Suzuki Jimny: buon compleanno baby 4×4

Smartworld
di Valerio Boni

Comfort L’accesso a bordo è complicato dalla soglia alta e dalle 3 porte.
Costi Se si opta per la versione entry-level, 16.141 euro sono sufficienti per avere una Jimny. Niente male.
Piacere di guida Alla grande agilità nello stretto (su asfalto e offroad) si somma un motore molto elastico.
Ambiente A differenza del quattro cilindri a benzina, il DDiS 1.5 è ancora omologato Euro 4.

Ricordare la prima serie è quasi impossibile. E giustificato. Perché la Jimny nata il 10 aprile 1970 era riservata al solo mercato interno giapponese. Una compattissima 4×4 nata espressamente per il mondo orientale, con un motore bicilindrico a due tempi di 360 cc, tre posti e una lunghezza di soli due metri e 99. Un cocktail progettato su misura per approfittare delle agevolazioni fiscali nipponiche che prevedevano, tra l’altro, l’esenzione dall’obbligo di disporre di un posto auto personale per gli abitanti delle metropoli.

Quella in vendita oggi, proposta in un allestimento in edizione limitata per celebrare il quarantesimo compleanno, è la terza generazione di una famiglia che ha lasciato il segno. Soprattutto da quando, con il passaggio dai piccoli motori a due tempi ai quattro cilindri a quattro tempi è diventata la prima integrale a misura di città. Erano i primi anni Ottanta, e le SJ 410 e 413, più note con il nome di Samurai, balzarono nelle zone calde delle classifiche di vendita contrastando le utilitarie italiane più affermate. In 40 anni sono cambiati nomi e sigle, sono variate le dimensioni, ma il DNA è rimasto quello originale, di un veicolo che si è allungato di oltre il 20%, restando comunque a 3,65 metri, una lunghezza che lo rende adatto alla città e al fuoristrada. Il suo punto di forza resta infatti l’estrema agilità, che gli permette di muoversi in scioltezza nel traffico con la sola trazione posteriore. E che però consente al Jimny di avventurarsi senza difficoltà sui percorsi più insidiosi e stretti, usando trazione integrale e marce ridotte.

Le forme rimangono quelle introdotte nel 1998 e successivamente ristilizzate, ma per il compleanno, come detto, è stata inserita in listino la versione 40° Limited Edition. A differenziarla dalla Special (stesso prezzo) è una serie di dettagli estetici.

La verniciatura nera, innanzitutto, alla quale si aggiungono i loghi commemorativi e numerosi elementi cromati che la fanno più chic. La scelta in termini di motori è sempre tra due quattro cilindri, 1.3 a benzina e 1.5 diesel. È questione di gusti, poiché le potenze sono equivalenti. A fare la differenza sono le caratteristiche dei propulsori, con il DDiS che è preferibile per il regime al quale mette a disposizione la sua forza, per un valore quasi doppio di coppia e per i consumi più favorevoli. La Jimny è una 4×4 di razza, con il caratteristico telaio a longheroni, modificato rispetto al passato per garantire migliori caratteristiche di stabilità e di comfort nella guida su asfalto.

Punti deboli? L’altezza da terra e le due sole portiere, che complicano l’accessibilità. Però poi l’altezza ripaga: la visibilità è ottima, soprattutto quando serve – in fuoristrada – e la distanza da terra si apprezza tra i sassi e le buche, dove non si rischia di toccare sotto. Insomma, la Jimmy è perfetta per la montagna: sterzo, sospensioni, motore, ridotte e peso contenuto vi permettono di arrampicarvi ovunque. E senza investire un capitale per una grossa SUV.

Scheda Tecnica

N. cilindri/cilindrata 4/1.461 cc
Potenza63 kW/86 CV a 3.750 giri
Coppia 200 Nm a 1.750 giri
Cambiomanuale a 5 marce + rid.
Trazioneintegrale inseribile
Velocità max145 km/h
Acc. 0-100 km/hn.d.
Consumomisto 16,4 km/l
Emissioni CO2162 g/km
Dimensioni3,78/1,65/1,70 m
Bagagliaio113/324 dm3
Bollo162,54 euro