per lanciarla in curva con entusiasmo come se fosse una grossa compatta, sicuri di non sprofondare in un fastidioso sottosterzo e di non essere traditi.

Arriviamo al primo checkpoint spaccando il minuto. Mentre Angelo timbra ne approfitto per fare due “tondi”, bevo la prima Redbull della nottata e partiamo spediti. La seconda parte del tragitto è tosta: buia, con tornanti stretti e curve medio veloci in discesa, e soprattutto molto, molto innevata. La carovana si compatta e la corsa delle quattro Audi A4 – con tanto di scorta di auto di servizio e dei fotografi – si fa serrata.

Trazione quattro, un’ottima alleata

Ed è qui che la (rinnovata) trazione Quattro si dimostra una rivelazione. La trazione è davvero tanta: il merito, va detto,  è anche delle Pirelli Winter Sottozero 3, che non solo si aggrappano con forza, ma forniscono anche una buona quantità di informazioni ai vostri polpastrelli su quanto grip avete ancora a disposizione.
Ma quello che ci ha colpito di più è il lavoro dei differenziali quando si vuole giocare con l’auto.

Il differenziale centrale autobloccante (ad ingranaggio epicicloidale), in condizioni normali, trasmette il 60% della coppia all’asse posteriore e il restante 40% all’anteriore, ma può arrivare fino ad un 85% dietro e 75% davanti in caso di necessità.

A dare man forte troviamo anche il sistema torque vectoring che pinza le ruote interne durante una curva per fare chiudere la traiettoria e a mantenere la stabilità dell’auto.

Tradotto in soldoni: le ruote anteriori seguono la traiettoria senza battere ciglio anche sulla neve, e volendo si può fare scodare la A4 con il gas esibendosi in spettacolari sovrasterzi; cosa che la precedente generazione si rifiutava di fare.

Ci fermiamo per una breve pausa dopo aver timbrato al secondo checkpoint attorno alle due e mezza di notte; ci aspetta la tratta più difficile e ghiacciata del tragitto. Le ore che seguono hanno un che di epico mentre la nostra Audi, la numero 1, la vettura dell’equipaggio 3 percorrono i passi montani pressoché deserti in piena notte con un ritmo entusiasmante.

Le strade sono tra le più belle che abbia mai visto, rese ancora più suggestive dalla neve appena caduta e dal buio pesto squarciato dai fari LED: il misto stretto permette di divertirsi senza toccare velocità pericolose, mentre l’assenza totale di lampioni permette di avvistare le auto che provengono dal senso di marcia opposto con facilità.

L’Arrivo

Dopo sei ore filate di guida arriviamo a Madonna di Campiglio in perfetto orario. Sono ormai le sei del mattino, do il cambio al mio collega, a cui tocca l’ultima tratta della gara, e mi butto a letto. Le quattro Audi A4 TDI hanno percorso 1.400 (tostissimi) km in 24 ore senza battere ciglio, come i loro equipaggi. Una maratona intensa ma molto appagante, resa più dolce da una faticata vittoria. Attendiamo con ansia la seconda edizione.