La Mazda MX-5 non ha bisogno di troppe presentazioni: è la spider più venduta al mondo. La sua semplicità, la trazione posteriore, la bontà dello sterzo e la leggerezza l’hanno resa un mito. Nell’arco di venticinque anni ha raccolto una schiera enorme di fan e i complimenti dalla stampa specializzata di tutto il mondo.
L’erede di un mito
Oggi siamo a Barcellona, il luogo ideale per tirare giù la capotte e provare la nuova MX-5. Questa quarta generazione presenta un look più aggressivo delle sue antenate e, a parer mio, anche più mascolino. Le sue linee ora sono più decise e la vettura ha un’aria più snella e affilata, soprattutto per quanto riguarda il cofano e i gruppi ottici.
Ma le novità non sono solo all’esterno. La nuova MX-5 pesa cento chili in meno della versione precedente e monta due motori a quattro cilindri completamente nuovi: un 1.5 da 136 cv e un 2.0 da 160 cv. Entrambi alimentati a benzina e, naturalmente, entrambi aspirati.
Una volta seduti sul sedile si percepisce subito il lavoro svolto per migliorare gli interni: da questo punto di vista la Casa giapponese ha compiuto un grande salto di qualità, in tutta la gamma. Ottime plastiche – anche se dure – e interessanti alcuni dettagli estetici, come la base tonda del cambio (un richiamo alle sportive anni ’60) e il colore della carrozzeria esterna che prosegue all’interno della portiera.
L’abitacolo
Seduti al posto di guida ci si sente un po’ sacrificati: difficile trovare una posizione comoda per chi è più alto di un metro e ottanta, e il volante non regolabile in profondità non aiuta. Detto questo, la visuale del cofano è splendida e i parafanghi sporgenti sembrano dei mirini fatti per puntare l’apice della curva.
La pedaliera è posizionata in modo da favorire il punta tacco – a pensarci bene, non ricordo un’auto con cui questa manovra riuscisse così facilmente.
Anche il cambio è una goduria: in un mondo affollato di paddles, un manuale a sei marce con la corsa corta e gli innesti secchi è come una boccata d’aria fresca.
La versione 2.0 è sicuramente la più veloce: i 160 cv a 2.000 giri e i 200 N/m di coppia fanno scattare la MX-5 da 0 a 100 Km/h in 7,3 secondi.
L’erogazione è fluida e lineare, e la spinta del quattro cilindri è accompagnata da un sound all’altezza, nonché vagamente retrò. Qualcuno lamenterà che 160 cv, oggi, non sono molti su una sportiva, ma il divertimento che offre la MX-5 va ben oltre la pura velocità.
La ricetta giusta
Mazda è riuscita a mantenere la ricetta della piccola roadster invariata, ovvero stabilire un equilibrio perfetto tra motore, telaio e trasmissione; e coinvolgere il guidatore facendolo sentire parte integrante dell’auto. Lo sterzo, dotato di servosterzo elettrico, è diretto e sufficientemente comunicativo: non è super reattivo (il primo quarto è più demoltiplicato), ma è in perfetta sintonia con il telaio e vi fa venire voglia di esplorare i limiti dell’auto.
Gli ammortizzatori sono piuttosto rigidi ma concedono quel tanto di rollio che basta a farvi capire che il limite è vicino.
La versione 2.0 monta di serie i cerchi da 17″ con gomme da 205 mm: offrono un grip maggiore e un limite più alto, ma lasciano anche meno possibilità di giocare con il telaio.
La potenza non è tutto
La versione 1.5, invece, è uno di quei casi in cui ci si diverte di più, con meno. I cerchi da 16″ con gomme da 195 mm rendono l’auto un tantino più morbida e scomposta; la si può lanciare in curva con entusiasmo e giocare con gas e freno provocando un sovrasterzo progressivo.
I trenta cavalli in meno si sentono, ma i mille giri in più a disposizione prima del limitatore invogliano a far girare alto il motore, cercando di non perdere km/h preziosi tenendo il gas aperto il più a lungo possibile.
Rimandiamo il giudizio finale alla prova su strada; ma dopo questo primo assaggio, possiamo affermare con certezza che la nuova MX-5 non ha perso la magia delle sue antenate.
E questo è gran complimento.