Opel Adam: infiniti modi per catturare l’attenzione

Smartworld
di Andrea Rapelli

Comfort Dietro ci sono forti limiti in altezza. L’abitacolo è ben isolato dall’aria ma l’assetto è rigido.
Costi I prezzi sono allineati a quelli della 500. Le personalizzazioni vanno all’incirca dai 100 ai 300 euro.
Piacere di guida Il 1.400 fa quel che può ma il setup delle sospensioni rende la guida piacevole sul misto.
Ambiente Lo stop e start, dal funzionamento ineccepibile, taglia le emissioni a 119 g/km.

Probabilmente Adam Opel, fondatore della Casa tedesca, mai si sarebbe immaginato che un giorno il suo nome avrebbe tenuto a battesimo un’automobile.

Se ci pensate bene, il cambiamento è epocale.

E non certo per il nome, perché con Adam la Opel entra per la prima volta nella sua storia in un segmento fino a ora appannaggio di Fiat 500 e Mini.

La ricetta si basa su due ingredienti di base: design e personalizzazione.

La linea, muscolare e sbarazzina ha una forte originalità, soprattutto nel frontale.

La vista di profilo, invece, mette in luce qualche tratto già visto, in particolare sulla Fiat 500 e specialmente nella zona posteriore.

La personalizzazione della Adam è soprattutto estetica.

E, se i tecnici affermano che neppure loro sono stati in grado di calcolare le configurazioni possibili, c’è da crederci: tra colori esterni (12, tra i quali James Blonde e Purple Fiction), 4 interni, 15 tipi di decorazioni per i sedili e 19 per l’abitacolo, senza contare specchi e cerchi, c’è da perderci la testa.

Salendo a bordo, si scopre una cura nei dettagli di alto livello, quasi da categoria superiore: assemblaggi e materiali sono di qualità e non si avvertono scricchiolii.

I primi grattacapi arrivano quando si vuol far accomodare delle persone sul sedile dietro perché, a meno che non siano abbondantemente sotto il metro e settanta, toccheranno il padiglione con la testa.

Senza troppo spazio per le ginocchia, oltretutto.

La posizione di guida, invece, accontenta anche i più pignoli.

Il volante regolabile in altezza e profondità e la manopola per aggiustare al millimetro lo schienale consentono a tutti i fisici di ritagliarsi un ambiente confortevole per guidare.

Dove invece non si vedono fuochi d’artificio è nel reparto tecnico: il pianale è quello, opportunamente accorciato, della Corsa, mentre i motori, al momento, sono solo i due benzina Ecotec aspirati.

Lasciamo da parte il 1.200 da 70 CV per concentrarci sul 1.400, forte di 30 CV in più.

La primissima impressione, sulle tortuose strade intorno a Lisbona del nostro test, è che il telaio della Adam potrebbe sopportare ben altre potenze senza fare un plissé.

I 100 CV non incollano mai al sedile e richiedono un frequente uso del cambio per avere una discreta verve.

Meglio, quindi, gustarsi il telaio, dotato di una reattività che fa persino emergere la scarsa precisione dello sterzo, comunque dotato di una prontezza da riferimento.

Insomma, questa Adam Slam, dalla vocazione sportivetta, fa venir voglia di una versione OPC. O quantomeno della nuova famiglia di motori 1.0 a 3 cilindri turbo a benzina con cambi a 6 marce, attesi nel corso del 2013, per tutta un’altra verve.

Il rovescio della medaglia arriva sull’asfalto sconnesso e irregolare della città: se potrete contare sulla comodissima modalità City del servosterzo, è altrettanto vero che, passando su buche e tombini, vi ritroverete a sobbalzare vistosamente.

Soprattutto con i mastodontici (e un po’ esagerati) cerchi optional da 18”.

Scheda Tecnica

N. cilindri/cilindrata 4/1.398 cc
Potenza 74 kW/100 CV a 6.000 giri
Coppia 130 Nm a 4.000 giri
Cambio manuale a 5 marce
Trazione anteriore
Velocità max 185 km/h
Acc. 0-100 km/h 11,5 secondi
Consumo misto 19,6 km/l
Emissioni CO2 119 g/km
Dimensioni 3,70/1,72/1,48 m
Bagagliaio 170/663 dm3
Bollo 190,92 euro