Seat Ateca e León ST Cupra 4X4, la prova in Finlandia

Smartworld
di Francesco Neri

Siamo andati fino a Kuusamo, in Finlandia, per guidare la gamma Seat 4X4 sulla neve: ecco com’è andata

Quando ti arriva una mail con l’invito per guidare sulle piste ghiacciate finlandesi, la giornata non può che cominciare bene. Se poi si tratta di trazione integrale e tanti cavalli, allora il piede destro comincia a prudere. Le protagoniste della festa sono la nuova Seat Ateca, la prima SUV media della Casa Spagnola, e la nuova Seat Leon Cupra ST 4X4 con motore 2.0 turbo da 300 CV. Due auto molto diverse tra loro, ma accomunate dalla capacità di infischiarsene del terreno e delle condizione meteo.
Sono anche due auto molto importanti per il brand: il marchio spagnolo infatti non ha mia visto periodo più roseo (+28% di vendite dal 2012 al 2016) e, con la nuova Ibiza in arrivo, ha una gamma sempre più forte e completa, con la garanzia di avere la qualità del gruppo Volkswagen a disposizione.

TRA I LAGHI CON L’ATECA

La mia mente però è altrove, sul ghiacciodromo per essere precisi, dove ci dirigiamo con la nuova Seat Ateca. Basata sul pianale MQB condiviso con Volkswagen Tiguan e Skoda Kodiaq, l’Ateca pare molto compatta dal vivo, più di quanto non sembri in foto. Sembra quasi una Leon rialzata e raccolta, e le misure mi danno ragione: conta 436 cm di lunghezza e 181 cm di larghezza, contro i 455 cm e i 182 cm della Leon ST. Quindi, a voler vedere, è anche più piccola (ricordiamo che è una C-SUV) ma il bagagliaio da 485 litri ha parecchi cm anche in altezza a cui attingere.
Appare compatta anche alla guida. L’assetto è fermo e lascia poco spazio a ondeggiamenti, ma questo non significa che sia spaccaschiena. Nel tratto di strade innevate che passa tra i caratteristici boschi finnici l’Ateca si muove sicura e senza fare una piega.

Il motore 2.0 TDI da 190 CV lavora in sincronia perfetta con il cambio DSG. È elastico, lineare e ricco di coppia su tutto l’arco del contagiri. Lo sterzo è preciso e un tantino leggero, ma la resistenza cambia anche a seconda delle modalità di guida selezionate. Oltre ai profili Normal e Sport, troviamo anche Neve e Fuoristrada; il primo rende la risposta all’acceleratore più morbida possibile, riduce il sottosterzo e migliora il comportamento in curva. La modalità Sterrato invece permette di giocare un po’ di più con l’auto, rendendola più agile, migliorando il trasferimento della coppia tra gli assi e consentendo il bloccaggio del differenziale.
Il sistema di trazione integrale 4DRIVE di Seat, giunto alla quinta generazione, infatti lavora molto bene e lo si sente chiaramente “lottare” contro la scarsità di grip. Se poi volete giocare, l’Ateca è in grado di fare anche qualche traverso, ma meglio aspettare la pista ghiacciata…

SUI LAGHI CON LA CUPRA ST

Tra i boschi e il bianco più vasto è nascosto uno stupendo lago ghiacciato (uno dei mille di queste terre) adibito a circuito. Anche se, ad essere precisi, i circuiti sono tre, tutti diversi per velocità e difficoltà. Le Seat Leon ST Cupra 4X4 sono disposte in fila con livree decisamente estroverse e sono tutte per noi per quasi due ore: un parco giochi niente male. Sembra la tipica auto del padre di famiglia che si è ritrovato con due figli al seguito ma con la voglia di trackday ancora alle stelle. Con 587 litri di bagagliaio e la trazione integrale, è difficile pensare a un’auto sportiva più versatile in questa fascia di prezzo. Anche perché con l’ultimo aggiornamento il 2.0 TSI è arrivato a quota 300 CV e 380 Nm.

La potenza di una Porsche 911 996, tanto per darvi un’idea. Purtroppo però non è ancora sicuro che la Cupra arrivi in Italia nella versione ST 4X4, ma spero lo sapremo presto.

Sul lago ghiacciato tutta questa cavalleria è fin sprecata. Se c’è una cosa che ti insegna guidare sulla neve è portare pazienza e aspettare prima di picchiare l’acceleratore sul pavimento. Che poi, a metà gas ce n’è già abbastanza. I primi due giri entro come un criminale cercando il traverso più “sbieco” possibile. Sulla neve (o ghiaccio che sia) la Cupra ST 4X4 è un’auto davvero intuitiva. Le ruote davanti mordono come un lupo morderebbe una renna, tanto che presto capisco che non serve nemmeno ricorrere al pendolo per farla curvare ai tornanti, basta rilasciare il gas e al limite dare un colpetto di freno. I trasferimenti di carico si sentono bene con sedere e fianchi e danzare tra una curva e l’altra in sovrasterzo diventa subito una droga. Le gomme chiodate sono impressionanti, soprattutto in frenata (si arriva a mettere la quarta a non so che velocità), ma è la trazione integrale la vostra vera alleata nelle curve medie e strette. Il differenziale centrale Haldex trasferisce la potenza alle ruote posteriori molto rapidamente e in maniera, come si suol dire oggi, smart; questo garantisce di prolungare il traverso a piacimento senza imbattersi in sottosterzi eclatanti (che uccidono il divertimento) e in indecisioni dell’elettronica. A seconda di quanto sterzo e gas date, i differenziali seguono il vostro pensiero, come se capissero quali siano le vostre intenzioni. È come se sapessero che siete dei bambinoni, mettiamola così. Certo, una trazione integrale pensata per queste cose, ma è proprio per questo che sono sorpreso di come lavora.

Inutile parlare del motore, visto che due terzi della cavalleria è servita a sparare neve addosso ai fotografi, ma quello che è certo è che la risposta è sempre tagliente come me la ricordavo.

Insomma, anche le spagnole non hanno paura della neve, adesso.