Prima era una coupé, adesso la Hyundai Genesis è una lussuosa e tecnologica berlina che sfida le tedesche
Grande, potente e lussuosa. No, non stiamo parlando della “solita” tedesca, ma di una coreana. La Hyundai Genesis, pensata chiaramente per il mercato orientale e quello d’oltreoceano, è lunga quasi 5 metri ed è infarcita di tutta la tecnologia possibile per rendere confortevole ogni spostamento, dalle sospensioni a controllo elettronico alle poltrone riscaldabili e ventilate. Il limite, almeno per il nostro mercato, è rappresentato dal grosso motore 3.8 V6 a benzina, esoso nei consumi e soggetto al pagamento del superbollo.
Una questione d’immagine
Non solo contenuti interessanti, rapporto qualità-prezzo e garanzia ben sopra la media (5 anni con chilometraggio illimitato su tutta la gamma). Questa volta parliamo di design, lusso e prestazioni. Sì, perché la Hyundai Genesis è un’ammiraglia imponente – misura 4,99 metri in lunghezza, 1,89 in larghezza e 1,48 in altezza – e soprattutto è una di quelle auto che si prestano ad essere usate con l’autista, perché sui sedili posteriori si sta più comodi che sul divano di casa.
Esteticamente riesce ad essere elegante e allo stesso tempo muscolosa e gli interni, realizzati con materiali pregiati, sono curati nel minimo dettaglio e offrono spazio in abbondanza. Chi è abituato a certi standard non verrà deluso: si viaggia in un ambiente ovattato, su grandi poltrone riscaldate e ventilate, cullati dalle egregie sospensioni a controllo elettronico in grado di “cancellare” ogni irregolarità della strada.
Ci sono poi il volante riscaldato, l’impianto di climatizzazione tri-zona, un impianto audio con 17 altoparlanti e le tendine parasole per i vetri delle portiere posteriori.
La massima espressione della tecnologia Hyundai
Non appena si sale al posto di guida e si preme il tasto d’accensione si viene accolti da un jingle di benvenuto. Sterzo e sedile si mettono nella posizione preimpostata per la guida – per agevolare l’accesso nell’abitacolo il primo si alza automaticamente e il secondo arretra – e il V6 si risveglia emettendo una voce pacata e sorniona.
Oltre alla cura per i dettagli, attirano l’attenzione il grande display touch da 9,2” disposto al centro della plancia e il sistema Around View che offre una vista complessiva degli ingombri circostanti dell’auto.
Il motore è un 3.8 litri V6 da 315 CV e 397 Nm ad iniezione diretta di benzina abbinato ad un cambio automatico a 8 rapporti e alla trazione integrale; quest’ultima è impostata per fornire quasi la maggior parte della coppia alle ruote posteriori al fine di ridurre i consumi e, in caso di scarsa trazione, è in grado di trasferirne una parte all’asse anteriore per evitare perdite di aderenza.
L’accelerazione è notevole nonostante la mole superiore alle due tonnellate, soprattutto nella modalità di guida Sport che tiene il motore sempre al regime giusto per scattare. In quella Eco, invece, viene favorita l’economia di marcia, anche se per i nostri standard i consumi restano alti: la Casa dichiara una media di 8,6 km/l. Al top la sicurezza, garantita da 9 airbag, cruise control adattivo e sistema di frenata d’emergenza: un concentrato di tecnologia che consente di viaggiare nel massimo relax, in tutta sicurezza.
Il prezzo? 65.000 euro full optional
Un solo motore e un solo allestimento che prevede tutto di serie: abbiamo già accennato ai sedili in pelle riscaldabili e ventilati, al sistema Around View e al potente impianto audio, ma non abbiamo parlato del sensore che rileva la quantità di CO2 nell’abitacolo, del volante riscaldabile e del tetto rivestito in Alcantara, solo alcuni dei tanti accessori presenti sulla berlina coreana.
In rapporto al prezzo la Genesis offre tanto, il problema, semmai, è la rivedibilità. Non solo perché sul cofano non c’è il logo di un qualsivoglia marchio tedesco, ma soprattutto per il potente motore a benzina che spaventa in primis per i costi di gestione (consumo e tassa di possesso) e in secondo luogo per la demonizzazione da parte dello Stato per i proprietari di auto ad alta cilindrata.