F1 – Cos’è l’effetto Coanda

Coanda
Smartworld
di Marco Coletto

Il principio aerodinamico che tutti gli ingegneri del Circus cercano di sfruttare al meglio

Nel corso del Mondiale F1 2013 sentiremo parlare spesso dell’effetto Coandă, già sfruttato la scorsa stagione: in un Circus basato soprattutto sull’aerodinamica (in attesa dei nuovi motori sovralimentati previsti per il 2014) la scuderia che riuscirà a gestire meglio questo fenomeno fluidodinamico aumenterà le proprie possibilità di conquista del titolo.

L’effetto Coandă prende il nome dall’ingegnere aeronautico rumeno Henri Coandă (noto per aver realizzato il primo aereo a reazione, il Coandă-1910): in seguito ad un incendio occorso alla sua creazione notò che durante la caduta le fiamme tendevano a restare vicine alla fusoliera.

Dopo vent’anni di studi Coandă scoprì che un getto di fluido segue il contorno di una superficie vicina: le particelle direttamente a contatto perdono velocità a causa dell’attrito mentre quelle più esterne tendono a conservare l’unione con quelle interne e a “schiacciarle” facendo loro mantenere la direzione.

Nel mondo aeronautico questo concetto è quello che permette al flusso aerodinamico di rimanere aderente al dorso dell’ala. Diversa la questione che riguarda invece il mondo della F1: in questo caso i tecnici sfruttano questo principio per aumentare il carico al posteriore (verso l’ala o verso il diffusore) sfruttando i gas di scarico.

Siccome gli scarichi non possono più puntare verso l’asfalto tutti gli ingegneri stanno creando superfici discendenti nella zona della coda in modo da orientare il flusso verso il basso. Chi riuscirà a fare il lavoro migliore avrà una vettura più aderente al suolo.