Nel lontano 1976, a Wolfsburg, i progettisti della Volkswagen centrarono un risultato fallito persino da Mary Shelley in Frankenstein: dare un’anima a un pezzo di ferro nato solo per trasportare i tedeschi da A a B, pur nel massimo comfort e con una affidabilità pari al Maggiolino.
Per farla breve, trasformare la semplice Golf in qualcosa di più, molto di più: un’icona moderna della sportività.
Ed è bastato poco: sotto il cofano avevano calato un 1.600 da 110 CV con iniezione (la I di GTI), rinforzato l’assetto e arredato l’abitacolo con il tessuto rubato dal kilt di Sean Connery.
Sorry, dimenticavamo il sottile filo rosso nella mascherina.
Sono passati 37 anni e siamo al cospetto della Golf GTI settima generazione.
E la lettera I dell’iniezione è ancora protagonista.
Motori, consumi, tecnica
Il motore di 2 litri sovralimentato della nuova Golf GTI, grazie all’iniezione diretta, oggi sviluppa 220 CV (il doppio della prima generazione) ma sulla Performance del nostro test si arriva a 230 CV.
Nonostante questa potenza, la GTI Performance riesce a consumare poco perché è molto efficiente.
Ma non sono solo i numeri a fare di questa GTI una delle migliori.
L’assetto è finalmente meno sottosterzante.
Per raggiungere questo risultato, l’ESC della Golf GTI lavora su due step: premendo il pulsante una volta, si esclude l’ASR (trazione libera per evitare tagli in uscita di curva), pigiandolo per altri tre secondi, si attiva l’ESC Sport che dà più mobilità alla coda, libera di scivolare proprio per neutralizzare la tendenza a smusare.
Il differenziale attivo XDS+ fa da autobloccante e aiuta molto a mantenere alta la spinta in accelerazione, limitando le perdite di coppia sulla ruota con poca aderenza.
Il risultato è che la Golf VII GTI sa essere divertente quasi come la prima serie. è agile sul misto e aiuta sempre il pilota a mettere il muso verso il punto di corda con il posteriore leggero, ma composto.
Perché l’ESC è sempre pronto a dare una mano nelle situazioni critiche.
Comfort e piacere di guida
La nuova GTI è più divertente della precedente Golf R e altrettanto sicura ed efficace anche con la sola trazione anteriore.
Questa leggiadria dell’assetto rende giustizia al logo GTI sul frontale e in coda. Il resto viene di conseguenza: l’accelerazione attacca al sedile (0-100 km/h in 6,4 secondi) grazie anche al peso ridotto di 42 kg rispetto alla serie precedente.
Che aggiungere?
La qualità degli interni è VW doc con apprezzabili richiami al passato, come la stoffa scozzese dei sedili.
La pallina da Golf sul cambio c’è sempre, come il filetto rosso nella mascherina che, per la prima volta, attraversa i gruppi ottici affiancati dai fendinebbia a led di serie.
Sportiva e sobria nel rispetto della tradizione.
Il prezzo però non è popolare e tende al rialzo con gli optional.
Per spendere meno c’è la GTI da 220 CV a 30.100 euro.