Che la Juke sia originale non c’è ombra di dubbio, probabilmente un equilibrio di forme per continuare a soddisfare chi la ama e per tentare di piacere a chi non l’apprezza.
La mini-crossover giapponese (così la chiamano i progettisti Nissan) è un’auto non convenzionale, fuori dagli schemi classici, un miscuglio omogeneo tra una piccola SUV e una sportiva.
Condivide inoltre molte componenti con le due sorelle maggiori, la apprezzata Qashqai e la tecnologica Murano.
Fin qui nulla è mutato, in fondo.
La novità, a un anno e mezzo dal lancio della Juke in Italia, è l’allestimento Limited Edition: per restare in tema di originalità, il progetto base si chiama “BOOST 190” e ha permesso a designer emergenti di partecipare, via Web, al concorso di personalizzazione “Pimp your Juke” e ai vincitori di vederla prodotta in soli 250 esemplari.
Questo allestimento, oltre alla grossa banda bianca che “attraversa” la Juke, prevede specchietti retrovisori personalizzati, cerchi in lega da 17” neri, profili battitacco in carbon look e un badge posto davanti al cambio che indica il numero di serie e la potenza del motore.
L’unica colorazione disponibile è la Force Red.
Sotto il cofano è alloggiato lo scatenato millesei turbo benzina a iniezione diretta che eroga 190 CV e 240 Nm di coppia massima, elastico e nervoso fino alla zona rossa del contagiri.
Da sottolineare, inoltre, la presenza del Nissan Dynamic Control System (di serie): questa tecnologia prevede tre diversi set-up di motore, sterzo e clima (sport, normal, eco), per poter sfruttare al meglio la grinta dinamica della Juke o limitare i consumi (14,5 km/l).
E l’assetto, rigido al punto giusto, invita a guidare.